Le nuove generazioni per il clima. Un milione in piazza per l'onda verde

di redazione 27/09/2019 AMBIENTE
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Il movimento dei giovani per il clima Fridays For Future, ispirato da Greta Thunberg, torna in piazza in 160 città italiane, da Milano a Napoli, per il terzo Sciopero globale del clima, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio. Cortei in mattinata nel centro delle città, con un comizio collettivo finale, nel quale parleranno gli attivisti di 173 gruppi locali.

Roma. Nella capitale il clima è festoso, i ragazzi espongono manifesti, molti in inglese, che denunciano l'emergenza climatica. Migliaia di studenti, ma anche molti adulti, nessun simbolo di partiti politici, ma tanti cartelli che chiedono un cambiamento urgente delle politiche ambientali: da 'diritto al futuro' a 'stop emission', passando per 'vi siete goduti le stelle e ci avete lasciato un cielo a pecorelle' o 'ci avete rotto il clima'. Colori, cori, maschere e addirittura un dinosauro che si fa spazio tra la folla. Ma la fantasia dei ragazzi si manifesta soprattutto nei cartelli: 'We want a hot girl, not a hot climate'.

MIlano. Da piazza Cairoli, nel centro del capoluogo lombardo, anche tanti bambini accompagnati da genitori o nonni. Il sindaco Giuseppe Sala annuncia: "Sì, faccio un salto al corteo dopo la riunione di giunta". Gli studenti del Politecnico su un grandissimo lenzuolo hanno stampato i risultati di una ricerca svolta con i docenti sulla curva del cambiamento climatico dal Pleistocene a oggi e con lo scenario futuro. "Se l'umanità non agirà adesso - è la loro tesi scritta sul grafico - causerà danni irreversibili alla vita sulla Terra, che si estenderanno per migliaia di anni". "Potremmo essere più dei 100mila del 15 marzo - spiega Miriam Martinelli, considerata la "Greta italiana" fra un coro e l'altro urlato al megafono -. Questa estate qualcosa è cambiato, c'è più consapevolezza".

Torino. Nel capoluogo piemontese il corteo parte da piazza Statuto, attraversa il centro storico e termina, secondo il programma, in piazza Vittorio Veneto. "Il protocollo di Kyoto non è un film erotico giapponese", "Ci avete rotto i polmoni", "Proteggi la tua casa" sono alcuni dei cartelli esposti. "Da Palermo alla Valsusa la Terra è una e non si abusa" è lo slogan scandito da un gruppo di giovani . "Se gli adulti non non fanno il loro compito e scioperano dal loro dovere, allora tocca a noi", ha affermato un manifestante interrogato sulle ragioni della sua presenza. I ragazzi delle scuole sono accompagnati da maestre e insegnanti. 

Secondo il dato fornito da Gianfranco Mascia di Friday For Future, sono oltre un milione i partecipanti ai cortei. "Sono duecentomila a Roma - ha spiegato - la piazza più partecipata, seguita da Milano con 150 mila. A Napoli sono circa 80 mila, 50 mila a Firenze, 20 mila a Torino e Bologna e 10 mila a Palermo e Bari" 

Tensione al corteo degli studenti a Palermo. Un gruppo di una trentina di giovani, vestiti tutti di nero, ha cercato di spezzare in due il lungo serpentone all'altezza dell'ex palazzo del Msi, creando il panico. Tanta gente, anche genitori con i figli delle scuole medie, ha rischiato di essere schiacciata sul cantiere della metropolitana. C'è stato un fuggi fuggi. In azione gli agenti antisommossa.

Un portavoce del FFF Milano ha annunciato che sono 150mila i manifestanti che nel capoluogo lombardo stanno prendendo parte al corteo del movimento dei giovani per il clima Fridays For Future. 

Decine di migliaia in corteo per il clima in Nuova Zelanda

I cortei sono stati organizzati in conclusione della #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il clima indetta da Fridays For Future in tutto il mondo. La settimana è cominciata venerdì 20 settembre, con manifestazioni in 130 paesi nel mondo: secondo gli organizzatori, hanno coinvolto 4 milioni di persone complessivamente.

La maggior parte degli Stati hanno tenuto lo sciopero nazionale il 20: folle oceaniche si sono viste negli Stati Uniti, in Germania (1,6 milioni di manifestanti secondo FFF) e in Australia. Gli attivisti italiani hanno scelto di fare lo sciopero il 27, insieme ad altri 26 paesi: Nuova Zelanda, Thailandia, Myanmar, Mali, Eswatini, Gambia, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Ungheria, Slovenia, Grecia, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, Spagna, Portogallo, Canada, Isole Vergini (Usa), Argentina, Venezuela, Aruba, Ecuador, Guam, Honduras. A Montreal in Canada sarà presente anche Greta Thunberg.

Anche a Cagliari sono in 10 mila. "Vi sommergeremo prima del mare. Vogliamo giustizia climatica sociale", lo striscione in testa al corteo.


Momenti di tensione, invece, a Palermo dove unn gruppo di una trentina di giovani vestiti di nero ha provato a dividere il lungo serpentone all'altezza dell'ex palazzo del Msi, creando il panico. Tanta gente, anche genitori con i figli delle scuole medie, ha rischiato di essere schiacciata sul cantiere della metropolitana. C'è stato un fuggi fuggi e sono intervenuti gli agenti in assetto antisommossa.


A Venezia gli studenti sul Ponte di Rialto hanno indossato maschera e boccaglio per dire "Abbiano l'acqua alla gola". Proprio Venezia è forse la città più a rischio da un punto di vista di innalzamento del livello del mare.
 

Nei giorni scorsi centinaia di migliaia di studenti sono scesi in piazza in diverse nazioni, dall'Australia alla Thailandia, dall'Indonesia all'India. Lunedì scorso, 23 settembre, a New York, c'è stato il summit delle Nazioni Unite per il clima, uno degli appuntamenti più importanti della settimana.

 Intanto, partirà una campagna di informazione e formazione ambientale nelle scuole che si chiamerà 'L'ambiente siamo noì. La prevede una delle norme contenute nella nuova bozza del decreto Clima. L'istituzione della campagna sarà avviata già nell'anno scolastico 2019-2020. L'obiettivo, informare e sensibilizzare gli studenti di tutte le scuole italiane sui temi dell'ambiente e degli effetti climatici. Le risorse messe a disposizione dal ministero dell'Ambiente sono 500 mila euro dal 2019.

In Italia, nei giorni scorsi il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti (M5S), ha mandato una circolare ai presidi invitandoli a giustificare le assenze degli studenti che partecipano allo sciopero per il clima.


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