Violenza di genere e femminicidi. Cosa può fare la scuola italiana. L'Europa indica la strada dell'educazione sessuale e sentimentale nelle classi

Nonostante le linee guida europee prevedano l’educazione sessuale nelle scuole, in Italia non è ancora prevista. Mancano iniziative istituzionali per un percorso obbligatorio e programmato di educazione alla sessualità e all’affettività, nonostante l’efficacia dimostrata di tali programmi per la salute e la crescita armoniosa dei giovani.
Sia OMS che UNESCO sottolineano l’importanza di un approccio olistico all’educazione sessuale, integrando aspetti psicologici, relazionali, culturali e sociali. Tuttavia, l’approccio italiano si focalizza prevalentemente sugli aspetti biologici, trascurando la complessità multidimensionale della sessualità.
In Europa, l’educazione sessuale nelle scuole varia significativamente. Alcuni paesi, come i Paesi Bassi, iniziano l’educazione sessuale già a 4 anni, mentre in Italia l’età media è di 14 anni. Questa “lotteria geografica” riflette differenze nelle risorse, nelle politiche scolastiche e negli atteggiamenti culturali e religiosi. Non esiste un modello unico di educazione sessuale in Europa. I programmi variano in durata, contenuti e metodologie, riflettendo le peculiarità culturali e storiche di ogni paese. Ciò rende difficile identificare le “buone pratiche” a livello europeo.
Il MIUR
Mercoledì 22 novembre sarà presentato un piano per introdurre l’educazione sentimentale a scuola. Secondo indiscrezioni, si tratta di un’ora a settimana di “educazione alle relazioni” nelle scuole superiori con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni. L’obiettivo è promuovere il rispetto e la consapevolezza sulle conseguenze degli abusi, dopo la tragedia di Giulia Cecchettin, l’ennesimo caso di femminicidio in Italia.
La proposta prevede anche l’intervento di influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani e coinvolgerli a pieno in un percorso di educazione sentimentale che non può più aspettare.Secondo la bozza del progetto, gli studenti, guidati da un docente in qualità di moderatore, prenderanno parte a discussioni di gruppo, esponendosi in prima persona sul tema.
