Chiude Mas allo Statuto.

Addio al magazzino del popolo, un pezzo di storia di Roma che se ne va

di Giu DiT. 02/05/2014 CULTURA E SOCIETÀ
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È ufficiale, anche se il giudice non ha ancora indicato una data per la riconsegna dei locali, i Magazzini allo Statuto di Piazza Vittorio a Roma chiuderanno. Le scale mobili che portano al primo piano non si muovono più, in cima si intravede un muro di scatoloni impilati ed il personale affaccendato che cammina da una parte all'altra del corridoio.

Questi grandi magazzini, famosi con l'acronimo di Mas, hanno attraversato quasi un secolo di storia italiana. Agli inizi del Novecento, portavano il nome del fondatore Castelnuovo ed esibivano lusso ed eleganza, testimoniata dagli enormi lampadari in cristallo che ancora oggi, illuminano i piani espositivi. Con l'andare dei decenni la vocazione di questo grande magazzino si è fatta sempre più popolare, rispondendo alle esigenze di una società che cambiava e di un quartiere, l'Esquilino che diventava velocemente multietnico.

Un tempo da Mas, le nostre nonne compravano gli abiti da cerimonia e le signore benestanti la biancheria di lino, a partire dagli anni '70, i ragazzi andavano in cerca dell’accessorio stravagante, gli attori dei costumi di scena e chi non poteva spendere di un’occasione dignitosa.

Non è difficile dunque, comprendere la commozione dei cittadini romani alla notizia della sua chiusura, anche chi non c'era più andato, ricorda con nostalgia i pomeriggi trascorsi da Mas con i genitori o l'acquisto di quella giacca anni '80, che a pensare di averla indossata corrono i brividi sù per la schiena.

Anche se Roma è profondamente cambiata, e per le strade si ascoltano lingue diverse ed annusano odori esotici oltre a quello della pizza bianca, Mas ha mantenuto la sua identità di grande magazzino popolare, permettendo nei decenni la convivenza tra il passato ed il presente, tra il romano e lo straniero, tra il ricco ed il povero.

Un ruolo che gli è stato riconosciuto anche da alcuni recenti lavori, come il film-documentario "The show Mas go on" di Rä Di Martino e Marcella Libonati, che in perfetto stile Mas e con la partecipazione a titolo gratuito di alcuni attori, tra i quali Iaia Forte e Sandra Ceccarelli, hanno provato a raccontare la vita e l’energia di questo grande magazzino.

Con la sua chiusura, rimarrà nel quartiere e nella città un vuoto difficilmente colmabile, è un altro segno dei tempi scanditi dalla crisi spietata, a causa della quale il cittadino, soprattutto il non abbiente perde sempre, non fosse altro per l’allegria e la familiarità che il luogo trasmetteva, oltre a quella vena popolana ed eccessivatipica dei romani, che rappresentava.

Cult de Noantri divennero infatti, le divertenti campagne pubblicitarie di Alvaro Vitali ed il video musicale "Supercafone" di Piotta. Erano gli anni a cavallo tra i due secoli, quando il trash e il pecoreccio avevano ancora un senso e precedevano il momento del famoso a tutti i costi, dell'inflazionato in tv, della volgarità senza misura, a cui ad un certo punto della loro lunga storia, anche i Magazzini allo Statuto non hanno saputo resistere.

Visitando il loro sito si legge: "Cosa hanno in comune le rovine del Palatino e i Magazzini Mas?” Oggi verrebbe spontaneo rispondere le rovine, piuttosto che l’essere stato inserito tra le "101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita".

Fortunato chi l'ha visto, anzi, citando Piotta, chi l'ha vissuto.

 



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