L'Italia del futuro. Spopolata e più vecchia. Drastico calo delle nascite in un paese di pensionati, per chi avrà una pensione

di redazione 04/10/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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 Come sarà l’Italia tra 32 anni?

Meno popolata e assai più vecchia. Il nostro Paese si avvia verso un lungo “inverno demografico”. Lo scorso anno si sono volatilizzati più di 100mila concittadini e la popolazione continuerà a diminuire da qui al 2050 (saremo il 17% in meno). Non solo. I giovani diventeranno una rarità: oltre un italiano su tre sarà in età da pensione (il 12% in più di oggi). E ancora: i migranti non riempiranno più le culle. Con l’attuale rallentamento dei flussi, infatti, l’immigrazione non riuscirà più a compensare il calo demografico. A fotografare l’invecchiamento del nostro Paese è il Rapporto 2018 sull’economia dell’immigrazione, che la Fondazione Leone Moressa presenterà il 10 ottobre a Palazzo Chigi, a Roma. 
 
Italia e Germania maglie nere. Il primo confronto riguarda la situazione demografica attuale. Osservando la differenza tra nati e morti nel 2017 (saldo naturale), appare una netta frattura tra i Paesi europei. In particolare, la crescita demografica più forte si registra in Francia (+164.600) e Regno Unito (+147.900). Positivi anche altri Paesi del Nord come Irlanda, Svezia, Danimarca, Belgio e Paesi Bassi. Situazione opposta invece tra i Paesi dell’Europa meridionale (Portogallo, Spagna, Grecia), i Paesi baltici e quelli dell’Est (Ungheria, Romania, Bulgaria, Polonia). La situazione più critica si registra in Italia e Germania. Nell’ultimo anno la Germania ha registrato 785mila nati e 933mila morti (saldo -148.000), l’Italia 459mila nati e 650mila morti (saldo -191.000).
 
Centomila gli italiani “scomparsi”. In Germania, nell’ultimo anno, il saldo tra nati e morti è stato dunque negativo. Tuttavia, questo è stato compensato da un saldo migratorio fortemente positivo (+476mila), che ha garantito una crescita della popolazione, in linea con Francia e Regno Unito. L’Italia invece ha registrato una perdita di oltre 100mila abitanti. Il saldo naturale negativo (-191mila), infatti, non è stato compensato dal saldo migratorio (tra arrivi e partenze), che si è attestato su livelli piuttosto modesti (+85mila). «Negli ultimi anni l’Italia ha registrato un calo degli ingressi di immigrati – scrivono i ricercatori della Moressa – nonostante gli sbarchi abbiano avuto una enorme risonanza mediatica, in termini numerici sono stati molto inferiori rispetto agli ingressi per lavoro degli anni pre-crisi. Così l’immigrazione non riesce più a compensare il calo demografico».
 
Anno 2050, crollano gli italiani. Guardando alle previsioni demografiche del 2050 e ipotizzando che non vi siano variazioni negli attuali trend migratori e al netto di improbabili (per ora) baby boom, solo 4 Paesi Ue registrerebbero una variazione positiva della popolazione: Irlanda, Francia, Regno Unito e Svezia. Per gli altri 24 Paesi, la popolazione diminuirebbe. In particolare, l’Italia col 16,7% di cittadini in meno, sarebbe seconda solo alla Bulgaria.
 
Un Paese di pensionati. Tutti i Paesi Ue sono poi destinati a registrare nel 2050 un aumento della quota di cittadini over 65. Complessivamente, tale quota passerebbe al 28,5%: quasi 10 punti in più rispetto al 2015. «Questo ovviamente avrà ripercussioni anche sulla forza lavoro e sui conti pubblici (diminuiscono i lavoratori, aumentano i pensionati)». E in Italia? I cittadini con oltre 65 anni diventerebbero circa il 34%: il 12% in più di oggi.


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