METRO C. Si allungano i tempi per l'apertura dello snodo di San Giovanni. Metro A da ristrutturare

di redazione Roma 28/06/2017 ROMA
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Mario Macaluso, dirigente dell’area gestione ed esecuzione degli interventi di autorizzazione e della prevenzione degli incendi di Atac, è stato chiaro in commissione trasporti: "Il nuovo capolinea della linea verde aprirà con più probabilità a gennaio". Insomma, nel 2018 e non più nel 2017. Si farà di tutto per stringere i tempi e rispettare la deadline fissata dalla prima cittadina ma la rincorsa potrebbe comunque non bastare a cambiare la storia della terza metropolitana di Roma, confermando un curriculum fino a questo momento zeppo di costosissime varianti, ritardi e inchieste contabili e penali.

Al di là di mere questioni da calendario, resta in piedi la questione della ristrutturazione delle metro A e B. Da qui al 2022, il Campidoglio dovrà trovare 1,2 miliardi di euro per adeguare gli standard della linea rossa e di quella blu, mai interessate da alcun tipo di restyling dalla loro apertura, alle ultime normative antincendio. Trovare 600 milioni a tratta non sarà facile e, rifletteva ieri Enrico Stefàno, il consigliere pentastellato e presidente della commissione Trasporti in odor di promozione ad assessore, "al Comune servirà il supporto economico dello Stato. Abbiamo già aperto il dialogo con il ministero dei Trasporti".

Anche perché in ballo c’è il collegamento della metro A con la metro C all’altezza della banchina, sempre a San Giovanni. La stazione della linea rossa, si è scoperto ieri in commissione durante l’intervento del dirigente Atac, "sarà oggetto di una consistente ristrutturazione in ambito di nodo di scambio con la metro C. Ma ci vorranno non meno di 3-4 anni per adeguarla. Questa è una stima mentre ancora non c’è un cronoprogramma ufficiale di RomaMetropolitane che è l’ente responsabile di questo progetto in variante, che sarà realizzato da Metro C spa".

Per chiarire: dal giorno dell’apertura al pubblico sarà possibile passare dalla metro A alla C con lo stesso biglietto, ma soltanto risalendo dai binari all’altezza dei tornelli. Per un collegamento sotterraneo più diretto, simile a quello tra la A e la B alla stazione Termini, dovranno invece passare almeno tre anni. Il tempo necessario a portare le due linee sugli stessi standard antincendio e stilistici. Il progetto prevede anche un nuovo look per la vecchia metro A: ristrutturazione totale, più illuminazione e accessibilità garantita anche ai disabili.

Come riportato dai quotidinai Repubblica e Messaggero nelle settimane scorse "

La situazione ad oggi non è certo delle più rosee: Spagna, Barberini, Repubblica, Vittorio Emanuele e San Giovanni sono off limits e i lavori di adeguamento di sette stazioni, previsti addirittura per l’inizio del Giubileo della Misericordia, devono ancora partire. Per quanto riguarda le linee tram, solo due linee su sei sono completamente accessibili. Non tanto per i convogli (115 su 167 sono pronti ad accogliere utenti con disabilità), quanto per il mancato adeguamento delle banchine. Capitolo bus: i 1991 della flotta Atac sono divisi tra i 149 nuovi mezzi con pedane a norma, i 1323 con dispositivi manuali e i 230 con elevatori elettrici. I restanti 289 non superano il test, con buona pace dei disabili che avranno la sventura di incontrarli lungo un tragitto già colmo di ostacoli.



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