Crollo dei consumi in ottobre. L'economia segue l'andamento della pandemia.

di redazione 17/11/2020 ECONOMIA E WELFARE
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I consumi crollano ad ottobre a meno 8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un dato sconfortante dopo la forte ripresa registrata nel terzo trimestre. È l’analisi allarmante  di Confcommercio. Il rallentamento ha colpito soprattutto il turismo, i servizi ricreativi, scesi al -73,2%, gli alberghi con un -60%, bar e ristoranti con il -38%. Per il mese di novembre si stima una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo.  

Secondo Confcommercio , le dinamiche registrate negli ultimi due mesi, a meno di un eccezionale, ma improbabile, recupero a dicembre, portano a stimare preliminarmente un calo del Pil nel quarto trimestre superiore al 4%. Queste valutazioni non comporterebbero modifiche nella dinamica complessiva del Pil per il 2020 (tra il -9% e il -9,5%), grazie a un terzo trimestre decisamente più favorevole rispetto alle stime, ma implicherebbero un'entrata ben peggiore nel 2021, facendo svanire le più ottimistiche previsioni di rimbalzo statistico per l'anno prossimo. 

Lo scorso settembre l’export italiano ha segnato un aumento del 2,7% rispetto ad agosto e del 2,1% rispetto al settembre 2019, quando ancora la situazione di emergenza sanitaria era di là da venire. Come fa sapere l’Istat, il bilancio del terzo trimestre dell’anno (giugno-settembre) è addirittura di un + 30,4%. Balzo comprensibile, se si considera che il confronto è fatto con i tre mesi precedenti, caratterizzati in diversi paesi da lockdown totali o quasi. In forte rialzo anche le importazioni salite di oltre il 21%. Il confronto tendenziale, ossia con lo stesso trimestre dell’anno prima, rimane negativo del 10%. Il saldo (ossia la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni) è risultato in settembre positivo per 5,8 miliardi, in deciso miglioramento rispetto ai + 2,6 miliardi dell’anno prima. Cosa ci dicono in sostanza questi dati? Segnalano quanto è stato intenso lo shock subito dai commerci internazionale ma anche una capacità di reazione forte e rapida da parte delle aziende del made in Italy appenda la situazione torna alla normalità o quasi.

In settembre sono cresciute soprattutto le esportazioni al di fuori dell’Unione europea (+ 2,8% rispetto all’anno prima), in particolare quelle verso la Cina (+33%) che sembra essersi lasciata alle spalle la pandemia. In deciso rialzo anche l’export per la Turchia (+ 13,8%) e gli Stati Uniti (+11%). In Europa buono il dato delle vendite verso la Germania (+ 6%) che rimane il nostro principale mercato di sbocco. Più modesto i progressi delle esportazioni con destinazione Francia (+ 2,4%) mentre sono in negativo del 7% quelle verso la Spagna.

Tra i diversi settori settembre è stato un buon mese soprattutto per l’industria del mobile (+ 11,5%), i metalli (+ 9,9% su settembre 2019), la farmaceutica (+ 8,2%) e l’abbigliamento (+ 6,2%). Male per contro la raffinazione (- 51%) in scia al forte calo della domanda di combustibili a livello internazionale, il tessile (-11,7%) e la pelletteria (-3%). Fa storia a se il + 28% della categoria “altri mezzi di trasporto”, probabilmente influenzata da qualche importante consegna nell’ambito della cantieristica navale.



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