Ostia. Maxiprocesso agli Spada, la Dda chiede 24 condanne. 3 gli ergastoli

di redazione Roma 10/09/2019 ROMA
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Ventiquattro richieste di condanne tra cui tre ergastoli nei confronti di altrettanti appartenenti al clan degli Spada, gruppo attivo a Ostia, sul litorale romano.
    E' questa la richiesta della Procura di Roma nel maxiprocesso in corso nell'aula bunker di Rebibbia davanti alla Corte d'Assise.
    I pm della Dda, Mario Palazzi e Ilaria Calò, hanno chiesto l'ergastolo per Carmine Spada, detto Romoletto ritenuto uno dei capi del clan, per Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai e per Ottavio Spada, detto Marco.
   Il procedimento è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio del 2018 in cui la Procura contesta il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i reati contestati, a seconda delle posizione, anche l'omicidio, estorsione e usura. L'accusa ha chiesto una condanna a 16 anni di carcere per Ottavio Spada, detto Maciste, a 11 per Nando De Silvio, detto Focanera e a 8 anni per Roberto Spada, detto Zibba (omonimo dell'altro per cui è stato invece chiesto l'ergastolo) mentre per Rubern Alvez del Puerto, coinvolto nella vicenda dell'aggressione al giornalista, è stata chiesta una condanna a 10 anni. 

"Oggi, i pm del pool Antimafia, Ilaria Calò e Mario Palazzi, dopo quattro giorni di requisitoria, hanno chiesto una condanna esemplare per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti dei componenti del clan spada. Attendiamo con speranza la decisione che i giudici prenderanno con la sentenza". Lo afferma Massimiliano Vender, presidente dell'Associazione Antimafia Noi, alla richiesta di condanna nei confronti del clan Spada da parte della Procura di Roma. "Qualunque sia il responso - sottolinea - continueremo la nostra lotta quotidiana contro i clan che hanno spadroneggiato su Ostia, adesso che, gli abitanti del litorale, stanno rialzando la testa e chiedono a gran voce quella legalità che gli era stata rubata. Abbiamo iniziato una guerra a un sistema mafioso, e non abbiamo intenzione - conclude - di tornare indietro".


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