LA STRAGE Suviana, recuperato il corpo dell'ultimo disperso. Le indagini per disastro e omicidio colposo

di redazione 13/04/2024 TUTTI
img

Il drovore al lavoro al massimo della capacità nella centrale idroelettrica di Suviana (Bologna) per svuotare l'ottavo e il nono piano sotto il livello dell'impianto, ancora allagati a causa del crollo e delle esplosioni del 9 aprile. Attualmente non si può accedere in tutta la parte dell'impianto. Per ragioni di sicurezza, a scopo cautelativo, le persone estranee alle operazioni sono state allontanate dal perimetro della centrale.

Finito il momento del recupero dei dispersi, si è aperta la fase due dell'intervento, che prevede di togliere l'acqua e mettere in sicurezza la struttura anche per permettere l'avvio delle perizie.  Questa fase avrà numerosi passaggi. "C'è un pozzo che contiene dell'acqua, stiamo facendo delle analisi per capire che cos'ha dentro", ha detto l'ad di Enel Green Power Salvatore Bernabei. 

La dinamica dell'incidente e le conseguenze

L'inondazione dell'impianto è stata causata sia dall'esplosione e dal danneggiamento degli apparati di raffreddamento della centrale, sia dalla copiosa quantità di acqua dentro la condotta forzata proveniente dall'attiguo lago Brasimone, altro bacino idroelettrico gestito da Enel. Tale tubatura porta l'acqua per attivare le turbine dei gruppi di produzione nella centrale dove c'è stato l'incidente. Proprio questi macchinari il 9 aprile erano sotto collaudo. Un primo gruppo era già stato approvato dai tecnici ed era correttamente in esercizio. Un secondo gruppo di produzione invece veniva provato dai tecnici, fra cui le sette vittime.

Ora l'acqua deve essere espulsa con idrovore per permettere l'ispezione completa della centrale. Quelle dell'impianto sono fuori uso, così Enel Green Power ha fatto arrivare delle pompe di grande portata dalle centrali geotermiche della Toscana. Stamani c'è stata un'ispezione esterna della centrale per individuare eventuali altri danni o pericoli e per programmare le successive attività di ripristino.

 

Intanto è stato recuperato anche il corpo dell'ultimo lavoratore disperso nell'esplosione della centrale idroelettrica di Bargi al lago di Suviana, in provincia di Bologna, dove è avvenuta la strage di operai. E' il 68enne napoletano Vincenzo Garzillo. Sette le vittime accertate. Mentre è fuori pericolo di vita l'operaio di 35 anni, ricoverato in rianimazione al Sant'Orsola di Bologna, ferito dopo l'esplosione

Al lavoro, impegnati nelle ricerche, circa 200 persone, concentrate soprattutto al piano meno 9 dell'impianto, sotto il livello del lago, dove sono state trovate tre delle vittime. 

Tra i soccorritori anche Simone De Angelis, il capo centrale. "Questo ragazzo ha visto la centrale in cui lavorava in queste situazioni, ha visto subito alcuni deceduti che conosceva, persone con cui lavorava tutti i giorni, per tre giorni è stato coi sommozzatori guidando le operazioni di soccorso, centimetro per centimetro i sommozzatori che si muovevano in un ambiente in cui non c'era visibilità. Appena trovato il quarto disperso ha avuto un mancamento ed è stato portato via dall'ambulanza", ha detto l'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, visibilmente emozionato in conferenza stampa.

Tajani ricorda le vittime: “Investire nella sicurezza”

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando agli Stati generali dell'economia organizzato da Forza Italia a Milano, ha ricordato le vittime della tragedia: "Non posso non ricordare le vittime sul lavoro della centrale idroelettrica di Bargi. Purtroppo gli incidenti ci sono sempre. Dobbiamo continuare a lavorare sulla sicurezza per il lavoro con norme non ideologiche",  ha detto aggiungendo: "Per esempio, possiamo pensare di dare incentivi alle imprese che adottano politiche sulla sicurezza all'avanguardia".

Le indagini e la 'scatola nera' in mano agli inquirenti

“La ‘scatola nera’ della centrale di Suviana è in mano all'autorità giudiziaria”, ha detto l'ad Bernabei. Sarà fondamentale per ricostruire l'accaduto. "Tutte le centrali hanno un sistema di supervisione e controllo che si chiama Scada. In questa centrale si trovava nei piani superiori. Questo sistema è già stato preso dall'autorità giudiziaria e quindi se avrà registrato qualcosa si vedrà nel momento in cui verrà esaminato", ha aggiunto l'ad di Enel. 

Fra le ipotesi degli esperti, l'esplosione potrebbe essere stata innescata da un guasto all'alternatore. Se il sistema avrà registrato qualcosa "quell'analisi potrà essere utile per capire le cause, perché altrimenti attualmente non è davvero possibile che cos'è successo", ha detto ancora Bernabei. Anche i piani più alti, tuttavia, hanno riportato alcune conseguenze dall'esplosione.



Ti potrebbero interessare

Speciali