Rubrica - Il Periodo Natalizio per le strade di Roma

di Settembre 12/12/2015 TRANNE TUTTO
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Ci siamo: è iniziato, è partito. Il periodo Natalizio? Quello dei saldi in anticipo? Il primo articolo di questa nuova rubrica? Non saprei, forse di tutto un po'. 

Per le strade di Roma si avverte una certa frizzantezza e, visto che siamo qui, su internet pure. 

Quindi, evviva il meraviglioso mondo dell'internet, dove le notizie girano e si impanano da sole, basta farle rotolare un po' in rete, appunto. 

Per capire che aria tira nella capitale in questi giorni, basta farsi una passeggiata da nord a sud, o viceversa. Io, il mio giro per la città, l'ho fatto martedì. 

Da poco c'è un albero di Natale enorme e luminoso in Piazza Venezia, uno al Colosseo, palloncini a forma di cuore in Piazza di Sant'Eustachio e ombrelli bianchi e rossi sospesi lungo la Via del Pellegrino, nel cuore del centro storico. Se non fosse per il calendario appeso in cucina e composto da un'unica pagina, l'ultima, potrebbe essere anche carnevale inoltrato o primavera, per le temperature.

Via del Corso però è ancora spoglia da qualsiasi addobbo, non c'è molta gente nei negozi e nei ristoranti come gli scorsi anni in questo periodo. Riesco a percorrerla a piedi in venti minuti senza farmi affettare dalla folla, è tutto troppo tranquillo addirittura, e mentre procedo verso piazza del Popolo mi chiedo se quel fermento frizzantino che sento, e giuro che lo sento, penda più dalla parte commerciale, politica o quella religiosa. 

Poi arriva mercoledì, che è il giorno dopo l'apertura del Giubileo

Ebbene, il Papa ha passato la porta Santa dando inizio ad una sorta di lunga festività spirituale in tema Misericordia e la prima notizia che sento e vedo la mattina dopo, accendendo contemporaneamente radio e pc, sono le statistiche ANSA: «50 mila pellegrini in piazza San Pietro, flop», che suona più o meno come «Sorpresa! Ma gli invitati?». 

E va bene, 50 mila presenze sono di gran lunga inferiori al milione di visitatori previsti (e al milione e mezzo approdato a Roma per la messa di mezzanotte il 24 dicembre 1999, o per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, nel 2014), ma davvero serve rimarcare il fatto che qui da un po' di tempo c'è questo alone d'allerta, fatto passare come cosa digeribile e all'ordine del giorno?

Non è piacevole né sorprendente dirlo, ma dopo i fatti di Parigi la psicosi terrorismo ha avvolto l'Italia e, sorpresa!, gli afflussi turistici sono diminuiti in modo drastico. Nessuno vada a cercare gli invitati. 

Senza contare l'ostilità infondata e spesso ignorante nei confronti del mondo musulmano, di certo non hanno aiutato nemmeno i centinaia di allarmi bomba qui nella capitale, alcuni effettivamente sospetti, altri fittizi, ma nessuno realmente, come dire, reale. Per fortuna!

Diciamocelo, un po' ci piace rotolarci nella polvere di quelli che hanno corso la maratona prima di noi, giusto per dire di esserci stati. E se siamo qui a mascherare il lassismo con la moralità, criticare le proiezioni Fiat Lux sulla Basilica e nel frattempo contare i pellegrini arrivati lì sotto l'8 dicembre, quasi mi stupisco come ancora non sia passato in mente a nessuno di paragonare l'evento-Giubileo al concerto-flop di Chuck Berry a Helsinki del 2013. Grazie al cielo a San Pietro non si paga il biglietto.

Ad ogni modo le ordinanze del Commissario straordinario di Roma hanno allontanato i centurioni dal Colosseo e i risciò da Via del Corso. Ora si potrà andare su e giù a piedi da Piazza Venezia a Flaminio in dieci minuti, penso, e senza nemmeno guardare prima di attraversare da un lato all'altro della strada. 

 


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