Mafie. La Relazione semestrale della Dia svela i nuovi affari della criminalità organizzata: Riciclaggio, Pnrr, appalti, nuove tecologie

di redazione 14/09/2023 TUTTI
img

Meno violenza e un crescente interesse per gli affari e gli investimenti, soprattutto in aree del Paese dove c'è una "forte sofferenza economica", ma con lo sguardo sempre puntato sulle nuove tecnologie. 

È il quadro che emerge dall'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia) che sottolinea come oggi le mafie preferiscano “rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite”. 

Dunque infiltrazione e corruzione sostituiscono l'uso della violenza e dell'intimidazione e diventano il nuovo modus operandi dei clan che, “nel loro incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti”, per ottenere profitti e consensi dimostrano di saper stare al passo anche con le più avanzate strategie di investimento, riuscendo a cogliere le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari (Recovery Fund e Pnrr)”.

Insieme alle attività “tradizionali”, come narcotraffico, estorsioni, sfruttamento della prostituzione e lavoro clandestino, si registrano sempre più diffusi ambiti illeciti che destano minore allarme e riprovazione sociale, ma che generano ingenti profitti compromettendo le regolari dinamiche di mercato".

Un esempio è offerto dallo scenario mafioso pugliese in cui “le diverse costellazioni di clan e di sodalizi, tra loro in altalenanti rapporti di conflittualità e alleanze, proseguono il loro percorso in ascesa verso l'acquisizione di forme imprenditoriali sempre più complesse e strutturate”. 

Mentre nel Lazio c'è il rischio che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi nella macchina burocratica chiamata a gestire "gli stanziamenti miliardari previsti tra il 2021 e il 2026 per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e le ingenti risorse che affluiranno a Roma in vista del Giubileo".

Obiettivo Metaverso

Oltre all'attenzione per gli affari, le mafie puntano al metaverso, alle piattaforme criptate, al dark web. Uno scenario nuovo "rispetto al quale Europol - si legge nella relazione - ha già evidenziato le potenziali criticità". 

Nelle nuove sfide proposte dal contrasto alla criminalità organizzata, è necessario “aumentare le capacità di penetrazione in generale nel web e in altri settori del mondo digitale meno conosciuti, perché le mafie sono capaci di rigenerarsi continuamente e hanno a loro disposizione tecnologie e tecnici di altissima specializzazione”.

Un esempio è l'utilizzo del denaro in forma elettronica che viene movimentato dalla criminalità sempre più velocemente anche nei nuovi ambienti digitali, gli stessi in cui si scambiano anche oggetti ed opere d'arte NFT (Non Fungibile Token).

In sei mesi confiscati beni per 181,4 milioni

Nel secondo semestre del 2002 la Dia ha sequestrato beni per 31 milioni di euro (a fronte dei 92,8 milioni sequestrati nel primo semestre dello stesso anno) e confiscato beni per 181,4 milioni (43,4 nel primo semestre). In particolare, nel periodo in questione, i sequestri hanno colpito per 0,7 milioni la 'ndrangheta, per 1,2 milioni Cosa nostra, per 6,4 milioni la camorra e per 22 milioni altre organizzazioni criminali; le confische hanno riguardato per 177,6 milioni la 'ndrangheta, per 1,1 milioni cosa nostra, per 1,2 milioni la camorra e per 1,4 milioni altre organizzazioni. 

Le altre mafie

Il crimine organizzato di matrice etnica costituisce, da tempo, una componente ormai stabile e consolidata nel complessivo scenario criminale nazionale.

Le organizzazioni criminali albanesi “manifestano un'alta pericolosità e una forte incidenza nelle attività illegali, con particolare riferimento al traffico di droga e di armi illegali”. Sono tra le più complesse e articolate espressioni nello scenario della criminalità straniera in Italia ma anche in diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Svizzera dove il fenomeno è sempre più attenzionato dalle autorità locali, preoccupati dall'escalation di violenza o di reati".

La criminalità nigeriana "ha replicato nel continente europeo i modelli costituiti in Nigeria a seguito dell'involuzione criminale delle confraternite universitarie (cults) variamente denominate ("Eye", "Black Axe", "Viking", "Maphite") che si sono insediate anche in quasi tutte le aree della penisola con presenze piu' o meno attive. Le attivita' criminali dei vari gruppi sono molte e diversificate: sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani, immigrazione illegale, spaccio di stupefacenti, frodi informatiche e riciclaggio". 

Le consorterie cinesi in Italia sono strutturate "secondo modalità essenzialmente gerarchiche, incentrate principalmente su relazioni familiari e solidaristiche. Si tratta in particolare di sodalizi 'chiusi' e, quindi, impenetrabili alle contaminazioni o collaborazioni esterne. La criminalità cinese appare dedita alla commissione di estorsioni e di rapine quasi esclusivamente in danno di propri connazionali, allo sfruttamento della prostituzione, alla consumazione di reati finanziari, a cui si affiancano attivita' illecite di money transfer, nonché alla detenzione e allo spaccio di metanfetamina, trattata pressoche' in regime di monopolio da pusher cinesi".

La criminalità romena si manifesta "sotto due distinte forme: da un lato, gruppi poco strutturati i cui aderenti si occupano dei reati predatori dando vita a sacche di microcriminalità che amplificano la percezione di insicurezza nella popolazione; dall'altro, sodalizi più complessi ed articolati, del tutto simili alle organizzazioni mafiose autoctone. Le organizzazioni criminali romene sarebbero attive anche nel settore dell'intermediazione illecita e dello sfruttamento della manodopera (cosiddetto 'caporalato'), talvolta d'intesa con italiani". 

La criminalità organizzata sudamericana "opera soprattutto in varie regioni del nord Italia e, in misura minore, nel Lazio. Si tratta di sodalizi che oltre a essere dediti alla commissione di reati contro il patrimonio e allo sfruttamento della prostituzione collaborano con altre consorterie straniere o italiane nella gestione dei traffici di droga proveniente dall'America latina". 

gruppi criminali balcanici e dei Paesi dell'ex Unione Sovietica "hanno evidenziato nel tempo la propensione per i reati contro il patrimonio, il traffico di stupefacenti e di armi, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, lo sfruttamento della prostituzione, il contrabbando e i furti di rame", mentre le organizzazioni criminali formate da soggetti provenienti dai Paesi del Medio-Oriente e del Sud-est asiatico "sono attive principalmente nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, nello sfruttamento del lavoro nero e nel traffico di stupefacenti, spesso perpetrati unitamente allo sfruttamento della prostituzione. 



Ti potrebbero interessare

Notizie recenti



Speciali