Aumenti in vista per il biglietto e gli abbonamenti Metrebus card. Gli utenti increduli visto i frequenti disservizi del trasporto pubblico romano

di redazione Roma 01/12/2022 ROMA
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 Il 2023 porterà aumenti nei biglietti e abbonamenti per i mezzi pubblici a Roma. Lo prevede il contratto di servizio siglato fra Trenitalia e la Regione Lazio nel 2018 e valido fino al 2032, al cui interno sono inserite le tariffe dei ticket Bit Metrebus, il biglietto integrato a tempo.

Dall’1 agosto 2023, i prezzi dovrebbero essere adeguati con il biglietto classico da 100 minuti che passerebbe da 1,50 a 2 euro, l’abbonamento mensile da 35 a 46 euro e quello annuale da 250 a 350 euro. Aumenti non da poco, soprattutto in un periodo di inflazione, e che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione economica di molte famiglie che vivono o lavorano nella Capitale.

Lo prevede il contratto di servizio stipulato nel 2018 con Trenitalia, che rientra nel consorzio Metrebus.

L'accordo prevede che a luglio 2023 il costo del Bit - il biglietto integrato a tempo che dura 100 minuti - passi da 1,50 a 2 euro, con aumenti a cascata proporzionali anche su quelli da 24, 48 e 72 ore. Stando alle tabelle inserite all'interno del provvedimento gli aumento dovrebbero riguardare anche sugli abbonamenti integrati mensili e annuali: i primi passerebbero a 46,70 euro dagli attuali 35, i secondi a 350 da 250. Con ricadute dirette per chiunque utilizza i mezzi Atac e Cotral, da mesi sul piede di guerra in particolare per quanto riguarda la Metromare, ex Roma-Lido, e la Roma-Viterbo.

Dopo mesi di ritardi, corse cancellate e navette sostitutive insufficienti o addirittuta inesistenti, i pendolari hanno organizzato nella prima settimana di dicembre una serie di iniziative di protesta tra cui due sit-in, uno sotto Cotral e uno in Campidoglio, e una petizione per annunciare che la misura è colma. E la notizia degli aumenti, pur presenti nel contratto di servizio ormai da 4 anni, è arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha incendiato definitivamente gli animi, finendo anche - inevitabilmente - al centro dell campagna elettorale.

Le opposizioni si sono infatti già scagliate contro la Regione e contro Mauro Alessandri, assessore regionale alla Mobilità della seconda giunta Zingaretti nel 2018, quando l'accordo è stato firmato (accordo in vigore sino al 2032): "I membri della giunta Zingaretti annunciano di mettersi ora al lavoro per scongiurare l’aumento del costo dei biglietti Atac previsto per il prossimo anno - ha detto Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d’Italia - Consiglierei di non perdere tempo nei soliti annunci con tempistiche da campagna elettorale ma sarebbe il momento di investire su un sistema di trasporto efficiente per i cittadini laziali, ci ritroviamo una rete in uno stato vergognoso con in aggiunta ora la beffa dell’aumento del costo dei biglietti. Se veramente non si riuscirà a scongiurare un atto simile, sarà un vero fallimento per la Regione Lazio e il Comune di Roma".

 Linda Meleo, capogruppo al Campidoglio M5s: "Lascia basiti la notizia degli aumenti che se il servizio fosse regolare e capillare, tutti  sarebbero disposti a pagare di più. Invece abbiamo un disagio generalizzato, con metro ferme ogni giorno per guasti e bus che saltano almeno una corsa su 10. Per non parlare della Roma-Lido, la cui cessione alla Regione Lazio non ha minimamente tutelato gli utenti. Aumentare il costo di biglietti e abbonamenti sarebbe un durissimo colpo per le famiglie, già vessate da inflazione e aumento del costo dell'energia. Non è difficile quindi prevedere un aumento dell'evasione, con la conseguenza che il servizio continuerà a essere sostenuto da sempre meno persone che pagheranno sempre di più: un circolo vizioso che questa amministrazione deve assolutamente scongiurare".

Alessandri dal canto suo ha replicato insieme con il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori: "In queste ore la Regione Lazio sta lavorando per scongiurare l'aumento del costo dei biglietti Atac, previsto per il 2023. Il nostro obiettivo è reperire i fondi necessari in modo da non ledere i bilanci delle aziende coinvolte, ed evitare assolutamente che l'aggravio dei costi ricada sulle tasche degli utenti, e in particolare sulle fasce più deboli della popolazione. Anche perché l'aumento del biglietto comporterebbe inevitabilmente un aumento dell'uso dei mezzi privati, a scapito della qualità dell'aria e dell'ambiente in cui viviamo e che sentiamo il dovere e la necessità di tutelare, sempre". 

L’unico modo per scongiurare gli aumenti sarebbe appunto un intervento da parte della Regione per coprire il differenziale, una questione che si troverà quasi certamente ad affrontare, però, la nuova consiliatura, alla luce delle imminenti elezioni, fissate per il 12 e il 13 febbraio.

 



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