Procura Generale dalla Cassazione. Chiesto processo disciplinare per Palamara e altri 9 magistrati

di redazione 25/06/2020 POLITICA
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La Procura Generale dalla Cassazione ha chiesto il processo disciplinare per 10 magistrati coinvolti nella vicenda dell'hotel Champagne e in altri casi legati. Tra loro Luca Palamara, gli ex togati del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepri, Gianluigi Morlini e Luigi Spina e altre figure di contorno.

La Procura generale della Cassazione ha chiesto anche il processo disciplinare per Cosimo Ferri per il caso dell'hotel Champagne.

"Rischiano anche le sanzioni più gravi" i magistrati per i quali la procura generale della Cassazione ha chiesto al Csm il giudizio disciplinare, a partire da Luca Palamara. Lo ha detto il Pg della Cassazione Giovanni Salvi ,rispondendo alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa.

"Per quanto riguarda Cosimo Ferri, abbiamo chiesto alla Sezione disciplinare del Csm di chiedere l'autorizzazione alla Camera per l'utilizzazione nei suoi confronti delle intercettazioni utilizzate", avverte Salvi, parlando del procedimento disciplinare a carico del parlamentare di Italia Viva e relativo alla riunione all'hotel Champagne, con Luca Palamara, Luca Lotti e cinque consiglieri del Csm allora in carica sulle nomine dei procuratori di Roma e Perugia.

ltre a Palamara, stessa richiesta anche per i 5 ex togati del Csm dimissionari lo scorso anno: si tratta di Antonio Lepre, Luigi Spina, Corrado Cartoni, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. Non solo. Giovanni Salvi ha chiesto il processo disciplinare per il deputato di Italia Viva Cosimo Maria Ferri, l’ex pm romano Stefano Fava, l’ex pm della Dna Cesare Sirignano più due magistrati segretari del Csm, per uno dei quali la richiesta di giudizio disciplinare era già stata avanzata. Per tutti, uno dei punti contestati è l’interferenza nell’esercizio dell’attività del Consiglio superiore della magistratura in relazione all’incontro all’hotel Champagne per discutere di nomine ai vertici delle principali procure italiane. “L’elemento sta nel fatto che le scelte venivano esposte in relazione a condotte, richieste o temute, rispetto a posizioni processuali per favorire qualcuno o danneggiare qualcun altro”, ha spiegato Giovanni Salvi. Secondo cui la vicenda nata dall’inchiesta di Perugia “ha segnato un punto di non ritorno, quello che è successo è irreversibile“: “L’impatto sull’opinione pubblica è stato pessimo – ha sottolineato Salvi – ma proprio per questo c’è un gran desiderio di voltare pagina”.

Il processo, inoltre, potrebbe essere solo il primo step delle azioni disciplinari. Il pg della Cassazione Salvi lo ha detto chiaramente: i magistrati coinvolti “rischiano anche le sanzioni più gravi”. Da cosa dipenderà la decisione e il peso dei provvedimenti? Con tutta probabilità anche dall’esame della chat contenute nel telefono cellulare di Luca Palamara. Si tratta di elenchi di messaggi su cui la procura generale della Cassazione sta ancora lavorando: “Non è possibile parlare di numeri e nomi, neanche nei prossimi giorni, il lavoro deve essere completato – ha chiarito Giovanni Salvi – e non ci può essere alcuna anticipazione fino a quando le persone coinvolte non avranno avuto la notificazione dei provvedimenti”. Salvi, poi, ha aggiunto che “ci sono conversazioni che riguardano anche consiglieri del Csm in carica. Ma dobbiamo fare un lavoro completo che consenta di selezionare le diverse condotte“. Parole, quindi, che lasciano intendere come tutta la vicenda potrebbe avere nuovi sviluppi e altrettanti scossoni, con altri magistrati coinvolti.


   



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