ISS. Sintomi e disturbi, come riconoscere il Coronavirus e cosa fare

di redazione 10/03/2020 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Da conferenza stampa e intervista a Repubblica

Affanno e febbre insieme. La dispnea e il termometro oltre 37,5, sono i campanelli di allarme per il coronavirus Covid-19. Due segnali importanti che, se si presentano insieme, ci dovrebbero far allertare il 112 o il 118. E' quanto emerge dall'analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo condotta dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss). 

L'aumento della temperatura e l'affanno, sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell'86 per cento e nell'82 per cento dei casi esaminati, si legge nella nota dell'Iss. Altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse, nella metà dei casi, mentre meno comuni sono i sintomi gastrointestinali, come la diarrea o anche l'emottisi, l'emissione di sangue dalle vie respiratorie ad esempio con un colpo di tosse. 

"Questi dati suggeriscono che per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa - ha spiega Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, che durante la conferenza stampa quotidiana alla Protezione Civile ha ricordato che è 37,5 la temperatura di riferimento - mentre in presenza di entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118".

 


Brusaferro ha anche sottolineato "che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi di contagio. Seguire questa e tutte le altre norme di prevenzione dettate in questi giorni è fondamentale per rallentare il più possibile l'epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus - ha aconcluso - facciamo appello al senso di responsabilità di tutti".

Ma per capire meglio le tematiche legate al coronavirus (sintomi, categorie a rischio, test ecc.), sul sito dell'Istituto superiore di sanità c'è una sezione dedicata alle domande più frequenti (Faq) alle quali rispondono gli esperti dell'Istituto. Eccole:
 
D. Quali sono le condizioni di rischio di sviluppare la malattia Covid-19?
R. Oggi sono considerate persone a rischio di sviluppare la malattia Covid-19 quelle che, negli ultimi quattordici giorni, si sono recate in zone in cui questa infezione si sta trasmettendo da persona a persona o che siano state a contatto con persone con infezione probabile o confermata in laboratorio da nuovo coronavirus Sars-CoV-2, o infine abbiano frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove siano ricoverati pazienti con infezione da Sars-CoV-2.

D. Quanto dura il periodo di incubazione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2?
R. Le informazioni sulle caratteristiche cliniche delle infezioni da Sars-CoV-2 stanno aumentando. Si stima che il periodo di incubazione vari in media tra 2 e 14 giorni, ma incubazioni più lunghe sono state riportate (fino a 27 giorni) in alcuni studi preliminari.

D. Gli operatori sanitari sono esposti al rischio di infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2?
R. Sì, gli operatori sanitari possono essere particolarmente a rischio perchè sono più spesso a contatto con i pazienti rispetto al pubblico in generale e nelle prime fasi dell'epidemia durante l'assistenza sanitaria possono venire a contatto con pazienti portatori del virus senza conoscere il loro stato e senza quindi prendere le adeguate misure di protezione individuale non farmacologiche. L'Oms raccomanda agli operatori sanitari di applicare sistematicamente le misure adeguate al controllo delle infezioni.

D. Il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 colpisce solo le persone anziane o anche i più giovani sono sensibili?
R. Le persone anziane e quelle con condizioni mediche preesistenti sembrano essere soggette a manifestazioni cliniche più gravi a seguito di infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2. Tuttavia, possono essere infettate dal virus (e contrarre malattie) persone di tutte le età.

D. Come distinguere la tosse da "infreddatura" da quella da nuovo coronavirus Sars-CoV-2?
R. Il rischio di sviluppare questa infezione è quello di essere venuto a contatto con il virus che circola in alcune zone del mondo, incluso in alcune limitate aree italiane. Quindi in presenza di sintomi, potrebbero avere contratto la malattia Covid-19 le persone che negli ultimi 14 giorni hanno viaggiato in zone in cui il virus sta circolando, hanno avuto contatti con persone con infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2 probabile o confermata in laboratorio o, infine, aver frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove siano ricoverati pazienti con infezione da Sars-CoV-2.

In Italia, attualmente, stanno circolando altri virus, in particolare il virus influenzale. Qualora dovessero comparire febbre e disturbi respiratori, in assenza delle condizioni di rischio suddette, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante, possibilmente non recandosi in Pronto Soccorso. Se si pensa di essere stati contagiati dal virus Sars-CoV-2, si raccomanda di contattare il numero verde 1500, attivo 24 ore su 24, istituito dal ministero della Salute per rispondere alle domande sul nuovo coronavirus Sars-CoV-2 e fornire indicazioni sui comportamenti da seguire o, in alternativa, il 112 (o il 118 a secondo della regione) o i numeri verdi regionali dedicati al coronavirus, ove presenti.

D. L'infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2 causa sempre una polmonite grave?
No, l'infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2 può causare disturbi lievi, simil-influenzali, e infezioni più gravi come le polmoniti in una minoranza di casi. E' opportuno precisare, in ogni caso, che poichè i dati in nostro possesso provengono principalmente da studi su casi ospedalizzati, e pertanto più gravi, è possibile che sia sovrastimata al momento la proporzione di casi con manifestazioni cliniche gravi.

D. Sottoporsi privatamente ad analisi del sangue, o di altri campioni biologici, permette di sapere se si è contratto il nuovo coronavirus Sars-CoV-2?
R. No. Non esistono al momento kit commerciali per confermare la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus Sars-CoV-2. La diagnosi deve essere eseguita nei laboratori di riferimento Regionale, in caso di positività al nuovo coronavirus Sars-CoV-2, la diagnosi deve essere confermata dal laboratorio di riferimento nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità.

Qualora si sia stati esposti a fattori di rischio - quali viaggi nelle zone in cui il virus sta circolando o si abbia avuto un contatto con persone in cui l'infezione sia probabile o accertata in laboratorio, o si sia, ad esempio, passati in un ospedale con soggetti affetti da Covid-19 - è possibile contattare il numero verde 1500, messo a disposizione dal ministero della Salute, per avere risposte da medici specificamente preparati e ricevere indicazioni su come comportarsi, o in alternativa, 112 o i numeri verdi regionali.


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