Navalny. Berlino "Prove inconfutabili di avvelenamento, la Russia chiarisca"

I medici tedeschi avevano già appurato che il dissidente russo Alexei Navalny fosse stato avvelenato ma ora il governo di Angela Merkel, per voce di Steffen Seibert, ha dichiarato di avere acquisito “prove che non lasciano dubbi” sulla presenza di un agente nervino chimico appartenente al gruppo Novichok. In una nota l’esecutivo di Berlino ha ribadito la sua “condanna” a questo attacco “nel modo più severo. Il governo russo è chiamato a fare chiarezza con urgenza”, ha insistito, facendo eco ancora una volta alle pressioni della comunità internazionale – Europa e Italia incluse – affinché venga aperta un’indagine trasparente. Richieste a cui il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha risposto così nei giorni scorsi: “Le ipotesi che ci vedono coinvolti nell’avvelenamento di Navalny non possono essere prese sul serio, sono solo vuoto rumore”. Intanto la Cancelleria ha fatto sapere che “attraverso il ministero degli Esteri e le vie previste, riferirà dei risultati delle analisi” che confermano l’avvelenamento di Navalny “ai partner Ue e della Nato”. Così, alla luce della posizione della Russia “ci si consulterà con i partner per una reazione adeguata“, conclude il comunicato.
Sette ministri del gabinetto Merkel, si legge ancora, si sono incontrati oggi per deliberare sui prossimi passi da fare. Alla riunione convocata dalla Cancelliera hanno partecipato il vice Olaf Scholz, i ministri degli Esteri Heiko Maas, dell’Interno Horst Seehofer, della Giustizia Christine Lambrecht, della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer e il capo della Cancelleria Helge Braun.
“È un fatto sconvolgente che Alexei Navalny in Russia sia stato vittima di un attacco con un agente nervino”, si legge ancora nella nota aggiungendo che “la moglie di Navalny è stata informata dai medici dello Charité“.
Cosa è successo a Navalny – Simbolo dell’opposizione al governo di Mosca e noto per le sue inchieste contro la corruzione, si è sentito male giovedì 20 agosto su un volo di ritorno verso la capitale russa dalla città siberiana di Tomsk. Il capitano ha effettuato un atterraggio di emergenza a Omsk. Fin dall’inizio il suo staff aveva sostenuto che si fosse trattato di avvelenamento: Navalny si sarebbe infatti sentito male dopo avere bevuto un tè prima di salire sull’aereo. In un primo momento i medici russi, che avevano negato l’ipotesi dell’avvelenamento, si erano detti contrari al suo trasferimento in Germania a causa delle sue condizioni “instabili”, ma dopo 24 ore la situazione si è sbloccata col trasporto a Berlino.
