Mercati azionari, crollo in Usa delle banche della Silicon Valley, ripercussioni sul mercato italiano ed europeo

di redazione 10/03/2023 ECONOMIA E WELFARE
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A picco Piazza Affari in seguito al crollo del settore a Wall Street.

La netta flessione degli indici azionari europei è motivata dalla tensione sul settore finanziario americano innescata ieri dai crolli di Silvergate Capital (-42%), che chiuderà Silvergate Bank, e da SVB Financial, capogruppo della Silicon Valley Bank, (-60%) che sta cercando di raccogliere oltre 2 miliardi di dollari di capitale per compensare le perdite sulle obbligazioni. La performance sul listino dei due gruppi finanziari ha contagiato le grandi banche Usa.

L'indice bancario europeo tocca i minimi di sei settimane dopo che SVB Financial Group ha lanciato un aumento di capitale per sostenere il proprio bilancio.

Tutta l'attenzione è rivolta ai dati relativi alle buste paga non agricole statunitensi, attesi per le 14,30, dopo la volatilità provocata dal forte aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti e dal calo delle azioni delle banche di Wall Street.

I mercati stanno ora valutando una maggiore possibilità di un aumento dei tassi della Fed di 50 punti base questo mese, nonché un probabile ritmo più veloce dei rialzi successivi.

Tra i singoli titoli, il produttore di chip ASML Holding (AS:ASML) cede l'1,74% a causa dell'incertezza in merito alle nuove restrizioni del governo olandese sulle esportazioni di tecnologia chip in Cina.

Il produttore di software SAP arretra dell'1,13% dopo che la rivale statunitense Oracle (NYSE:ORCL) ha mancato di poco le stime sui ricavi trimestrali.

Il rivenditore Casino crolla del 5,17% a causa del calo delle vendite e degli utili del quarto trimestre.

A Wall Street, nella solo seduta di ieri sono stati spazzati via 52,4 miliardi di dollari di capitalizzazione dei quattro maggiori istituti di credito statunitensi (JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo).

Anche a Milano sono i titoli bancari e del risparmio gestito a pagare il conto più salato della tensione sul settore: Unicredit perde il 5,3%, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper oltre il 4%, Mps il 4,8%, Finecobank cade del 4,7%, Banca Generali e Azimut del 4,4%.

Tengono solo i gruppi delle infrastrutture energetiche come Italgas (+1,5%), che ieri ha pubblicato i conti 2022, Snam (+0,8%) e Terna (+1,2%). A galla anche altri settori considerati difensivi a cominciare dal comparto farmaceutico/medicale (Diasorin, Amplifon e Recordati).



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