4 novembre 1918. Cento anni fa la fine della Prima guerra mondiale. Si compiva il percorso unitario nazionale. Mattarella "La guerra figlia dei nazionalismi"

di redazione 04/11/2018 CULTURA E SOCIETÀ
img

4 novembre, l’Italia celebra il “Giorno dell’Unità nazionale” e la “Giornata delle Forze armate”. Tante le iniziative organizzate dal ministero della Difesa per l’occasione, il tutto in un momento di particolare delicatezza per il settore, tra i cambi al vertice e il dibattito sulle annunciate riduzioni di budget. Soprattutto, la ricorrenza assume quest’anno un significato particolare, in coincidenza del centenario della fine della Prima guerra mondiale.

 In questo giorno di cento anni fa, a Villa Giusti fu siglato l’armistizio che segnò la fine della Grande guerra e il compimento del processo di unificazione nazionale. “Fu proprio durante la Prima guerra mondiale che gli italiani si trovarono per la prima volta fianco a fianco, legati indissolubilmente l’un l’altro sotto la stessa bandiera nella prima drammatica esperienza collettiva che si verificava dopo la proclamazione del Regno”, ricorda il ministero della Difesa. Il 4 novembre è così festa dell’Unità d’Italia dal 1922, quando il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre dichiarò la festività nazionale. Già l’anno prima, per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma.

E proprio con la deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite ignoto da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro Elisabetta Trenta, prenderanno il via le celebrazioni. A tributare gli onori al capo dello Stato ci sarà una Brigata di formazione interforze schierata in Piazza Venezia. Nei cieli, il tradizionale passaggio delle Frecce Tricolori, oltre al sorvolo di cinque elicotteri di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. A seguire, la deposizione di una corona d’alloro da parte del capo dello Stato al Sacrario di Redipuglia. Al Sacrario militare dei Caduti d’oltremare di Bari sarà il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in rappresentanza del presidente della Repubblica, a deporre una corona d’alloro in onore di tutti i caduti.

Bisogna "ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea". Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Trieste. "Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l'incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo".  

Il Presidente della Repubblica ha deposto questa mattina all'Altare della patria a Roma una corona d'alloro al sacello del milite ignoto in occasione della ricorrenza del 4 novembre e della vittoria della Grande Guerra. Alla cerimonia stanno partecipando anche la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il Capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano, il capo della polizia Franco Gabrielli.

Mattarella incontrerà stamani, in forma privata, alcuni dei sindaci di comuni colpiti dal maltempo dei giorni scorsi. Lo ha annunciato il Giornale radio Fvg della Rai. Il Capo dello Stato, si è appreso successivamente, incontrerà i sindaci in Prefettura, a Trieste, dopo la cerimonia per il 4 Novembre che si terrà in piazza dell'Unità d'Italia.

 "Nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente. Soprattutto i giovani lo hanno compreso", dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un'intervista al Corriere della Sera nel centenario della fine della Grande Guerra. "Oggi - afferma il capo dello Stato - possiamo dirlo con ancora maggior forza: l'amor di Patria non coincide con l'estremismo nazionalista". 

"Le democrazie hanno bisogno di un ordine internazionale che assicuri cooperazione e pace, altrimenti la forza dei loro stessi presupposti etici, a partire dall' inviolabilità dei diritti umani, rischia di diventare fragile di fronte all'esaltazione del potere statuale sulla persona e sulle comunità". E' la riflessione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un'intervista in apertura di prima pagina al Corriere della Sera nel centenario della fine della Grande Guerra, e nella quale mette in guardia dall' "estremismo nazionalista". "Il 4 novembre 1918 - dice il presidente - è il giorno della piena conquista dell'Unità d'Italia, con Trento e Trieste, al prezzo di centinaia di migliaia di morti e di sofferenze immani". Poi, "il fascismo fece propria e diffuse l'idea della guerra 'generatrice' della Patria, attraverso il sangue degli italiani". E "l'esasperazione del nazionalismo fu posta alla base di una supremazia dello Stato sul cittadino, di una chiusura autarchica", ma "oggi - afferma Mattarella - possiamo dirlo con ancora maggior forza: l'amor di Patria non coincide con l'estremismo nazionalista", "l'amor di Patria - ripete - oggi è inscindibile con i principi della nostra Costituzione, che ne sono il prodotto e il compimento". Il presidente dice di non temere ora "la ricomparsa degli stessi spettri del passato, pur guardando con preoccupazione a pulsioni di egoismi e supremazie di interessi". E poi spiega: "l'Europa si è consolidata nella coscienza degli europei, molto più di quanto non dicano le polemiche legate alle necessarie, faticose decisioni comuni nell'ambito degli organismi dell'Unione Europea". "A volte - prosegue Mattarella - questa interdipendenza appare a taluno come un vincolo", "di fronte a una crisi, a un'insufficiente capacità di governo dei processi globali, si cerca nel focolare domestico la protezione dagli effetti dell'interdipendenza. Ma nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente. Soprattutto i giovani lo hanno compreso. Sono cresciute giovani generazioni che si sentono italiane ed europee", conclude il capo dello Stato.

 Cuore delle manifestazioni sarà comunque Trieste, con diversi momenti che rievocheranno alcuni fatti significativi della fine della prima guerra mondiale, compreso l’ingresso delle truppe italiane nella città e il sorvolo di un velivolo dell’epoca. In programma c’è anche il lancio di un team di paracadutisti militari con il vessillo Tricolore, oltre alla presenza di due unità navali della Marina militare. Chiuderà la manifestazione il passaggio delle Frecce Tricolori. La giornata rappresenta il centro di una serie di iniziative avviate, il 18 ottobre, dal ministro Trenta con l’incontro di 450 studenti di Ostia, e destinate a ripetersi nei prossimi mesi. Tra l’altro, ricorda il dicastero Difesa, “in questi giorni, personale di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri sta incontrando gli studenti degli istituti scolastici di 28 città italiane per parlare del 4 novembre e dell’importanza dell’Unità nazionale”.


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali