Il blocco del traffico ha fatto calare le emissioni del 75%

di redazione 18/05/2020 AMBIENTE
img

Un poderoso studio dell'infrastruttura europea Icos - integrated carbon observation system - ha analizzato gli effetti del lockdown per il contenimento del covid-19 sulle emissioni di co2 in sette città europee.

La ricerca ha dimostrato in modo inequivocabile che nelle metropoli più trafficate il blocco della mobilità ha portato a emissioni ridotte fino al 75%. Lo studio, condotto da un team internazionale e coordinato dalla fondazione cmcc e dall'università della Tuscia, rileva insomma una strettissima e chiara connessione tra le restrizioni e la riduzione delle emissioni. 

 Questa riduzione delle emissioni non è abbastanza grande però da essere visibile a livello globale nell'atmosfera, ma è invece osservabile su scala locale. Da qui lo spazio per le fake news. E da qui l'importanza della dimostrazione di come il lockdown abbia finora ridotto le emissioni di anidride carbonica in tutte le città analizzate.

"Le riduzioni vanno dall'8% di Berlino, in Germania, un'area urbana ricca di vegetazione, al 75% nel centro della città di Heraklion in Grecia", spiega all'agenzia Dire il professor Dario Papale, direttore dell'Icos Ecosystem Thematic Centre e responsabile scientifico per le attività iIcos alla fondazione Cmcc - centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, dove lavora nell'ambito della divisione dedicata allo studio degli impatti dei cambiamenti climatici sull'agricoltura, sulle foreste e sui servizi ecosistemici.

"Le città europee incluse nello studio - spiega Papale - sono Basilea in Svizzera, Berlino in Germania, Firenze e Pesaro in Italia, Helsinki in Finlandia, Heraklion in Grecia e Londra nel Regno Unito. In tutte le città si è rilevata una chiara connessione temporale tra le restrizioni e la riduzione delle emissioni, la cui entità varia in base alle caratteristiche delle aree campionate e alla rigidità delle restrizioni messe in atto.
Per le osservazioni locali, gli scienziati usano in tutto il mondo una tecnica chiamata 'eddy covariance', in cui lo scambio di anidride carbonica tra l'atmosfera e un particolare ecosistema viene misurato da apparecchiature installate in torri che sovrastano l'area interessata e la sua vegetazione. Ciò consente di vedere i cambiamenti nelle emissioni quasi in tempo reale. La torre di Heraklion ha registrato la più grande riduzione, trovandosi in una zona caratterizzata da fitte attività commerciali e intenso traffico stradale, entrambi completamente fermi durante il blocco. A Pesaro, uno stop quasi completo del traffico ha ridotto le emissioni di co2 fino a un terzo. In altre città, come Firenze, Basilea e Helsinki, la riduzione delle emissioni derivata da una riduzione del traffico e delle attività economiche è stata in parte controbilanciata dall'aumento del riscaldamento domestico e del metabolismo umano".

Molto cambia però a seconda del caos della circolazione: ad esempio, nella zona Basilea-b, il traffico è doppio rispetto alla diversa zona della stessa città Basilea-k, e per questo motivo la riduzione rilevata è maggiore.

Il traffico e il settore commerciale sono causa della gran parte delle emissioni anche nel caso di Londra, ma questa differisce da Helsinki e Firenze per il suo contributo residenziale: normalmente, la popolazione del centro di Londra può aumentare di 10 volte nei giorni feriali a causa dell'afflusso di pendolari, che è stato fortemente ridotto con il blocco. A Berlino, la moderata riduzione del traffico è stata controbilanciata dalle emissioni domestiche e dalla presenza di vegetazione, portando a una minore riduzione delle emissioni.
È visibile insomma una chiara connessione con le ordinanze di restrizione.

"In alcuni casi (Firenze, Londra e Heraklion) le emissioni hanno iniziato a diminuire anche qualche tempo prima dell'attuazione del blocco ufficiale, quando le persone hanno risposto alle raccomandazioni di ridurre il più possibile i viaggi e lavorare da casa - sottolinea Papale - questo è un ottimo esempio di collaborazione tra scienziati di diversi paesi, supportato dalle autorità locali che ci consentono di raccogliere queste misurazioni, molto importanti per monitorare l'andamento delle emissioni nelle prossime settimane e mesi, quando le auto private saranno probabilmente preferite ai trasporti pubblici per evitare gli affollamenti. Ciò potrebbe causare una rapida crescita delle emissioni che potrebbe persino superare quelle del periodo di pre-blocco".

Ed è solo l'inizio: questo studio è il classico sasso gettato nello stagno della ricerca perché lo scopo finale degli scienziati adesso è svolgere ulteriori studi basati sui dati generati da queste "torri di inquinamento cittadine".  E apre la strada a studi più approfonditi nelle aree urbane più congestionate. Le città saranno infatti sempre più rilevanti in futuro: già oggi, ospitano circa il 55% della popolazione mondiale e, secondo le nazioni unite, la percentuale crescerà considerevolmente nei prossimi decenni. Capire cosa succede - dal punto di vista dell'inquinamento - in queste metropoli è fondamentale per la sopravvivenza stessa del pianeta.



Ti potrebbero interessare

Speciali