Verso il Conclave. Si è messa in moto la grande macchina che porterà alla fumata bianca che scoprirà il nome del successore di Bergoglio. Anche se i cardinali non si candidano per la carica, ci sono sempre dei favoriti che si presentano al conclave per scegliere il prossimo Papa.
Questi candidati, noti convenzionalmente come "papabili", possiedono quelle che sono considerate le qualità per diventare pontefici. Sebbene "qualsiasi uomo cattolico battezzato" sia eleggibile, dall'anno 1378 vengono selezionati solo cardinali.
I nomi, nel segreto del Conclave
Il vincitore deve ricevere almeno due terzi dei voti da quei cardinali che hanno meno di 80 anni e quindi sono idonei a partecipare. Questo processo sacro e segreto non è una gara di popolarità, ma piuttosto è considerato l'elezione divinamente ispirata del Vicario di Cristo in Terra da parte dei principi della Chiesa. Papa Francesco ha nominato la stragrande maggioranza degli "elettori", spesso scegliendo uomini che condividevano le sue priorità pastorali.
Papa Francesco, 2013 (GettyImages)
La curiosità, il toto-nomi, le sorprese
I nomi, che si possono elencare oggi, a 24 ore dalla morte di Bergoglio, non sono che pure indicazioni, se si considera che nelle due ultime precedenti elezioni, Jorge Mario Bergoglio era considerato troppo anziano per essere eletto papa nel 2013, all'età di 76 anni, e Karol Wojtyla non figurava in nessuna delle liste dei favoriti prima del conclave del 1978 che lo elesse Papa Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II, 1983 (gettyimages)
Ma ecco alcuni dei possibili candidati.
Péter Erdo, 72 anni, arcivescovo di Budapest e primate d'Ungheria, è stato eletto due volte a capo del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, nel 2005 e nel 2011, il che suggerisce che goda della stima dei cardinali europei che costituiscono il più grande blocco elettorale. In tale veste, Erdo ha avuto modo di conoscere molti cardinali africani, poiché il Consiglio ospita regolarmente sessioni con le conferenze episcopali africane. Erdo ha avuto ancora maggiore visibilità quando ha contribuito a organizzare gli incontri di Francesco in Vaticano sulla famiglia nel 2014 e 2015, pronunciando discorsi chiave, nonché durante le visite papali a Budapest nel 2021 e nel 2023.
Reinhard Marx (Vatican.va)
Il Cardinale Reinhard Marx, 71 anni, arcivescovo di Monaco e Frisinga, è stato scelto da Francesco come consigliere chiave nel 2013. Marx è stato successivamente nominato a capo del Consiglio che sovrintende alle finanze vaticane durante le riforme e il contenimento dei costi. L'ex presidente della Conferenza episcopale tedesca è stato un convinto sostenitore del controverso processo di dialogo "sinodale" nella Chiesa tedesca, avviato nel 2020 in risposta allo scandalo degli abusi sessuali commessi da membri del clero. Di conseguenza, è visto con scetticismo dai conservatori che consideravano il processo una minaccia all'unità della Chiesa, dato che comportava il dibattito su temi come il celibato, l'omosessualità e l'ordinazione delle donne. Marx ha fatto notizia nel 2021 quando si è offerto in modo drammatico di dimettersi da arcivescovo per espiare il terribile record di abusi nella Chiesa tedesca, ma Francesco ha rapidamente respinto le dimissioni e gli ha chiesto di rimanere.
Il cardinale canadese Marc Ouellet ((ApPhoto/archivio))
Ouellet, 80 anni, canadese, ha guidato l'influente ufficio vescovile del Vaticano per oltre un decennio, supervisionando il fondamentale punto di incontro tra i potenziali candidati alla guida delle diocesi di tutto il mondo. Francesco mantenne Ouellet in carica fino al 2023, nonostante fosse stato nominato da Papa Benedetto XVI, contribuendo così a selezionare i vescovi più dottrinari preferiti dal pontefice tedesco. Considerato più conservatore di Francesco, Ouellet scelse comunque vescovi con una mentalità pastorale che riflettesse la convinzione di Francesco che i vescovi dovessero "avere l'odore delle pecore" del loro gregge. Ouellet difese il celibato sacerdotale per la Chiesa di rito latino e sostenne il divieto di ordinazione femminile, ma chiese che le donne avessero un ruolo maggiore nel governo della Chiesa. Ha buoni contatti con la Chiesa latinoamericana, avendo guidato la Pontificia Commissione per l'America Latina del Vaticano per oltre un decennio. Dal 2019, il suo ufficio si occupa di indagare sui vescovi accusati di aver coperto preti predatori, un incarico che non gli avrebbe fatto guadagnare amicizie tra i condannati, ma che avrebbe anche potuto fornirgli molte informazioni altrimenti riservate e potenzialmente compromettenti sui colleghi cardinali.
Pietro Parolin (ansa)
24/07/2023
Parolin, 70 anni, italiano, è Segretario di Stato di Francesco dal 2014 ed è considerato uno dei principali candidati alla carica di Papa, data la sua posizione di rilievo nella gerarchia cattolica. Il diplomatico veterano ha supervisionato il controverso accordo della Santa Sede con la Cina sulle nomine dei vescovi ed è stato coinvolto – ma non incriminato – nel fallito investimento del Vaticano in un'impresa immobiliare londinese che ha portato nel 2021 al processo contro un altro cardinale e altri nove. Ex ambasciatore in Venezuela, Parolin conosce bene la Chiesa latinoamericana. Sarebbe visto come qualcuno che continuerebbe la tradizione di Francesco, ma come un diplomatico interno più sobrio e timido, riportando un italiano al papato dopo tre successivi outsider: San Giovanni Paolo II (Polonia); Benedetto (Germania) e Francesco (Argentina). Ma sebbene Parolin abbia gestito la burocrazia vaticana, non ha una vera esperienza pastorale. I suoi legami con lo scandalo di Londra, in cui il suo ufficio ha perso decine di milioni di dollari a causa di affari illeciti e loschi affaristi, potrebbero essere un peso per lui.
L'idea di un papa americano è stata a lungo un tabù, dato il potere geopolitico già esercitato dagli Stati Uniti. Ma Prevost, 69 anni, nato a Chicago, potrebbe rappresentare una novità. Ha una vasta esperienza in Perù, prima come missionario e poi come arcivescovo, ed è attualmente prefetto del potente dicastero per i vescovi del Vaticano, incaricato di valutare le nomine dei vescovi in tutto il mondo. Francesco lo aveva chiaramente tenuto d'occhio per anni e lo aveva mandato a guidare la diocesi di Chiclayo, in Perù, nel 2014. Ha ricoperto tale incarico fino al 2023, quando Francesco lo ha chiamato a Roma per il suo attuale incarico. Prevost è anche presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, un incarico che lo mantiene in contatto regolare con la gerarchia cattolica nella parte del mondo che conta ancora il maggior numero di cattolici. Oltre alla sua nazionalità, la relativa giovane età di Prevost potrebbe giocare a suo sfavore se i suoi confratelli cardinali non volessero impegnarsi per un papa che potrebbe regnare per altri due decenni.
Sarah, 79 anni, originario della Guinea, a capo dell'ufficio liturgico del Vaticano in pensione, era da tempo considerato la migliore speranza per un papa africano. Amato dai conservatori, Sarah avrebbe segnato un ritorno ai pontificati dottrinari e liturgici di Giovanni Paolo II e Benedetto. Sarah, che in precedenza aveva guidato l'ufficio di beneficenza del Vaticano Cor Unum, si era scontrato in diverse occasioni con Francesco, ma mai in modo così grave come quando lui e Benedetto avevano scritto a quattro mani un libro che sosteneva la "necessità" di mantenere il celibato per i sacerdoti di rito latino. Il libro uscì mentre Francesco stava valutando se consentire ai preti sposati in Amazzonia di far fronte alla carenza di sacerdoti. L'implicazione era che Sarah avesse manipolato Benedetto inducendolo a prestare il suo nome e la sua autorità morale a un libro che aveva tutte le apparenze per essere un contrappeso agli insegnamenti di Francesco stesso. Francesco licenziò il segretario di Benedetto e diversi mesi dopo mise in pensione Sarah, dopo aver compiuto 75 anni. Persino i sostenitori di Sarah lamentarono che l'episodio avesse danneggiato le sue possibilità papali.
Schoenborn, 80 anni, arcivescovo di Vienna, in Austria, era uno studente di Benedetto, e quindi sulla carta sembra avere le capacità accademiche dottrinarie per attrarre i conservatori. Tuttavia, è stato associato a una delle mosse più controverse di Francesco, difendendo il suo impegno verso i cattolici divorziati e risposati civilmente come uno "sviluppo organico della dottrina", non come la rottura che alcuni conservatori sostenevano. I genitori di Schoenborn divorziarono quando lui era adolescente, quindi la questione è personale. Ha anche ricevuto critiche dal Vaticano quando ha criticato il suo rifiuto passato di sanzionare autori di abusi sessuali di alto rango, incluso il suo predecessore come arcivescovo di Vienna. Schoenborn ha espresso sostegno alle unioni civili e alle donne come diacono, ed è stato determinante nella redazione dell'aggiornamento del 1992 del Catechismo della Chiesa Cattolica, il manuale di insegnamento della Chiesa di cui Benedetto aveva guidato la direzione dell'ufficio dottrinale del Vaticano.
Tagle, 67 anni, delle Filippine, sembrerebbe essere la scelta di Francesco per il primo papa asiatico. Francesco ha portato il popolare arcivescovo di Manila a Roma per guidare l'ufficio di evangelizzazione missionaria del Vaticano, che serve le esigenze della Chiesa cattolica in gran parte dell'Asia e dell'Africa. Il suo ruolo ha assunto maggiore importanza quando Francesco ha riformato la burocrazia vaticana e ha aumentato l'importanza del suo ufficio di evangelizzazione. Tagle cita spesso le sue origini cinesi – sua nonna materna faceva parte di una famiglia cinese trasferitasi nelle Filippine – ed è noto per la sua emotività quando parla della sua infanzia. Sebbene abbia esperienza pastorale, vaticana e manageriale – ha guidato la Caritas Internationalis, la federazione di organizzazioni caritatevoli del Vaticano, prima di stabilirsi definitivamente a Roma – Tagle sarebbe tra i più giovani ad essere eletto papa a vita, con i cardinali che forse preferirebbero un candidato più anziano il cui pontificato sarebbe più limitato.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi (Ansa)
01/03/2024
Infine, Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, eletto nel 2022, è strettamente legato alla Comunità di Sant'Egidio, un'organizzazione benefica cattolica con sede a Roma che ha avuto un ruolo di primo piano sotto Francesco, in particolare nel dialogo interreligioso. Zuppi ha fatto parte del team di Sant'Egidio che ha contribuito a negoziare la fine della guerra civile in Mozambico negli anni '90 ed è stato nominato inviato di pace di Francesco per la guerra russa in Ucraina. Francesco lo ha nominato cardinale nel 2019 e in seguito ha chiarito di volerlo alla guida dei vescovi italiani, in segno di ammirazione per il prelato che, come Francesco, è noto come un "prete di strada". A ulteriore dimostrazione delle sue inclinazioni progressiste e della sua vicinanza a Francesco, Zuppi ha scritto l'introduzione all'edizione italiana di "Building a Bridge", del reverendo James Martin, gesuita americano, sulla necessità della Chiesa di migliorare il suo impegno verso la comunità LGBTQ+. Zuppi sarebbe un candidato in linea con la tradizione di Francesco, che si dedica al servizio degli emarginati, sebbene la sua relativa giovane età lo penalizzi tra i cardinali che aspirano a un pontificato breve. La sua famiglia aveva forti legami istituzionali: il padre di Zuppi lavorava per il quotidiano vaticano L'Osservatore Romano e sua madre era nipote del cardinale Carlo Confalonieri, decano del Collegio Cardinalizio negli anni '60 e '70.
Extra omnes”: fuori tutti.
È la frase con cui si sigilla l'inizio del Conclave, il procedimento che porta i cardinali elettori, isolati dal resto del mondo all'interno della Cappella Sistina, alla scelta del nuovo Papa.
Secondo le norme della Universi Dominici Gregis, il Conclave - dal latino 'cum clave' cioè chiuso 'a chiave' - inizia il percorso tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa: in questo caso sarà quindi tra il 6 e il 10 maggio.
"Come è stato ufficialmente annunciato, Sua Santità papa Francesco è entrato nella vita eterna questa mattina alle ore 7:45". Così recita la lettera di convocazione alla prima Congregazione generale del decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. Nella lettera di convocazione della congregazione, il cardinale Re scrive che "in conformità al n.19 della Costituzione apostolica Universi dominici Gregis, convoco formalmente i cardinali elettori alle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio, previste durante la vacanza della Sede apostolica e in preparazione al Conclave".
Al momento gli aventi diritto al voto sono 135 e non è escluso, come avvenuto in passato, che possano essere concesse deroghe alla norma. Gli elettori effettivi sono i porporati con meno di 80 anni. Attualmente, dei 253 cardinali, 140 sono sotto questa soglia di età.
I cardinali elettori durante il periodo di voto trovano sistemazione presso Santa Marta - dove vengono fatti alloggiare dal 2005 - dove è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l'esterno. Per tutti è prevista una stretta vita comunitaria all'interno di un salone con un unico piatto a pranzo e a cena: norme simili e cambiate leggermente nel tempo rispetto a quelle dei primissimi conclavi (il primo risale al 1270).
Ogni cardinale indossa la veste rossa, il rocchetto che è la sopraveste bianca, la mozzetta, cioè la mantellina corta che copre le spalle, e la berretta, cappello di forma cubica con tre alette rigide e fiocco sulla parte superiore.
Prendendo atto del fatto che il progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni esponeva la segretezza del conclave a nuove possibili violazioni, la Universi Dominici Gregis ha vietato espressamente le intromissioni di giornali, radio e televisione. Il conclave del 2005 ha visto, in fase preparatoria, l'introduzione di sofisticate tecnologie per rilevare la presenza di dispositivi di intercettazione nei locali soggetti a clausura.
Una volta chiusi all'interno della Cappella Sistina, inizia la votazione: il nome del prescelto viene indicato su una scheda sotto la frase 'Eligo in Summum Pontificem': ogni singolo cardinale elettore, con la scheda piegata e ben visibile, adagia la propria scheda su un piatto in argento poggiato sopra l'urna, facendolo scivolare all'interno.
Conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome: a quel punto, alla fine, le schede vengono forate, legate insieme, e quindi bruciate all'interno della stufa. Se nessuno raggiungerà i due terzi di voti, verrà aggiunta alle schede da bruciare una miscela di perclorato di potassio, antracene e zolfo, che colorerà il fumo di nero: nulla di materiale può rimanere sull'elezione del nuovo Santo Padre.
Ogni giorno ci sono due fumate: una alla fine della mattina intorno alle 12 e l’altra alle 19.
Se invece l'elezione sarà giunta a termine, il decano si rivolgerà al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l'incarico e quale sarà il nome scelto. Solo a quel punto verranno bruciate le schede aggiungendo a carte e combustibile una miscela clorato di potassio, lattosio e colofonia
che annuncerà, con il colore bianco e dal comignolo della cappella Sistina, l'elezione del nuovo Papa.
Dopo la 33esima o 34esima votazione si passa direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due Cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto. Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l'elezione del Pontefice è canonicamente valida.
Ci vollero due giorni per l'elezione di Papa Francesco, a ridosso della Pasqua e con le dimissioni di Ratzinger arrivate da un mese.
Il Conclave finisce ufficialmente con l'arrivo del nuovo vescovo di Roma e capo della Chiesa Cattolica nella Cappella Sistina, con indosso i paramenti bianchi. Sarà il cardinale protodiacono a dare l'annuncio dell'elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, con la frase "Nuntio vobis gaudium magnum", ossia "Vi annuncio con grande gioia".
Giovanni Paolo II ha introdotto poi una nuova tradizione, che prevede qualche parola ai fedeli pronunciata dal nuovo papa subito dopo la sua apparizione davanti ai fedeli e ai giornalisti provenienti da tutto il mondo che davanti al Colonnato di San Pietro hanno atteso magari per giorni questo momento. Papa Francesco verrà ricordato anche per l'esordio con il suo “Fratelli e sorelle, buonasera”.