Governo alle Regioni "Che fine hanno fatto gli aumenti dei posti in ospedale e le terapie intensive?"

di redazione 16/10/2020 ECONOMIA E WELFARE
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Proprio nei giorni in cui la crescita delle ospedalizzazioni preoccupa non poco gli esperti, emerge che l'atteso aumento dei posti di terapia intensiva ( fino a 9.300) è un problma.

Almeno 3.000 posti, per i quali il governo ha stanziato i fondi, sono ancora da realizzare. Per questo molte regioni sono già vicine al limite della saturazione dei posti in rianimazione, se si considerano quelli strutturali e quelli aggiunti e riservati solo ai pazienti Covid. Da qui il rimpallo di responsabilità tra governo, l'ufficio dell'alto commissario per l'emergenza Arcuri e le Regioni. 

Il primo a lanciare il sasso è il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia che chiede spiegazioni sulla destinazione di centinaia di ventilatori messi a disposizione che avrebbero dovuto consentire di trasformare in tempo reale posti di terapia subintensiva in intensiva:"  "Massima disponibilità e massima trasparenza, chi ha bisogno di aiuto lo dica, ma questo va fatto prima di intervenire su lavoro e scuola. In questi mesi sono stati distribuiti ventilatori polmonari ovunque, così come confermato da Arcuri: il problema è dove sono finiti i ventilatori, attendiamo risposte  in tempo reale dalle regioni". Boccia fa l'esempio della Campania: "Prima del Covid aveva 335 posti letto di terapia intensiva. Il governo attraverso il commissario Arcuri ha inviato 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub intensive. Oggi risultano attivati 433 posti, devono essere 566".

E Arcuri richiama le regioni alle loro responsabilità: "In questi mesi alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le subintensive. Prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive. Chiederei alle regioni di attivarle. Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori", ha aggiunto.

C'è poi l'allarme sulla mancanza di medici rianimatori a tal punto che non ci sarebbe chi deve far funzionare i posti aggiuntivi delle terapie intensive. "A fronte dell'aumento dei posti letto di terapia intensiva  manca ad oggi un aumento in egual misura del numero degli anestesisti, venendo a minare il rapporto tra personale anestesista e posto letto", la denuncia di Americo Ciocchetti, coordinatore del report settimanale dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma. Prima dell'emergenza, evidenzia Altems, il rapporto in Italia tra anestesisti-rianimatori e posti letto di Ti era di 2,5. Per ogni posto letto c'erano cioè 2,5 unità di personale. Considerata la risposta strutturale delle regioni, ovvero l'acquisizione di personale tramite bandi per posizioni a tempo indeterminato e determinato, e l'incremento di posti letto previsto dal DL34, il rapporto scende a 1.6 (-0.9)



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