Caso Ilaria Salis. Il papà "Siamo stati lasciati soli, mia figlia resterà a lungo in carcere"
“E' andata molto peggio di come ci aspettavamo. Non vediamo nessuna azione che possa migliorare la situazione, siamo stati completamente lasciati da soli. Abbiamo chiesto due cose, ci sono state negate. Credo che mia figlia stara’ molto tempo in galera”, ha aggiunto. Lo ha detto uno sconsolato Roberto Salis, padre di Ilaria, uscendo dal ministero della Giustizia al termine dell'incontro con il ministro Carlo Nordio. In giornata, il papà dell'insegnante detenuta in Ungheria aveva avuto un incontro con il ministro degli Esteri. "Ho incontrato il padre della signora Salis: si è intrattenuto a lungo con me, era accompagnato dal suo avvocato, e' stato un incontro privato e cordiale", aveva spiegato Antonio Tajani senza aggiungere altro sull'operato dell'Italia sulla questione. "Continuiamo ad impegnarci perche' possa essere rispettata la normativa comunitaria sulla tutela del diritto dei detenuti", aveva osservato.
Sulla vicenda oggi si è pronunciata la commissaria ai Servizi finanziari, Mairead McGuinnes, a nome della Commissione europea nel dibattito al Parlamento europeo. "Desidero richiamare la vostra attenzione sulla normativa rilevante dell'Unione europea: la decisione quadro del 2009, 829JHA, sull'ordine di vigilanza europea che consente ai sospettati di essere vigilati nel loro Paese di provenienza aspettando il processo in un altro Stato. E' stata recepita sia dall'Ungheria che dall'Italia. Questa decisione quadro - ha ricordato McGuinnes - mira a prevenire l'inequità tra i residenti e non i residenti nella fase del processo. Questo perche' i non residenti spesso sono in custodia molto piu' spesso dei cittadini dello Stato in questione. a Commissione sa che ci sono stati contatti bilaterali tra l'Italia e l'Ungheria, hanno discusso della possibilità di alternative alla detenzione nel caso della signora Salis, compresa la possibilità dei domiciliari in attesa del processo. Questa situazione sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio su misure alternative alla detenzione approvate durante la presidenza finlandese nel 2019", ha aggiunto. "Queste conclusioni dichiarano che sanzioni e misure di non custodia devono essere considerate quando il caso lo rende opportuno. La Commissione e' a disposizione per aiutare a una soluzione sostenibile nell'ambito della normativa unionale", ha evidenziato McGuinness.
Di Ilaria Salis ha parlato l'eurodeputata ungherese di Fidesz (il partito del premier Viktor Orban), Eniko Gyori, prima dell'inizio del dibattito in plenaria: "Ci accusano di cose molto gravi e la verità è che un criminale, cioe' una cittadina italiana, ha commesso crimini molto gravi in Ungheria, e' sotto accusa in carcere, ci accusa di condizioni non degne, mentre si e' chiaramente scoperto che ha mentito durante la procedura legale. Vorrei chiedere che anche dalla parte ungherese possa essere fatto un intervento. Devo ripetere la mia richiesta di ascoltare anche l'Ungheria in questo dibattito. Se questo Parlamento ritiene importante lo Stato di diritto, e' il processo giusto. Il regolamento da' al deputato il diritto di essere rispettato nel dibattito. In questo dibattito non viene dato il diritto all'Ungheria di fare un intervento", ha aggiunto Gyori.