Conflitto in Ucraina. E' il momento dell'autocritica delle politiche europee

di redazione 27/02/2022 ESTERI
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Gli ucraini pagano il prezzo dell'indecisione dell'Europa negli ultimi anni, ma anche la Russia ora vede il suo stesso futuro messo in pericolo dalle mosse del presidente Vladimir Putin: è la sintesi degli studi sul conflitto in corso pubblicati dagli analisti politici dello storico think tank brussellese European Council on Foreign Relations (ECFR).

Gustav Gressel, esperto di difesa e sicurezza, è negativo sulle politiche europee nei confronti dell'Ucraina: "L'Europa ha sprecato otto anni a discutere, non ad armare l'Ucraina. Gli ucraini ora ne pagano il prezzo. La forza d'invasione russa è quattro volte più grande della Forza di risposta della NATO, tutto ciò che gli alleati europei della NATO possono mettere insieme in 30 giorni. Non possiamo contenere la Russia solo economicamente. Ci deve essere una risposta militare in termini di deterrenza e prontezza. Altrimenti, ne pagheremo il prezzo anche noi. Non vedo questo conflitto rimanere in Ucraina: rischia di ricadere su tutti noi, se non agiamo rapidamente e con decisione".

In particolare, secondo Gressel, che per Ecfr è "analista senior", "non è solo una questione di economia. Dobbiamo rimediare al fatto di aver trascurato la deterrenza e in particolare la deterrenza nucleare. Rapidamente. Decisamente".

Una sua collega, la giornalista estone Kadri Liik, ha invece evidenziato nella sua analisi come "una guerra su larga scala con l'Ucraina metta a rischio sia la stabilità interna della Russia che il suo posto nel sistema globale". In altre parole, è la valutazione dell'analista, "Putin ha ora messo in pericolo il futuro della Russia per ottenere il controllo dell'Ucraina".

Infine, Jonathan Hackenbroich, responsabile della task force dell'ECFR per il rafforzamento economico dell'Europa ha sottolineato che "c'è il rischio grave che la Russia tagli le forniture di gas all'Europa ora e dobbiamo prepararci a una guerra economica a lungo termine in Europa. L'UE ha bisogno di un deterrente economico molto più forte e credibile con uno strumento anti-coercizione". 


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