Ragazzo disabile giù dalla finestra dopo controllo della Polizia. La famiglia "Vogliamo giustizia e verità"

di redazione Roma 12/09/2022 ROMA
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Il fatto sarebbe accaduto durante un accertamento di polizia avvenuto nella loro abitazione lo scorso 25 luglio. La denuncia della famiglia presentata nella sala stampa della Camera dei Deputati

Un volo dalla finestra della sua stanza l’ha ridotto in fin di vita. Uscito dal coma, dopo 50 giorni resta ricoverato in ospedale in condizioni molto gravi. Ma come ci sia finito al suolo, nel cortile del complesso delle case popolari di Primavalle, è ancora tutto da capire. E accertare.

In casa c’erano sono Hasib Omerovic, 36 anni e sordomuto dalla nascita, e la sorella con disabilità grave. Quando suona il campanello, dietro la porta ci sono delle persone che si qualificano come agenti della Polizia di Stato. Il motivo della “visita” sarebbe un accertamento dei documenti di Hasib che, una volta forniti, va verso la sua camera da letto per poi, dopo una colluttazione, fare un volo di otto metri dalla finestra.

E’ il 25 luglio e a ricostruire la vicenda è proprio la sorella che, come spiegano i legali della famiglia di Hasib, malgrado la sua disabilità è molto lucida. Ma non solo, perché la famiglia ha poi raccolto riscontro tra i vicini di casa: “Una inquilina ha sentito un tonfo e quando si è affacciata ha visto che vicino ad hasib c’erano degli agenti, alcuni in divisa, a dimostrazione che fossero li - spiega Susanna Zorzi, avvocato della famiglia Omerovic -. Gli agenti hanno poi chiamato il 118”.

La famiglia prova ad avere informazioni, il giorno seguente, direttamente al commissariato di Primavalle: “Hanno avuto conferma dell’operazione di accertamento, anche se andrebbe fatto seguendo delle regole e non esiste alcun verbale in merito - continua l’avvocato Zorzi -. L’unica cosa che hanno ricevuto in cambio sono illazioni”. L’avvocato spiega come gli agenti interpellati, in via ufficiosa, avrebbero spiegato che l’accertamento era dovuto ad alcune segnalazioni ricevute circa delle molestie fatte da Hasib ad alcune ragazze del quartiere: “Fu pubblicato un post sul gruppo Facebook di Primavalle in cui veniva indicato come ‘disturbatore’ e che ‘doveva pagarla’ - ricorda Zorzi -. Poi il post è stato rimosso ma noi abbiano uno screenshot”.

Può essere nato davvero tutto da un post sui social? Carlo Stasolla, portavoce dell’associazione 21 luglio, spiega che la famiglia “non ha mai avuto alcun problema e che era ben integrata nel quartiere”. “Da quel giorno però non sono più tornati in quella casa - continua Stasolla -, ed è per questo che è stata fatta richiesta di cambio alloggio, e chiediamo al Comune di Roma di rispondere il prima possibile”. Cosa sia davvero successo in quei lunghi minuti, da quando gli agenti sono entrati in casa,alla caduta di Hasib dalla finestra della sua camera da letto, è ora al vaglio degli inquirenti che indagano, verso ignoti, per tentato omicidio. A rinforzare la tesi della famiglia, ovvero la colluttazione, ci sono i “segni” riscontrati tra quelle mura subito dopo l’accaduto: la porta della stanza divelta, un termosifone danneggiato e fuori dal muro, macchie di sangue sulla maglietta del ragazzo.

Oggi la vicenda di Hasib è stata raccontata alla Camera dei Deputati alla presenza della mamma del ragazzo, del deputato Riccardo Magi, e di Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio.

  Hasib, 36 anni, caduto dalla finestra della sua camera
Secondo quanto riporta il comunicato diffuso dall'associazione, da circa tre anni la famiglia del ragazzo, di origine rom e di cui fanno parte i genitori e quattro figli, due minorenni e due disabili adulti, non abita più all'interno di un campo, ma si è trasferita in una casa popolare in zona Primavalle, periferia Ovest di Roma. Queste persone, si legge, si sono inserite "positivamente nel tessuto sociale del quartiere".

Qualche giorno dopo il fatto, i genitori del ragazzo hanno depositato un esposto alla procura di Roma su quanto accaduto e i pm hanno aperto un fascicolo di indagine per tentato omicidio.

In un post pubblicato su Facebook nei giorni precedenti al fatto, riporta ancora il comunicato, si faceva riferimento ad Hasib, 36 anni, sordomuto dalla nascita e incensurato, su alcuni presunti suoi comportamenti che avrebbero infastidito alcune ragazze del quartiere.

Il giorno dei fatti a casa c'erano Hasib e la sorella, anche lei disabili. Quattro persone sarebbero entrate all'interno dicendo di essere agenti di polizia. Un testimone ha riferito di aver visto una improvvisa colluttazione. Quando i presunti poliziotti sono usciti dall'appartamento il corpo di Hasib era già a terra sull'asfalto, dopo aver fatto un volo dalla finestra di circa otto metri. All'interno dell'abitazione sarebbe stati ritrovato un manico di scopa rotto a metà e diverse macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera del 36enne era stata sfondata da qualcuno. La famiglia sostiene che alcuni poliziotti avrebbero confermato informalmente una visita presso la loro abitazione.

Questa è invece la testimonianza della sorella di Hasib riportata nel testo dell'interrogazione parlamentare presentata dal deputato Magi: "Ho sentito suonare e ho aperto la porta. Una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa. La donna ha chiuso la serranda della finestra del salone, hanno chiesto di documenti di Hasib, hanno fatto le foto, lo hanno picchiato con il bastone. Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli pugni e calci. Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù".

La mamma: "Voglio la verità, mio figlio in coma da 50 giorni"
"Voglio conoscere la verità su quanto accaduto in quei minuti dentro la mia abitazione. Mio figlio ora è in coma, la vita della mia famiglia irrimediabilmente devastata. Ci siamo dovuti allontanare dal nostro appartamento perché abbiamo paura e attendiamo dal Comune di Roma una nuova collocazione. Come madre non cesserà di fare di tutto per conoscere la verità su quanto accaduto a mio figlio e agire di conseguenza", ha dichiarato la madre del ragazzo, la signora Fatima Sejdovic.

“Non mi fermo finché non avrò la verità”, dice Fatima Sejdovic, madre di Hasib, mentre mostra le foto del figlio gravemente ferito dopo il volo di 8 metri, e di lui intubato ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma. “Da un esposto fatto dalla famiglia e depositato lo scorso 9 agosto, ho deciso di firmare un’interrogazione urgente indirizzata al ministro di Giustizia - spiega Riccardo Magi, deputato di +Europa, durante la conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di oggi, lunedì 12 settembre, nella sala stampa della Camera dei Deputati -. Finora la famiglia non ha ottenuto risposte ed è una loro scelta quella di rendere pubblica la vicenda, proprio per ottenere verità e giustizia”.



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