Latina. Morto il bracciante abbandonato in strada col braccio tranciato. I Sindacati "Fatto di inaudita brutalità"

di redazione 20/06/2024 ECONOMIA E WELFARE
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Non ce l'ha fatta il bracciante indiano abbandonato in strada a Cisterna di Latina dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro avvenuto due giorni fa. Questa mattina è stata infatti dichiarata la morte cerebrale per Satnam Singh,  31 anni, che era stato portato d'urgenza con eliambulanza all'ospedale San Camillo di Roma. Sono in corso le indagini dei Carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Cisterna di Latina e della stazione di Borgo Podgora, intervenuti sul posto dopo una segnalazione. 

Il datore di lavoro dell'uomo, Antonello Lovato, è accusato di omissione di soccorso, violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare e di omicidio colposo. L'uomo ascoltato dai carabinieri ha raccontato di avere trasportato Singh, con l'arto amputato, su un furgone a casa. Non si esclude che la Procura possa valutare anche il reato di caporalato.

“Provo sgomento per la morte del bracciante vittima di un incidente sul lavoro, avvenuto il 17 giugno scorso a borgo Santa Maria” dichiara la sindaca di Latina, Matilde Celentano, precisando di accogliere “la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall'intero Consiglio comunale, di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo. L'episodio avvenuto nella nostra città costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori”.

Che cosa è successo

Sono in corso le indagini sulle cause dell'incidente. Singh, che non aveva un contratto regolare, è stato agganciato dal macchinario avvolgiplastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Nessuno ha chiamato i soccorsi, ma, dopo l'incidente, l'uomo è stato caricato su un pullmino e abbandonato nei pressi della propria abitazione, mentre il braccio tranciato è stato lasciato in una cassetta per la raccolta degli ortaggi, un dettaglio agghiacciante di una vicenda di ferocia e sfruttamento. 

A raccontarlo agli investigatori è stato lo stesso datore di lavoro. E mentre il pullmino percorreva la strada verso Sant'Ilario la moglie del bracciante, impiegata nella stessa azienda, a bordo implorava di chiamare l'ambulanza. Invano. Singh è stato scaricato letteralmente davanti casa poi i familiari hanno chiamato i soccorsi. I paramedici del 118 hanno affidato il bracciante indiano ad un'eliambulanza ed è stato trasportato d'urgenza al San Camillo dove è morto. 

Il proprietario dell'azienda, assistito dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi, è stato ascoltato per diverse ore dai militari della compagnia di Latina, diretti dal maggiore Paolo Perrone. Da verificare se la volontà di non allertare i soccorsi sia legata all'irregolarità contrattuale o alla mancanza di permesso di soggiorno del lavoratore. 

Intanto il titolare dell'azienda agricola, padre di Antonello Lovato, intervistato dal Tg1 parla di “una leggerezza del bracciante costata cara a tutti".La Regione Lazio pagherà le spese del funerale. Convocato tavolo su sicurezza sul lavoro

La Regione Lazio si farà carico delle spese per il funerale di Satnam. Lo rende noto la Regione sottolineando che, una volta individuati i responsabili, si costituirà parte civile nel processo.

"Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore all'Agricoltura Giancarlo Righini, esprimono le condoglianze, a nome dell'Amministrazione regionale, alla moglie e ai familiari del bracciante agricolo di Latina, tragicamente scomparso - sottolinea una nota - La Regione ribadisce la ferma condanna per l'accaduto, confermando il suo impegno nella lotta al caporalato e per la sicurezza dei lavoratori di ogni comparto produttivo".

Su iniziativa del governatore Rocca e dell'assessore al Lavoro Giuseppe Schiboni è stato convocato "d'urgenza un tavolo con le organizzazioni sindacali regionali sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche alla luce delle ultime, tragiche, morti bianche e delle imminenti ondate di calore". Il tavolo si terrà venerdì mattina e sarà coordinato da Schiboni, alla presenza del direttore generale della Regione Lazio, Alessandro Ridolfi

Cgil: “Un fatto di una inaudita brutalità”

“Frutto del sistema del caporalato e dell'irregolarità in cui releghiamo migliaia di migranti che arrivano nel nostro Paese in cerca di speranza” scrive in una nota la segretaria confederale, Maria Grazia Gabrielli. "Schiavi della società contemporanea, irregolari, senza permesso di soggiorno, e quindi più ricattabili da chi considera il lavoro solo un profitto e i diritti, come quello all'assistenza, solo degli ostacoli". 

“Lo sfruttamento nei campi - aggiunge- si traduce molto spesso in salari da fame, in ritmi e in condizioni di lavoro insicure e inumane, in violenze psicologiche e fisiche che purtroppo sfociano anche in terribili accadimenti come quello di Latina”.

Cisl: “La nostra battaglia proseguirà”

"La morte del bracciante è un fatto grave ed inaccettabile che indigna tutto il mondo del lavoro" sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. "E' vergognosa questa lunga scia di sangue negli ambienti lavorativi. Non solo vanno individuati e puniti i responsabili di questa barbarie, ma occorre rafforzare le azioni di contrasto nei confronti del caporalato, del lavoro sommerso ed illegale, garantendo la dignità e la sicurezza del lavoro in tutti i settori produttivi. La battaglia della Cisl proseguirà in tutti i territori ed in tutti i luoghi di lavoro rivendicando non solo maggiore attività di controllo, rafforzamento delle sanzioni ma anche un grande investimento sulla prevenzione e formazione".

Uil: “Continuiamo a chiedere l'istituzione di una Procura speciale” 

"La vicenda è raccapricciante e suscita sgomento. Una barbarie che calpesta il rispetto della vita e inabissa ogni valore di civiltà portando dietro di sé sfruttamento e disumanità" dichiara il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri.   “La piaga del caporalato, ancora una volta, mostra tutta la sua atrocità. Continuiamo a chiedere l'istituzione di una Procura speciale”.



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