Commissione Europea. Italia deferita per smog, rifiuti radioattivi e xylella

di redazione 17/05/2018 AMBIENTE
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La Commissione Ue ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia europea per aver violato le norme antismog e non aver ottemperato alle indicazioni di abbattimento degli ulivi colpiti da xylella. La decisione sull'inquinamento dell'aria si riferisce alla violazione dei limiti Ue per il particolato Pm10.

Con la stessa motivazione, l'esecutivo Ue ha deferito Ungheria e Romania e ha denunciato alla Corte anche Francia, Germania e Regno Unito per il superamento dei limiti di biossido di azoto. Quanto al batterio killer degli ulivi, l'accusa è di per non aver pienamente applicato le misure Ue, tra cui l'abbattimento delle piante malate.ù

La decisione della Commissione Ue sullo smog arriverebbe in seguito alla ripetuta violazione dei limiti europei per il particolato Pm10.

Secondo quanto è stato riferito da fonti europee all'agenzia ANSA, con la stessa motivazione, l'esecutivo Ue avrebbe deferito Ungheria e Romania e denunciato alla Corte Francia, Germania e Regno Unito per il superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2). A fine gennaio il commissario europeo all'Ambiente, Karmenu Vella, aveva avvertito il nostro Paese che in assenza di misure efficaci il deferimento in Corte per i Paesi che violano le norme Ue anti inquinamento sarebbe stato inevitabile. La procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese era cominciata nel 2014: i livelli di Pm10 restano troppo elevati non solo in diverse aree della Val Padana, che è una delle zone meno ventose del mondo a causa della sua particolare orografia, ma anche in altre aree metropolitane, come Roma e Palermo. Un'altra procedura, avviata nel 2015 per l'inquinamento da NO2, il biossido di azoto, non dovrebbe invece aggravarsi: in questo caso è stata ritenuta sufficiente ad evitare complicazioni la documentazione inviata da Roma riguardante l'adozione di misure per ridurre l'inquinamento atmosferico.

La Commissione europea ha inoltre deferito l'Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver pienamente applicato le misure Ue, tra cui l'abbattimento delle piante malate, per impedire la diffusione nel territorio dell'Unione del batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa. L'attenzione dell'Ue su questo microrganismo in Puglia è tornata a livello di allarme lo scorso marzo, quando quasi tremila ulivi furono trovati positivi al batterio in un'area dove nel 2015 erano pochi esemplari. La prossima settimana, il 23 maggio, la Commissione potrebbe proporre al comitato sulla salute delle piante formato dagli esperti degli stati membri modifiche alla decisione Ue, come l'aggiornamento dell'area di quarantena, spostando di una ventina di chilometri verso nord la fascia di territorio dove vanno applicate le misure più drastiche per la lotta al patogeno.

L'Italia finisce davanti alla Corte di giustizia Ue anche sui rifiuti radioattivi. Lo ha deciso la Commissione Ue in quanto non è stata assicurata la piena conformità alla direttiva in materia, in particolare sul fronte della notifica dei programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Roma aveva già ricevuto un parere motivato, secondo passo di una procedura d'infrazione, lo scorso luglio, insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo. Gli Stati membri erano tenuti a notificare i programmi nazionali entro il 23 agosto del 2015. La direttiva Ue istituisce un quadro per garantire la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, chiedendo ai 28 provvedimenti adeguati in ambito nazionale per un elevato livello di sicurezza.


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