Mamma con un cuore senza ventricolo partorisce due gemelli. Parto eccezionale al Bambino Gesù

di redazione 14/02/2024 ROMA
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Quando è nata aveva solo metà cuore. Ma oggi, all'età di 36 anni, è stata lei a dare alla luce due gemellini. Si tratta di una gravidanza conclusasi con un parto eccezionale quella avvenuta al policlinico Agostino Gemelli di Roma qualche giorno fa: è un caso unico in Italia, in tutto il mondo se ne contano soltanto quattro. 


La neomamma, che ha partorito i bimbi con un cesareo, 36 anni fa è nata con un cuore senza un ventricolo. Sempre seguita per la grave cardiopatia congenita dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù della Capitale prima e dal policlinico Gemelli poi. "Sapevo di correre molti rischi con il mio cuore a metà, ma volevo diventare mamma", ha dichiarato la donna oggi neomamma di due gemellini, un maschio e una femmina.

Cosa vuol dire nascere con un cuore "univentricolare"
La trentaseienne è nata con un cuore privo del ventricolo destro, la porzione di muscolo cardiaco che spinge il sangue verso i polmoni per ossigenarsi. La cardiopatia congenita complessa di cui soffre richiede diversi interventi correttivi nei primi anni di vita. Per questa ragione, quando aveva 4 anni, la donna è stata sottoposta un un'unica operazione atta a costruire il sistema di circolazione alternativo, detto di Fontan, che porta il sangue dalle vene cave direttamente ai polmoni, senza passare per il cuore. Nonostante questo, la patologia richiede terapie e controlli costanti per tutta la vita: soltanto nel 5% dei casi si arriva al trapianto.


Nelle gravidanze di pazienti cardiopatiche i rischi sono maggiori: aumentano volume del sangue e attività cardiaca; organi come fegato, reni e intestino possono andare in sofferenza. Anche i protocolli internazionali, però, sottolineano che in mancanza di complicazioni è possibile intraprendere il percorso di maternità.

Così, con qualche giorno di anticipo sul termine previsto, alla trentaquattresima settimana è avvenuto il parto cesareo presso il Policlinico Gemelli. Mamma e bimbi, un maschio e una femmina entrambi dal peso di 1,4 chilogrammi, stanno bene e sono potuti rientrare a casa dopo circa dieci giorni di ricovero.


"È stata un’emozione indescrivibile. Alle donne che vivono la mia stessa situazione vorrei dire di non avere paura e di affidarsi a centri specializzati per realizzare il sogno della maternità", ha poi aggiunto la mamma.

Il team di specialisti del Bambino Gesù che cura anche gli adulti
Vista la complessità della patologia, il Bambino Gesù mette a disposizione un team di specialisti incaricati di seguire i bambini con una cardiopatia, identificati con l'acronimo ACHD, Adults with Congenital Heart Disease, anche una volta diventati maggiorenni. Anche nei casi in cui la malattia viene tenuta sotto controllo, infatti, persone che soffrono di queste patologie non possono considerarsi del tutto guariti e hanno bisogno di un'assistenza specifica costante.

Per questa ragione per seguire le gravidanze delle mamme cardiopatiche esiste un apposito gruppo multidisciplinare chiamato GUCH, Grown Up Congenital Heart, che segue con incontri e attività le prossime mamme, accompagnandole dalla programmazione del parto al post gravidanza. Nel gruppo sono presenti l'équipe dell’Unità Operativa di Cardiologia del Congenito Adulto dell’Ospedale Bambino Gesù con il professor Gianfranco Butera, insieme al team di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale diretto dal professor Leonardo Caforio e un gruppo di cardiologi e ginecologi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS coordinati rispettivamente dai professori Massimo Massetti e Antonio Amodeo e dal professor Antonio Lanzone.

 



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