Tim. La proposta di acquisto di Kkr fa volare il titolo in borsa. Vivendi, proposta "insufficiente". I sindacati incontreranno l'azienda

Il titolo di Tim vola in Borsa, grazie alla proposta di acquisto arrivata ieri da parte Kkr, il fondo infrastrutturale americano con il quale è già stata avviata una collaborazione in FiberCop, la società dell'ultimo miglio di rete dell'ex monopolista. Il titolo stamattina ha toccato un massimo di +29%, attestandosi poi sul 21%. Allo stesso modo è andato molto bene anche il titolo di Vivendi, socio di maggioranza relativa, sul mercato francese. Vivendi: proposta "insufficiente" Kkr ha messo in campo una proposta da 0,505 euro per azione, per quanto ancora in fase istruttoria. Tim verrebbe così valutata intorno agli 11 miliardi di euro, circa il 45% in più rispetto al valore della società alla chiusura della Borsa venerdì. Un prezzo che comunque Vivendi, il gruppo francese che ha il 23,9% di Tim, giudica "insufficiente" in quanto "non valorizzerebbe adeguatamente la società", secondo quanto fanno sapere fonti vicine alla società francese all'indomani del cda in cui il management ha illustrato l'offerta non vincolante arrivata dal fondo americano. Vivendi non intende "al momento reagire in modo ufficiale" all'offerta di KKR su Tim.
Nei giorni scorsi la media company francese ha più volte sottolineato l'intenzione di dialogare con il Governo italiano per il rilancio del gruppo di tlc. E' stato fissato per il 26 novembre il nuovo confronto del board di Tim. Ieri il Consiglio di Amministrazione di Tim si è riunito sotto la presidenza di Salvatore Rossi prendendo atto della intenzione di Kohlberg Kravis Roberts & Co, allo stato "non vincolante e indicativa" di effettuare una possibile operazione sulle azioni di Tim attraverso un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni ordinarie e di risparmio della Società, volta al delisting. La manifestazione d'interesse, sarebbe soggetta alla condizione del raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie. Una manifestazione qualificata da KKR come "amichevole" e che aspira ad ottenere il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management, e condizionata tra l'altro allo svolgimento di una 'due diligence' confirmatoria di durata stimata in quattro settimane, nonché al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti, dal momento che dovrà passare il vaglio del 'golden power' del Governo. Sindacati in agitazione I sindacati hanno intanto richiesto un incontro all'azienda che potrebbe riceverli già il primo dicembre. Lo scopo ultimo non è arrivare a uno sciopero ma farsi ascoltare dalla politica e dai soci. Le motivazioni stanno nelle "incertezze societarie e possibile ennesimo cambio di proprietà" con l'obiettivo della "difesa dei perimetri occupazionali" e la richiesta di un piano industriale di rilancio aziendale. I sindacati sono peraltro ancora in attesa di essere ricevuti al Mise.
Un supercomitato per valutare il dossier Il ministero dell'Economia ha preso atto dell'offerta, premettendo che "l'interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto". Tim, ricorda il Mef, "è il maggior operatore di telefonia del Paese. È anche la società che detiene la parte più rilevante dell'infrastruttura di telecomunicazione. Il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all'esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l'infrastruttura.
L'obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell'occupazione. In questa prospettiva, si è ritenuto che a seguire i diversi aspetti della vicenda sia un Gruppo di lavoro composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti (dovrebbero essere i ministri dell'economia Franco, dello sviluppo Giorgetti e dell'innovazione tecnologica Colao). Il gruppo di lavoro creato dal Governo per seguire la vicenda Tim potrebbe riunirsi già in settimana, per fare un primo esame delle carte, dopo la manifestazione di interesse presentata dal fondo americano Kkr per un'opa totalitaria sul gruppo italiano. Lo si apprende da fonti istituzionali.
Kkr, il fondo Usa con 430 miliardi di dollari in gestione Circa 430 miliardi di dollari in gestione, 109 società in portafoglio e oltre 240 miliardi di dollari di ricavi l'anno. Sono i numeri del fondo Kkr, che in Europa è il maggiore azionista dell'editore tedesco Axel Springer, e in Spagna, assieme ad altri fondi, possiede il quarto operatore telefonico nazionale MasMovil. Due gli investimenti in Italia: il principale è quello relativo a Fibercop, la società a cui Tim ha conferito l'ultimo miglio della rete. Il fondo a stelle e strisce ha messo sul piatto 1,8 miliardi di euro per aggiudicarsi il 37,5% della società infrastrutturale controllata da Tim e partecipata anche da Fastweb. L'accordo dell'ingresso di Kkr, annunciato ad agosto 2020, si è perfezionato lo scorso aprile. L'altro investimento del gruppo Usa nel nostro Paese è la Cmc Machinery, azienda umbra di Città di Castello gestita dalla famiglia Ponti, principale produttore di soluzioni di packaging automatizzate in Italia.
