Legge di bilancio. Aumenti in vista per articoli per fumatori, meno detrazioni per i redditi più alti e nuove imposte per i prodotti inquinanti.

di redazione 30/10/2019 ECONOMIA E WELFARE
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La Bozza della Legge di bilancio introduce alcune novità come una nuova imposta su quelli che vengono definiti "profitti accessori ai consumi di tabacchi": filtri e cartine. Non solo, si stabilisce che le spese sanitarie non saranno più detraibili se pagate in contanti, ci sarà una stretta su camion e pullman inquinanti.

Nel dettaglio, si legge nella norma, ad essere copiti saranno "le cartine, le cartine arrotolate senza tabacco e i filtri funzionali ad arrotolare le sigarette" che saranno "assoggettati ad imposta di consumo in misura pari a 0,005 euro il pezzo contenuto in ciascuna confezione destinata alla vendita al pubblico". Per come è scritta la norma, nel caso di una confezione da 50 cartine, si tratterebbe di un aggravio di 25 centesimi.

La nuova imposta sul consumo "è dovuta dal produttore o fornitore nazionale o dal rappresentante fiscale del produttore o fornitore estero all'atto della cessione dei prodotti alle rivendite", ovvero i tabaccai. La norma impone inoltre che tali prodotti siano venduti solo nei rivenditori autorizzati, escludendo la vendita online. "È vietata la vendita a distanza, anche transfrontaliera, ai consumatori che acquistano nel territorio dello Stato", si legge nel testo. "L'Agenzia delle dogane e dei monopoli, fermi i poteri dell'autorità e della polizia giudiziaria ove il fatto costituisca reato, comunica ai fornitori di connettività alla rete Internet ovvero ai gestori di altre reti telematiche o di telecomunicazione o agli operatori che in relazione ad esse forniscono servizi telematici o di telecomunicazione, i siti web ai quali inibire l'accesso, attraverso le predette reti, offerenti prodotti di cui al comma 1".

Confermata la stretta sulle detrazioni per i redditi più alti. In base alla bozza, gli sgravi per i redditi oltre i 120 mila euro vengono ridotti progressivamente. La "rimodulazione degli oneri detraibili in base al reddito" tocca anche le spese per la salute, ma "sono in corso valutazioni per escludere le spese sanitarie relative a patologie gravi", si legge nella bozza. Il governo aveva annunciato che le spese sanitarie sarebbero state esenti, come quelle per i mutui prima casa.

Inoltre il testo prevede che solo i pagamenti con strumenti elettronici, carte o bonifici, possano essere conteggiati tra le spese che usfruiscono delle detrazione al 19%, come ad esempio le spese sanitarie.

Nella bozza della manovra vengono eliminate, dal prossimo anno, le agevolazioni sul gasolio commerciale per l'autotrasporto per i mezzi fino a euro 3 (attualmente sono esclusi quelli fino a euro 2). Dal 2021 la stretta riguarderà anche i mezzi euro 4, che non potranno più usufruire dell'accisa agevolata. Riviste, sempre in chiave ambientale, anche le accise sui prodotti energetici impiegati per produrre energia.

Buone notizie anche per le famiglie con figli piccoli. Il voucher per gli asili nido raddoppia per i nuclei con Isee fino a 25 mila euro, passando dagli attuali 1.500 A 3.000 Euro. Il bonus sale a 2.500 euro anche per le famiglie con Isee fino a 40 mila euro mentre resta a 1.500 Euro per chi supera questa soglia di isee e per tutti rimane parametrato su 11 mensilità. A questa misura vengono destinati 190 milioni in più nel 2020.

Novità anche sul fronte dell'editoria. Alle scuole pubbliche che acquistano abbonamenti a quotidiani e periodici, anche digitali, è attribuito un contributo fino all'80% della spesa sostenuta. La misura lega l'assegnazione del contributo a un bando annuale a valere sul fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, per un importo non superiore a 20 milioni. Intanto, in previsione di una riforma organica del settore, tutti i termini relativi alla riduzione dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici sono differiti di 12 mesi ("sono conseguentemente differite le riduzioni applicabili alla contribuzione diretta"). A Radio Radicale è prorogato per 2020-2022 il regime convenzionale, con una spesa di 8 milioni per ciascuno anno.

Maggiori dettagli arrivano invece sulla cosiddetta sugar tax, che viene definita imposta sulle bevande analcoliche "edulcorate".  L'imposta è fissata nella misura di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti e 0,25 per chilogrammo per i prodotti da utilizzare previa diluizione (il contenuto di edulcorante è determinato con riferimento al potere stabilito in base al rapporto tra concentrazione di saccarosio e quella della soluzione dell'edulcorante) e non si applica alle bevande destinate all'export.


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