Decreto governo. Scioperi in tutta Italia. Mercoledì stop dei metalmeccanici in Lombardia. I sindacati "per lavorare servono le condizioni di sicurezza"

di redazione 23/03/2020 ECONOMIA E WELFARE
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 L'ultimo decreto varato dal governo che restringe il numero di imprese che possono restare aperte continua a dividere il mondo del lavoro. Già oggi da Nord a Sud sono partiti i primi scioperi all'interno delle aziende. Secondo quanto riporta la Fiom, hanno incrociato le braccia al momento i lavoratori di Leonardo, Ge Avio, Fata Logistic System, Lgs, Vitrociset, MBDA, DEMA, CAM e DAR. 

Tra i primi a schierarsi pubblicamente contro le decisioni prese ci sono poi i lavoratori delle aziende metalmeccaniche della Lombardia, che hanno proclamato uno sciopero mercoledì 25 marzo per 8 ore. La decisione, ha spiegato il segretario Fim-Cisl Marco Bentivogli, "è stata presa perché si consideri la Lombardia una regione dove sono necessarie misure più restrittive sulle attività da lasciare aperte". In un secondo momento lo stesso Bentivogli ha però chiarito che si sta ancora discutendo sullo sciopero e sulle modalità di attuazione della protesta.

Decisione analoga anche per ii settori chimico, tessile, dell'energia e della manifattura che in Lombardia hanno proclamato uno sciopero per mercoledì. A comunicarlo sono state in una nota le segreterie Filctem, Femca e Uiltec. "Ci mobilitiamo per difendere la vita e la salute - ripprta il testo -  il Decreto del governo tiene conto solo in misura parziale delle istanze che Cgil, Cisl e Uil hanno posto all'attenzione dell'esecutivo; infatti molte attività non essenziali nè indispensabili sono state inserite tra quelle che possono continuare a lavorare. L'aver inserito nelle attività d'impresa da considerare essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale non hanno nulla, depotenzia il decreto e crea l'effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno 'rimanere a casa'".

Minacciono di fermarsi anche i lavoratori del settore bancario. I segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin in una lettera spedita questa mattina all'Abi, a Federcasse, a tutte le banche, e, per conoscenza, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte denunciano come "i dipendenti del settore, tra i quali si registrano molti casi di positività al Coronavirus, non operano in condizioni di sicurezza", senza mascherine, guanti e disinfettanti.

Interevendo a Circo Massimo su Radio Capital, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia aveva contestato l'ipotesi di sciopero generale ventilata in queste ore dai sindacati. "Lo sciopero generale? Onestamente non capisco a capire su cosa", le chiusure di aziende "sono addirittura più restrittive "di quello che aveva indicato" il Governo ai sindacati sabato scorso. "Io non ho capito più di questo cosa si dovrebbe fare".

Di ipotesi di sciopero ha parlato il segretario della Cgil Maurizio Landini, sempre a Circo Massimo. "Abbiamo detto non di scioperare in senso generale ma che, laddove non ci sono le condizioni di sicurezza, se i lavoratori, le Rsu e le categorie proclamano uno sciopero, hanno il sostegno di Cgil", ha detto. "Sono state aggiunte, grazie alle pressioni di Confindustria - aveva invece detto Landini intervistato al Giornale Radio Rai - tutta una serie di attività che non rientrano tra quelle che devono essere ritenute essenziali. Noi diciamo che in questa fase deve venire prima la salute dei cittadini"



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