Metro C. Corte dei Conti "Danno erariale confermato"

4 condannati, tutti gli altri assolti. Con la sentenza sul giudizio di responsabilità legato ai lavori di realizzazione della Metro C nei confronti di 25 amministratori e dirigenti pubblici la Corte dei conti ha messo la parola fine ad un contenzioso da 221 milioni di euro, secondo l'accusa.
Un danno erariale quantificato invece dai giudici amministrativi pari a 115 milioni, subito dal Comune di Roma, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dalla Regione Lazio.
I fatti risalgono al 2008 e poi al 2011. Due verbali di accordo con cui il Comune, attraverso la società Roma Metropolitane, riconosceva a Metro c soldi per il ritardo dei tempi contrattuali previsti per la costruzione dell'opera.
Spettanze non dovute, secondo l'accusa.
Per esempio: la cosiddetta " sorpresa archeologica". Le imprese non avrebbero dovuto pretendere nulla poiché la possibilità era stata esplicitamente prevista nei contratti. Per i giudici l'errore è stato compiuto dai 4 dirigenti del Mit e di roma metropolitane. I primi non avrebbero svolto il ruolo di controllori, i secondi avrebbero per aver deciso il via libera ai risarcimenti alle aziende impegnate.
Colpevoli dunque, per il ministero, il Capo della struttura tecnica di missione e il responsabile istruttore del progetto; per Roma Metropolitane, l'amministratore delegato e il responsabile unico del procedimento. Dovranno pagare a Comune, Mit e Regione Lazio 2 milioni e 300 mila euro.
Assolti tutti gli altri, compresi Gianni Alemanno, allora sindaco della Capitale, Guido Improta, assessore ai trasporti con Ignazio Marino e Chicco Testa presidente di Roma metropolitane.
