Al Piccolo Bellini di Napoli "Il sogno di Nietzsche". Triangolo amoroso e filosofico tra menti seduttive

di Anita Laudando 17/10/2019 ARTE E SPETTACOLO
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Prodotto da​​ La T.T.R. Il Teatro di Tato Russo​ ,​ dal 12 al 20 ottobre 2019 il Piccolo Bellini di Napoli ospita 'Il sogno di Nietzsche' di Maricla Boggio. E che sogno….

Da quali stelle siamo stati portati insieme fin qui?" esclamò Friedrich quando incontrò la trasgressiva​ Lou Von Salomé.
Lou, scrittrice russa interpretata dal sensuale distacco di Adriana Ortolani è il baricentro di un triangolo fuori dagli schemi, quello tra Friedrich Nietzsche (Ennio Coltorti) e Paul Rée (Jesus Emiliano Coltorti).
Padrone degli argomenti filosofici e culturali, che in tardo ottocento hanno permesso l’incontro intellettuale e fisico di queste tre menti seduttive, il Coltorti ci ha voluto risparmiare cliché e lezioni filosofiche di sorta. La sua regia, pulita, essenziale e ritmica, affascina lo spettatore che sa di assistere ad un evento intimo. La corrispondenza epistolare dei tre e la poesia dei loro incontri sulla scena, svelano compostamente l’uomo Nientsche, l’essere umano del “​ Ecce homo. Come si diventa ciò che si è”.
Che si ritrovino a Roma a Berlino o in una foresta poco importa, perché quando i tre filosofi ​ sperimentano la rottura delle regole borghesi, restano disarmati chi da un corpo, chi da una mente, chi della propria libertà.
“A volte ho affermato l’inferiorità dei sentimenti rispetto alla ragione, ma questo vale per la filosofia non per la vita”: amara realtà della nebbia spirituale in cui cadde il Nietzsche innamorato e respinto proprio negli anni in cui era intento a scrivere la prima parte del​ "Così parlò Zarathustra". Con eleganza, gli attori ci rendono parte de gioco emotivo per il quale la verità che ne emerge è che sono proprio le pulsioni e l’inconscio a determinare l’esistenza dell’uomo e non gli intelletti di cui​ i nostri protagonisti sono pur così fervidi. Del resto Nietzsche è il filosofo le cui intuizioni, come disse lo stesso Freud «coincidono spesso, in modo sorprendente, con i risultati faticosamente raggiunti dalla psicoanalisi».

Caro signor professore, alla fin fine avrei preferito essere professore a Basilea piuttosto che essere Dio; ma non ho potuto anteporre il mio comodo privato al compito di creare un mondo»
Un tocco di ironia in chiusura e tanti meritati applausi.


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