Beirut. Esplosione di immane potenza devasta il porto. Croce Rossa "Almeno 135 vittime e oltre 4 mila feriti". Evacuati in 300 mila per pericolo tossine

di redazione 04/08/2020 ESTERI
img

Mezza capitale del Libano è stata devastata da due enormi esplosioni nei pressi del porto, dov'erano custodite 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, scaricate al porto nel 2013 e poi depositate in un container, che l'hanno ridotta in polvere come ai tempi della fine della guerra civile durata 15 anni. La Croce Rossa riporta un bilancio di almeno 135 vittime, 4 mila feriti e cento dispersi.

Si usa come fertilizzate e come esplosivo. È l'elemento chimico più usato negli attentati, che si ottiene dall'ammoniaca e dall'acido nitrico. Esplode solo se collegato a un detonatore. Utilizzato nel 1995 per l'attentato di Oklahoma City, che ha provocato la morte di 168 persone, da suprematisti americani. Viene usato anche per i fuochi d'artificio e come propellente per i razzi. 

L'effetto delle esplosioni è stato apocalittico: un boato udito fino a Nicosia, sull'isola di Cipro, distante più di 240 chilometri, un urto pari a quello di un terremoto di magnitudo 4,5. Una gigantesca nuvola rosso e arancione ha avvolto le strade che circondano il porto, sventrando gli edifici.

Il governo libanese ha dichiarato lo stato d'emergenza per due settimane, dando ai militari pieni poteri per questo periodo, a seguito della massiccia esplosione a Beirut. Il presidente, Michel Aoun, ha convocato il Consiglio supremo di difesa, e ha definito "inaccettabile" il fatto che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio siano rimaste immagazzinate per sei anni nel porto di Beirut senza misure di sicurezza. Il premier, Hassan Diab, ha assicurato che tutti i responsabili di "questa catastrofe", saranno "chiamati a risponderne". Il governo libanese ha deciso di porre agli arresti domiciliari tutti i funzionari del porto di Beirut che dal 2014 erano responsabili dello stoccaggio di nitrato di ammonio e della sua sicurezza. Lo riferiscono fonti ministeriali citate dal Daily Star.

Per il presidente Usa, Donald Trump, le esplosioni sono state causate da una bomba. Una tesi che è stata però contraddetta da tre fonti anonime della Difesa Usa citate dalla Cnn, secondo le quali non ci sono indicazioni di attacchi. Ed è stata anche smentita da autorità libanesi, che hanno invitato chi può a lasciare la città a causa dell'aria tossica. E intanto fonti israeliane suggeriscono che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah. Troppo presto per capire, mentre l'intero Paese si adopera per aiutare.

Hezbollah parla di "tragedia nazionale" e annuncia il rinvio a data da destinarsi del discorso televisivo che il leader degli sciiti libanesi, Hassan Nasrallah avrebbe dovuto pronunciare stasera. In un comunicato diffuso dopo la devastante esplosione di Beirut, il partito ha offerto il proprio cordoglio ed offerto il proprio aiuto per fronteggiare il "grave disastro", spiegando che il discorso di Nasrallah è rinviato per onorare il lutto.

La polvere prodotta dalla doppia esplosione si è depositata a terra. A questo riguardo "dovrebbero essere prese le stesse precauzioni adottate per tutte le polveri stradali, detriti da costruzioni e fuliggine prodotta da generatori diesel" ma "non vi è alcuna preoccupazione per gli inquinanti gassosi". Lo sottolinea in un tweet la facoltà di Ingegneria e Architettura dell'American University (Aub) della capitale libanese, citando i dati forniti dal laboratorio di ricerca Aerosol dell'ateneo.
Secondo quest'ultimo, "gli indicatori della qualità dell'aria di Beirut sono tornati a livelli normali dopo il forte aumento osservato tra le 18 e le 19 di martedì". Ieri sera si sono sparse voci, riprese anche dall'ambasciata americana a Beirut, della presenza di gas tossici rilasciati nell'aria dall'esplosione; ci sono stati appelli a restare in casa e indossare mascherine o addirittura lasciare la città.

Beirut ha ammesso che le deflagrazioni sono avvenute in un deposito nei pressi del porto, dov'erano custodite 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, confiscate anni fa a contrabbandieri. Una sostanza pericolosissima che è deflagrata forse per le scintille sprigionatesi durante un'operazione di saldatura nel magazzino

LA VICENDA 

Ancora non è chiara la dinamica degli eventi, ma secondo quanto riporta una fonte locale, la prima esplosione accidentale sarebbe partita da una nave che trasportava un carico di fuochi d'artificio. Da qui si sarebbe innescata una seconda esplosione più grande in un deposito chimico. Ora una nuvola gigantesca sovrasta la città e gli abitanti sarebbero in fuga.  Secondo il canale televisivo panarabo Al Mayadeen la violenta esplosione è stata sentita anche a Cipro, e a 240 chilometri di distanza

Il ministro dell'interno del Libano, Mohamed Fehmi, ha dichiarato ai giornalisti che l'esplosione al porto sarebbe stata causata "dal nitrato di ammonio, immagazzinato in grande quantità". Le dichiarazioni confermerebbero le notizie circa la formazione di una nube tossica, riconducibile a una sostanza chimica, segnalata dai residenti di Beirut. Anche una testata libanese, al Mayadeen, riporta di un deposito di sostanze chimiche, in particolare il benzene.

 I responsabili della "catastrofe" di Beirut dovranno darne conto": lo ha detto il primo ministro libanese Hassan Diab. "Quello che è successo oggi non passerà senza conseguenze - ha detto in un messaggio televisivo -. I responsabili di questa catastrofe ne pagheranno il prezzo".

"Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L'Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"L'Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione". Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo un tweet della Farnesina.



Ti potrebbero interessare

Speciali