Weekend. Quando l'amore è uguale per tutti

di Emiliano Baglio 19/03/2016 ARTE E SPETTACOLO
img


Ci sono voluti quattro anni perché Weekend di Andrew Haigh trovasse una distribuzione in Italia. Se finalmente possiamo vedere quest’opera è tutto merito della Teodora film che aveva già distribuito 45 anni sempre di Haigh, film grazie al quale Charlotte Rampling è stata candidata all’Oscar. Tuttavia quando il 10 marzo Weekend è giunto sui nostri schermi ha trovato solo 10 sale disposte a proiettarlo perché nel frattempo la Conferenza Episcopale Italiana, proprietaria di molti cinema d’essai, lo aveva bollato come “Sconsigliato/Non utilizzabile/Scabroso” limitando di fatto la diffusione delle copie. Incredibile ma vero, neanche fossimo nel medioevo quando la chiesa metteva i libri all’indice, bruciava sul rogo Giordano Bruno e falcidiava morti con la Santa Inquisizione. Teodora film, forte anche della polemica sollevata da una tale inammissibile censura, è andata avanti per la sua strada decidendo tra l’altro con ammirevole coraggio di distribuire il film in versione originale con sottotitoli ed il miracolo è avvenuto, il Weekend sta avendo ottimi incassi e le sale che lo proiettano continuano ad aumentare.

Ma cosa c’è in questo piccolo film indipendente girato con due soldi e praticamente due attori che ha dato così fastidio alla Cei?
Weekend parla di amore e sesso tra uomini, lo fa con un linguaggio realista, franco e diretto che non ha paura di chiamare le cose col proprio nome. Fosse questo il problema la Cei dovrebbe battersi contro la maggior parte dei film visto che i termini usati nel film vengono pronunciati quotidianamente tanto al cinema quanto in televisione.
Lo stesso dicasi per la droga che circola nella pellicola e che oramai non può veramente scandalizzare più nessuno.
Non parliamo poi delle scene di sesso, ne vediamo a centinaia ben più esplicite nei film eterosessuali e nessuno trova nulla

A nostro avviso quello che c’è di scandaloso in Weekend è la normalità banale, verista e quotidiana con la quale viene narrato questo breve incontro tra due persone, privo di lieto finale e che pure ne cambierà per sempre l’esistenza.

Andrew Haigh, forte di due protagonisti eccezionali, ha realizzato un film che gronda verismo in ogni fotogramma, raccontandoci il Breve incontro (la citazione del film di David Lean è voluta) tra due anime solitarie e segnate dalla vita, tra lavori comuni e palazzoni grigi il tutto ripreso da una camera a mano discreta.
Da una parte c’è il bagnino Russell (Tom Cullen), un’infanzia segnata dal non aver mai conosciuto i propri genitori ed un presente nel quale il nostro non riesce a vivere serenamente la propria omosessualità.
Dall’altra c’è Glen (Chris New) apparentemente più aperto e spregiudicato e pronto a trasferirsi in America ma che in realtà è rimasto ferito per sempre da una relazione finita male ed ora non vuole più avere legami.
La storia tra i due come suggerisce il titolo, nasce e muore nell’arco di due giorni intensi fatti di canne, coca, sesso e soprattutto di parole e litigi, di un confronto costante tra due personalità così diverse che finalmente s’incontrano e riescono a superare i propri limiti.

Così Glen ritroverà la capacità di amare e Russell riuscirà a baciarlo in pubblico in una bellissima scena prefinale tra le più intense e romantiche degli ultimi anni.
Ecco lo scandalo di Weekend è proprio nel suo essere un film romantico, capace di regalare momenti di assoluta tenerezza come nella scena in cui i due, dopo aver discusso, si tengono per mano alla finestra dell’appartamento di Russell.
Probabilmente lo scandalo è tutto qui, nella capacità di regista ed attori di farci provare una profonda empatia per questa piccola storia fatta di niente, di gesti, parole e luoghi apparentemente banali eppure quotidiani che ci lasciano l’amaro in bocca per come finisce la vicenda.

Weekend è un bellissimo film romantico che ci racconta un amore come tanti immerso nella realtà di tutti i giorni, in questo sta il suo scandalo; nel farci commuovere e nel farci identificare con i suoi personaggi senza farci pensare nemmeno per un minuto che ci sia qualcosa di sbagliato o di strano nel fatto che siano due uomini.
E questa normalità è quanto di più inaccettabile esista per la Cei e per tutti gli omofobi che vorrebbero farci vivere in un eterno medioevo


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali