Fine Vita. Dj Fabo è morto in Svizzera. " La mia vita non ha più senso. Via da questo inferno. Ce l'ho fatta senza l'aiuto del mio Stato"

di redazione 27/02/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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La cronaca

'Fabo e' morto alle 11,40, ha scelto di andarsene rispettando le regole, di un paese che non e' il suo'': Lo scrive Marco Cappato sul suo profilo Facebook

La compagna di una vita, Valeria, all'una della notte fra domenica e lunedì, aveva scritto su Facebook: "Vorrei che questa notte non finisse mai". E poco dopo sono state sempre quelle labbra a mordere il pulsante che ha dato il via all'immissione del farmaco.

"Chissà se ce la faccio, e se non ci riesco? Visto che lo yogurt svizzero è più buono, me ne porto un po' a Milano, che dici?", scherzava, in un'estrema medicamentosa autoironia. La forza che ha messo in quella piccola porzione di corpo è stata sufficiente a far scattare un meccanismo: nei tubi delle flebo, senza aiuti esterni, come prescrive la legge svizzera sul suicidio assistito, dj Fabo si inietta un veleno farmacologico che, stando alla medicina, lo uccide senza sofferenza. Due assistenti osservano nel silenzio della stanza senza musica quegli occhi che si chiudono presto per l'effetto del narcotico. Venti minuti dopo, alle 11.40 di ieri, nella zona industriale di questa cittadina non lontana da Zurigo, tra aziende meccaniche e carrozzerie, campi di calcio e tiri al bersaglio, smette di respirare l'italiano Fabiano Antoniani, 40 anni.

 Le ultime parole:

"Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l'aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore".

Così, con un filo di voce, dj Fabo parla dalla Svizzera dove è ricoverato in una clinica per ricevere il "suicidio assistito". Con Fabo c'è Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni.  

Questo il testo integrale del messaggio video di Dj Fabo: "Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l'aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille". "Grazie a te Fabo", è la risposta di Marco Cappato.

Fabiano Antoniani ha 39 anni ed è tetraplegico e cieco dall'estate 2014 in seguito ad un grave incidente stradale. Non è la prima volta che l'Associazione Coscioni interviene, e Antoniani è il sesto di cui si ha notizia. Cappato ha annunciato di aver accettato di aiutare Fabo su Facebook, ricevendo subito centinaia di commenti e condivisioni. Tutti messaggi per DJ Fabio, anche sul suo profilo social, di saluto, affetto, commozione, tristezza, "auguri di buon viaggio". Ma anche critiche allo "Stato sordo". A questi sono aggiunti però anche gli appelli come quelli di Dj Aniceto, "per favore vivi", e di Matteo Nassigh, 19 anni, disabile gravissimo dalla nascita, pubblicato stamani sull'Avvenire: "non chiedere di morire, noi non possiamo correre ma siamo pensiero, e il pensiero migliora il mondo". Il dibattito sulle norme in materia di eutanasia è stato avviato in Parlamento per la prima volta nel marzo 2013 e attualmente vi sono sei proposte di legge (una di iniziativa popolare presentata proprio dalla Coscioni) che dovrebbero confluire in un unico testo di legge, ma è tutto fermo da un anno. Va invece un po' più spedito il ddl sul Biotestamento, ma è stato proprio il terzo rinvio all'approdo in Aula alla Camera a determinare l'appello di due giorni fa di DJ Fabo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per "sbloccare lo Stato di impasse voluto dai parlamentari". Da parte del Quirinale, però, finora non sono arrivati commenti.

In un video-appello del mese scorso "Fabo per vivere #LiberiFinoAllaFine", Antoniani, che si era rivolto all'Associazione Luca Coscioni per arrivare "al cuore della politica", spiegava di "non essere depresso e di mantenere tutt'ora il senso dell'ironia", ma di sentirsi umiliato dalle proprie condizioni: "immobile e al buio, considera la propria condizione insopportabile, consapevole che potrebbe durare per decenni". Non è noto in quale clinica svizzera si sia recato Dj Fabio, ma nella confederazione elvetica organizzazioni quali Exit et Dignitas forniscono un'assistenza al suicidio nel quadro previsto da un articolo del Codice penale in virtù del quale l'assistenza al suicidio non è punibile se non vi sono "motivi egoistici". Cappato in un video sul suo profilo Facebook ha spiegato questa sera di essere "in Svizzera con Fabiano Antoniani che oggi ha avuto la sua prima visita medica e domani mattina farà la seconda, per controllare le sue condizioni fisiche e anche per confermare eventualmente la sua volontà di ottenere l'assistenza medica alla morte volontaria". "Un tipo di aiuto e di assistenza - ha sottolineato - che dovrebbe essere riconosciuta a tutti i cittadini ovunque invece di condannare e costringere persone a questa sorta di esilio della morte che ritengo debba essere al più presto superato". Beppino Englaro, padre di Eluana e protagonista di una lunga battaglia per il diritto all'autodeterminazione anche per chi non è più in grado di esprimere la sua volontà, sostiene che "L'eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte". Alberto Gambino, giurista cattolico e presidente dell'associazione Scienza & Vita, vicina alla Cei, dal canto suo ha però invitato a distinguere tra la vicenda di DJ Fabo, "che merita pietà" e "lascia senza parole", e la proposta di legge sul biotestamento in discussione in Parlamento: "è strumentale fare come i Radicali, che legano le due cose per chiedere l'approvazione veloce della legge in Italia".

Cappato, "andrò ad autodenunciarmi - "Al mio rientro in Italia, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità". Lo ha detto Marco Cappato all'ANSA. Il reato che si configurerebbe sarebbe quello di 'aiuto al suicidio', ha detto. Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, ha accompagnato Dj Fabo in Svizzera per ottenere il suicidio assistito in una clinica specializzata.

Gli approfondimenti:

Per Luigi Manconi, quello che colpisce nella vicenda di Dj Fabo è che non ha cercato scorciatoie con una prassi clandestina molto diffusa. Dall'appello al presidente della Repubblica fino alle costanti sollecitazioni al Parlamento, in lui c'è stata la disperata volontà di poter scegliere da cittadino italiano e nel rispetto di una legge che non c'è". Così il senatore che  proprio sulla legge in arrivo alla Camera annuncia: ''Avrà vita durissima. E faranno da freno centrodestra e centrosinistra, in particolare sulla questione della nutrizione e della idratazione artificiali''

Il teologo Vito Mancuso ha detto che Fabiano è morto perché ha voluto morire. La cosa che ci contraddistingue rispetto agli altri viventi è la libertà rispetto al proprio corpo e carattere. E questo è anche uno dei cardini della spiritualità, la libertà. Quindi la morte più umana è la morte liberamente scelta. Quando un essere umano riflette seriamente suelle sue condizioni e giunge alla scelta consapevole e libera di dire 'me ne vado', questo è un esercizio maturo di libertà e leggittimo da punto di vista spirituale.

 


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