Mondovì. Scritta antisemita sulla porta di casa di una partigiana

di redazione 24/01/2020 CULTURA E SOCIETÀ
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Una scritta antisemita è comparsa a Mondovì, in provincia di Cuneo, a poche ore dal Giorno della Memoria.

Sulla porta dell’abitazione di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica, ma testimone dell'Olocausto, qualcuno ha pensato di vergare le parole "Juden hier", qui abita un ebreo, e una stella di David come quelle usate dai nazisti per identificare gli ebrei. Una frase che riecheggia quelle usate dai nazisti durante i rastrellamenti, in Italia quanto in Germania, per deportare gli ebrei.

Nella casa di Lidia Rolfi, morta nel 1996, abita oggi il figlio Aldo che ha già sporto denuncia contro ignoti. "È inquietante quello che è successo questa notte. Non c'è altro modo per commentare - dice il figlio - Ieri è uscito un articolo dove ho fatto alcune riflessioni e riportato frasi di interviste di mia madre e questo è il risultato. Mi sembra il segno tangibile di un clima che si è creato e questi sono gli effetti". Sulla "Provincia Granda" Aldo Rolfi aveva scritto tra l'altro: "L'emergenza odio è colossale, palpabile in tutti i campi. La mente torna a notti buie e vergognose della nostra Storia recente".

"Ho attraversato questa porta molte volte. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza - Lidia è stata una deportata politica - è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo" commenta lo storico Bruno Maida che con Lidia Rolfi ha scirtto diversi libri sulla deportazione. "Mi sembra un gesto molto grave tanto più nella dimensione di Mondovì e per il ruolo di Lidia". 

Si definisce "profondamente turbata" la ministra della Scuola, Lucia Azzolina, che spiega a Repubblica: "Quella scritta - dice - è un atto vergognoso. Con questo episodio a mio avviso si è superato il limite. Mi aspetto che la condanna sia unanime perché il vero pericolo è l’indifferenza. Bisogna schierarsi sempre senza esitazione. La scuola italiana è da sempre scudo contro le manifestazioni di odio e discriminazione. E continuerà ad esserlo".

Indignato anche il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano:"E' un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente. Un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, città medaglia di bronzo al valor militare nella guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi. Ci stiamo organizzando per rispondere con un'apertura straordinaria della sinagoga di Mondovì. In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto - conclude il sindaco - esprimo solidarietà al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione Mondovì poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati".

"Noi non abbiamo paura. Solo molta amarezza". Lo afferma Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera,commentando sul suo profilo Facebook dal titolo: "Se pensavate che fosse tutto finito".

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, Stefano Allasia, esprime "profondo sdegno" per la scritta antisemita di Mondovì. "Mi auguro che siano al più presto individuati i responsabili di questo ignobile gesto che condanno con forza, quelle scritte antisemite sono una vergogna e un'offesa a tutti piemontesi; esprimo a tal proposito vicinanza e solidarietà verso la comunità ebraica - aggiunge Allasia -. È inaccettabile che gesti del genere, tra l'altro a pochi giorni dal 75esimo anniversario dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, rievochino il razzismo antisemita per il quale si può solo provare vergogna".


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