23 novembre 1980. 35 anni fa il terremoto dell'Irpinia

di Redazione 23/11/2015 CULTURA E SOCIETÀ
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Una domenica di fine novembre che sembrava una di settembre, anomala per l’Irpinia e la Basilicata abituate di solito già ai primi freddi in quel periodo dell’anno. Una domenica come tante, trascorsa ad ascoltare le partite o con la famiglia, o andando in chiesa. Ma quella del 23 novembre 1980 non sarebbe stata una domenica come le altre per una vasta area compresa tra le province di Benevento, Avellino, Salerno, Napoli, Foggia, Potenza. Alle 19.34 si scatenò l’inferno. Una scossa di terremoto lunga 91 secondi, un’eternità che tocco il suo apice nel 7.1 della scala Richter. Dopo quel minuto e mezzo la vita cambiò per sempre per quei paesi. La prima notte trascorse buia e senza soccorsi. Il mattino dopo in volo gli elicotteri svelarono all’Italia un paesaggio devastato, come bombardato. I morti alla fine furono poco meno di 3000, 9000 mila i feriti, 320 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte. Seguirono lunghe settimane di polemiche sul mancato coordinamento dei soccorsi, sui colpevoli ritardi e sulle omissioni. Il presidente Pertini dinanzi alle telecamere inchiodò la classe dirigente alle sue responsabilità e chiese scusa da parte delle istituzioni.

Seguirono le infiltrazioni camorristiche nella ricostruzione che versò fiumi di denaro in quelle aree, quasi 30 miliardi, seguirono leggi ad hoc come le ex 219/81.

Oggi restano pochissime tracce di quel disastro. I paesi sono ricostruiti, spesso in altre zone lontane dai centri storici, le attività ripartite e tutto sommato le zone colpite allora sono meno depresse di altre aree del Sud Italia. La Fiat arrivò a Melfi anche in seguito al terremoto e in generale decine di aziende nacquero o si insiediarono in quello che fu definito il “cratere”, l’epicentro del sisma. I paesi simboli del terremoto, perché rasi al suolo, Balvano, Teora, Sant’angelo dei Lombardi, Conza, sono centri dove si vive bene e dove però il ricordo non si affievolito in questi 35 anni. Numerose le iniziative in questi giorni per ricordare le vittime e non dimenticare.

 



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