Nel museo misterioso delle "anime del purgatorio" apparizioni e messaggi inviati dall'aldilà

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 18/05/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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Non soltanto il Medioevo è stata l’epoca del culto dei sacri resti particolare forma di devozione da parte dei fedeli e di interesse da parte dei  laici. A poche centinaia di metri dal Palazzaccio e da Castel S.Angelo esiste a Roma sul Lungotevere Prati un misterioso Museo nel quale si trovano raccolti  resti di oggetti, di mani impresse a fuoco su indumenti appartenuti a monache morte da tempo. Sarebbero state individuate a suo tempo in questo modo le dolorose richieste di contatto e di aiuto delle anime del Purgatorio. E’ secondo il credo, l’Aldilà che si pronuncia direttamente  invocando con le sue impronte, una preghiera liberatoria da  chi si trova ancora nel mondo dei vivi.  Questi i fatti. Sul finire del 1800 dopo un incendio nella Chiesa dedicata al suffragio delle anime dl purgatorio, le tracce lasciate dal fuoco avrebbero fatto riconoscere al sacerdote missionario Victor Jouet (proprietario del terreno sul quale era sorta la Chiesa) l’immagine di un volto dall’espressione addolorata. Si convinse così che le anime dei morti condannati al Purgatorio chiedessero ai  vivi il ristoro di una preghiera per affrettare il proprio volo in Paradiso. Il missionario Jout prese così a fare viaggi  in ogni parte d’ Europa per raccogliere e confermare  i segnali  provenienti dal misterioso mondo soprannaturale. Nacque così il Museo degli oggetti ultraterreni con la benedizione del papa Pio X. In seguito la collezione venne drasticamente ridimensionata e l’esposizione portata ai casi  più sicuri.

Così i visitatori durante un breve  viaggio nella misteriosa realtà trascendente di questo insolito Museo, potranno vedere l’impronta di una mano infuocata sulla pagina di un documento, le tracce inspiegabili  sugli abiti di una badessa, la federa di un cuscino appartenuto ad una monaca apparsa dopo la morte a una consorella, le apparizioni di spettri e altro ancora.


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