Bomb! Il docufilm di Matteo Scarfò sulla vita del poeta Gregory Corso

di redazione 23/03/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Bomb! Fantasia in fiamme di Matteo Scarfò. All'incontro sarà presente il regista.

24 marzo 2017 ore 18.00. In occasione della giornata della Poesia, presso la biblioteca Giordano Bruno proiezione del docufilm di Matteo Scarfò dedicato alla vita del grande poeta Gregory Corso, morto a Roma nel 2001. Poeta della  Beat Generation, personaggio dalla vita travagliata, difficile e contrastata, eppure illuminata, nel buio profondo in cui è spesso caduto, dalla luce della sua poesia.

Gregory Corso (vero nome Gregorio Nunzio Corso) è uno dei più grandi poeti del secondo Novecento. Dopo una gioventù difficile, fatta di ribellione, fughe, sogni Corso nel 1947, in seguito ad una rapina, trascorse tre anni in prigione dove anche grazie alcuni galeotti diventati suoi amici, s’innamorò della poesia, della letteratura, dei libri, portandoli con sé per tutta la vita.

Poeta della "beat generation". Nella poesia di Corso la sensibilità alla sofferenza (personale, ma anche quella altrui), l'estraniamento, la deriva, la polemica contro ogni convenzione sociale, si accompagnano sempre a toni originali di nostalgia o di esaltazione creativa, di ironia e autoironia. Il dolore non diventa mai autocommiserazione ma, al contrario, può trasformasi in capriola filosofica che tutto ribalta, o in guizzo clownesco, risata liberatoria, impennata d'orgoglio per la propria libertà personale e artistica. 

 In lui il rifiuto di ogni regola sottintende sempre la totale accettazione di un'unica, semplice regola: essere poeta fino in fondo e senza compromessi. 

Allora più che un poeta della "beat generation" Gregory Corso è la "beat generation" stessa.

 Il primo a riconoscerlo fu il più fortunato (poeticamente ed economicamente) Allen Ginsberg che chiude la citata introduzione ricordando l'amico poeta come "un solitario, ridicolmente ignorato dai patri allori, divino Poeta Maledetto".


Quando a vent'anni esce di prigione si considera "colto e innamorato di Chatterton, Marlowe e Shelley".

Nel 1950 torna a vivere a New York, dove casualmente incontra in un bar del Greenwich Village il poeta Allen Ginsberg che, colpito dai suoi testi e dal suo fervore poetico, lo presenta ai suoi amici e poi lo aiuta a trovare un editore per l'uscita della sua prima raccolta poetica: The Vestal Lady Brattle and other poems (1955, La vestale di Brattle), con testi dedicati alla memoria del musicista "Bird" Parker e al poeta Dylan Thomas, sregolato come Corso e morto a New York nel 1953. I due poeti rimarranno amici per sempre e Ginsberg risolverà non poche situazioni di difficoltà economiche costantemente attraversate dall'amico Gregory. 

 

Sempre nel 1958 scrive a Parigi e poi diffonde la famosa poesia "Bomba", redatta in forma di fungo nucleare, un po' per provocazione (come era nel suo stile) un po' per reagire agli eccessi degli antinuclearisti.

 La poesia suscita molte polemiche e vari tipi di accuse, ma in realtà essa è un'elegia dai toni ironici e corrosivi, talvolta comici.

Nel 1960 Corso dà alle stampe la raccolta The Happy Birthday of Death (Il buon compleanno della morte), che contiene testi famosi, paradossali e lunghi ("Bomba", "Matrimonio", "Capelli", "Esercito", "Pagliaccio", "Potere"; quest'ultima è dedicata all'amico Allen Ginsberg ed è, come in Corso capita spesso, un'esaltazione della poesia e della vita); del 1962 è Long Live Man (Lunga vita all'uomo), quarta raccolta poetica e anche questa, come la precedente, pubblicata dalla casa editrice New Directions.

 Lunga vita all'uomo, è dedicato al padre Sam Corso e il poeta lo considera "il preludio alla mia nuova franchezza".

 Poco più che trentenne Gregory Corso è conosciuto come poeta eversivo e sperimentale: ha pubblicato quattro importanti e originali lavori poetici, ha partecipato ai famosi e affollati "poetry reading" di San Francisco, in locali e in aule universitarie, in cui affascina gli spettatori con la sua forza umana e poetica. È il più giovane dei quattro padri della "beat generation", nata a New York intorno al 1950, che come modello di vita sostiene la libertà da ogni vincolo sociale e il nomadismo, il rifiuto del conformismo e dell'opulenza americana, dell'assillo del denaro e del successo, la ricerca di nuove dimensioni di conoscenza attraverso il viaggio, la trasgressione, l'eros, l'uso di sostanze stupefacenti. 

 

La condizione dell'artista contemporaneo è marginale, insignificante, eppure il poeta non abbandona il campo, lotta fino alla fine e lo fa con passione e orgoglio.
I versi di Corso sono fulminei, spesso melodiosamente violenti, privi sia di sentimentalismi che di eccessi intellettualistici e solo nelle ultime composizioni, talvolta, viene fuori un pizzico di autocompiacimento, di ironico autocitazionismo

 

Pur non avendo mai avuto un lavoro stabile, pur essendo alcolista e tossicodipendente dall'inizio degli anni '60, Gregory Corso viaggiò molto (Sud America, Africa, Messico...) e visse a lungo in Europa: in Francia, in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Grecia, in Italia. Risiede anche in Italia, ospite della Pivano a Milano (conosciuta nel 1960), e soprattutto a Roma, dove la sera si ubriaca nei bar e nelle vinoteche di Campo de' Fiori e via del Governo Vecchio.

 Nel 1976 Guanda gli dedica un denso volume di Poesie, a cura di Gianni Menarini. Nel 1979 partecipa con Ginsberg al Festival dei Poeti di Castelporziano, sul litorale romano. Negli anni '80 tiene molte letture in tutta Italia, dove viene ormai considerato il rappresentante della poesia americana "beat".

Nel 1997 muoiono altri due padri della "beat generation", Ginsberg e Burroughs. Nel 2000 Corso è operato a New York per un tumore alla prostata, l'11 gennaio del 2001 muore a Robbinsdale, presso Minneapolis. Il 5 maggio dello stesso anno le ceneri di Gregory Corso vengono trasportate in Italia e sepolte, per sua espressa volontà, nel Cimitero acattolico del Testaccio, sotto l'ombra della piramide Cestia, accanto ai suoi amati poeti inglesi Keats e Shelley. Sulla sua lapide sono incisi i versi della poesia "Spirito".


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