Eurostat. La pandemia colpisce i lavoratori più a bassa qualifica e i meno tutelati

di redazione 13/11/2020 ECONOMIA E WELFARE
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Nel secondo trimestre del 2020, quello del lockdown, l’occupazione nell’Unione europea è calata “solo” del 2%. Ma l’impatto è stato molto più pesante (-10%) sui posti a bassa qualifica come gli addetti alle pulizie, i lavoratori domestici, i manovali e gli ambulanti: quelle che Eurostat definisce “elementary occupation”. Male anche l’andamento dell’occupazione nei servizi e nelle vendite (-8%), per gli operatori di fabbrica (-6%) e gli artigiani (-5%). Al contrario il numero di persone impiegate come “professionisti” è salito del 5% e sono lievemente aumentati anche i tecnici. I dati arrivano da Eurostat, che rileva anche come più dell’80% dei posti persi abbia riguardato contratti a termine, che nel secondo trimestre sono calati a 19,2 milioni in totale nella Ue per poi risalire a 21,5 e 22,2 milioni nei trimestri successivi, secondo l’Ufficio statistico dell’Unione europea.

 

L’occupazione giovanile “è stata particolarmente colpita”: tra ultimo trimestre del 2019 e secondo del 2020, la quota di contratti precari è calata dal 46,2 al 42,7% nella fascia 15-24 anni, mentre tra 20 e 64 la diminuzione è stata contenuta (dall’11,6 al 10,2%). I crolli maggiori si sono registrati nell’est Europa, in Grecia e a Malta. Il tasso di occupazione è sceso di 2,1 punti percentuali per i giovani tra 15 e 24 anni (dal 33,3% al 31,2%), di 1,2 punti per le persone tra 25 e 54 anni (dall’80,6% al 79,4%) e di 0,4 punti per la fascia tra 55 e 64 anni (dal 59,6% al 59,2%). Il numero degli occupati è sceso a 14,4 milioni per il gruppo 15-24, a 140,6 milioni per la fascia 25-54 e a 35,4 per i 55-64enni. Il tasso di occupazione dei più giovani è calato in tutti i Paesi, tranne che in Germania. I decrementi più forti si sono registrati in Slovenia, Irlanda, Spagna, Finlandia, Portogallo, Svezia ed Estonia (oltre -4 punti per tutti e sette), mentre i cali più ridotti si sono verificati in Croazia, Grecia e Italia (-1,3 punti in tutti e tre).

Eurostat ha fornito anche i dati sul terzo trimestre, quello del rimbalzo, quando il Pil come da anticipazioni di fine ottobre (riviste solo lievemente) è aumentato del 12,6% nell’Eurozona e dell’11,6% nell’Ue a 27 rispetto al trimestre precedente (gli aumenti più significativi osservati dall’inizio delle serie storiche) ma rispetto all’anno precedente è diminuito del 4,4% nell’area euro e del 4,3% nell’Ue a 27. Anche il numero di occupati ha recuperato aumentando dello 0,9% sia nell’area dell’euro che nell’Ue a 27.



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