Colloqui di lavoro. Bruxelles "Obbligo di dichiarare lo stipendio ai candidati"

di redazione 09/04/2023 CULTURA E SOCIETÀ
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Su LinkedIn ormai è quasi una prassi: nelle offerte di lavoro, la retribuzione non si trova quasi mai. Eppure è una delle informazioni principali da comunicare agli eventuali interessati, anche prima di un primo contatto.

Finisce l’era del “segreto retributivo”. Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulla trasparenza salarialeproposta dalla Commissione ormai più di due anni fa. La novità principale è inserita nell’articolo 5 del documento, che prevede l’obbligo per le aziende di “individuare il livello retributivo iniziale o la relativa fascia da corrispondere al lavoratore per una specifica posizione o mansione”. Dichiarare lo stipendio al colloquio di lavoro diventa dunque d’obbligo.

Un’informazione che dovrà essere fornita già nell’annuncio di lavoro o, al più tardi, durante il primo colloquio, “senza che sia il candidato a richiederlo”. La direttiva è stata approvata dall’Eurocamera a larghissima maggioranza: 427 voti favorevoli, 76 astenuti e 79 contrari. A questo punto, manca solo il via libera definitivo del Consiglio, che dovrà accogliere formalmente il testo approvato durante la mini plenaria di Bruxelles. Una volta che la direttiva entrerà in gazzetta ufficiale, i Paesi membri avranno tre anni di tempo per recepirla.

 

Oltre al cosiddetto “segreto retributivo”, il testo approvato dall’Eurocamera affronta anche il tema del gender pay gap, ossia la differenza tra i salari percepiti dagli uomini e dalle donne per la stessa mansione di lavoro. La direttiva prevede che i livelli salariali di un’azienda e gli annunci per l’apertura di nuove posizioni siano neutri rispetto al genere. Non solo: se la rendicontazione di un’azienda dovesse mostrare un divario retributivo di almeno il 5% tra uomini e donne, i datori di lavoro saranno costretti a valutare misure correttive. 

 

La Ue corre ai ripari: il Parlamento europeo ha deciso di mettere fine al segreto retributivo negli annunci di lavoro. Lo stipendio dovrà essere comunicato obbligatoriamente, nell'annuncio o durante il primo colloquio. Lo ha stabilito la nuova direttiva sulla parità salariale e la trasparenza, approvata dal Parlamento Ue e che ora dovrà essere adottata dai Paesi membri nel diritto nazionale entro tre anni. 

Uno studio dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), gli interventi di trasparenza retributiva contribuiscono a ridurre il divario salariale di genere in ogni luogo in cui vengono applicate. E vengono definite come uno «strumento importante per combattere la disuguaglianza di genere», rendendo chiare ai dipendenti la presenza e l’entità del divario.

Insomma, adesso non ci sono più scuse: ogni azienda con più di 100 dipendenti dovrà anche correggere eventuali disparità salariali qualora superino il 5% senza alcuna giustificazione. In più, a lavoratori e lavoratrici, sarà permesso accedere a dati aggregati per genere sulle retribuzioni per conoscere i criteri di eventuali aumenti di stipendi, che dovranno essere neutrali rispetto al genere. 

Addio anche, come detto, al segreto retributivo: alle aziende verrà imposto di segnalare negli annunci di lavoro (o al più tardi in sede di primo colloquio) la retribuzione prevista per quella specifica posizione. L'addetto alle risorse umane o lo stesso datore di lavoro, non potrà più chiedere informazioni sulle retribuzioni dei candidati in lavori precedenti, evitando che la storia salariale influisca sull'offerta.

«Questa legislazione è progressista, moderna, femminista, liberale e intersezionale. È il primo passo per colmare il divario retributivo di genere», ha dichiarato la corelatrice Samira Rafaela, del gruppo liberale Renew europe.



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