Campidoglio. Lotta all'insicurezza stradale. 70 interventi nei punti più critici.

di redazione Roma 25/04/2022 ROMA
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Roberto Gualtieri e l'assessore ai trasporti Eugenio Patanè hanno presentato un piano massiccio di messa in sicurezza delle strade romane, individuando 70 interventi che nelle intenzioni dell'amministrazione capitolina dovranno concludersi entro ottobre 2023. 

Analisi di 30.000 incidenti in 10 anni

Secondo i dati emersi dall'analisi compiuta su oltre 30.000 incidenti avvenuti dal 2009 al 2018, il Campidoglio ha individuato quelli che Gualtieri ha definito i "black point" peggiori, ovvero gli incroci più pericolosi che hanno generato un numero notevole di decessi e feriti gravi tra automobilisti e pedoni. 

Individuati 70 interventi in tutta Roma

"Presentiamo un 'piano black point', approvato dalla Giunta - ha dichiarato Gualtieri insieme all'assessore Patanè -. Un lavoro attento e di ricognizione di tutti i punti più pericolosi, dove ci sono stati gli incidenti più gravi negli ultimi anni a Roma, e una lista di 70 interventi finanziati con un accordo quadro che gradualmente ma rapidamente nei prossimi mesi verranno realizzati. Puntiamo ad eliminare tutti i back point più pericolosi entro ottobre 2023".

Un anno e mezzo di tempo, quindi, per andare a ridurre notevolmente la pericolosità di 70 incroci e attraversamenti che, oltre a comportare un tributo di vite importante, rappresentano un costo sociale elevato per la collettività di svariati milioni di euro. "E' un intervento importante  - ha continuato Gualtieri - perché a Roma ci sono troppi incidenti, è tempo di avere una azione organica per ridurre questi interventi così drammatici. Il tema della sicurezza stradale per noi è una priorità. I numeri degli incidenti sono molto alti a Roma, c'è stata una riduzione dovuta alla pandemia ma si sta ritornando ad una situazione pre Covid che per noi è una situazione inaccettabile".

Per questo motivo la Giunta ha approvato una delibera per un primo stanziamento di 4 milioni di euro da investire per la messa in sicurezza dei tratti e delle intersezioni stradali a massimo rischio. Un accordo quadro che prevede interventi con soluzioni applicabili a seconda dei casi specifici, tra queste: migliore definizione delle traiettorie; controllo e riduzione della velocità; riorganizzazione infrastrutturale leggera, come riprofilatura dei cigli e dei cordoli, messa in sicurezza di spazi e percorsi pedonali; riconfigurazione infrastrutturale pesante dell’intersezione con la realizzazione di sottopassi, rotatorie e rampe; revisione delle discipline di circolazione e impiego di soluzioni tecnologiche, ad esempio, per il controllo del passaggio col rosso o il rispetto dei limiti di velocità.

"L'obiettivo è di ridurre - ha sottolineato Patanè - entro 3 anni del 20% i decessi ed i feriti gravi ed entro 10 anni del 50%. I black points sono le intersezioni stradali a massimo rischio di incidentalità. Sono stati classificati e selezionati sul parametro del numero di incidenti, morti, feriti, costo sociale. Negli ultimi anni realizzati alcuni interventi sui black point, la pandemia ha modificato lo stato delle cose, non abbiamo considerato nella nostra analisi i dati 2020 e 2021".  

“Lavorare sul tema della sicurezza stradale –ha aggiunto l'assessore Patanè - è un dovere morale prima che istituzionale. Salvare anche una sola vita dalla strage alla quale siamo purtroppo costretti ad assistere quotidianamente sarebbe già un successo. Per questo motivo, la sicurezza stradale rappresenta uno dei punti più importanti del nostro programma sulla mobilità cittadina e abbiamo deciso di intervenire con urgenza sulla messa in sicurezza dei punti stradali più pericolosi. Gli interventi presentati oggi rappresentano soltanto un primo passo dell’enorme lavoro che siamo chiamati a portare avanti intema di sicurezza stradale: per salvare vite e raggiungere l’obiettivo, che ad oggi potrebbe sembrare utopistico, della cosiddetta ‘Vision zero’ ossia zero morti e feriti sulle nostre strade a causa di incidenti”. 

Vision Zero è un progetto di sicurezza stradale nato in Svezia 25 anni fa che ha lo scopo di eliminare i decessi e i feriti negli incidenti stradali. Si è diffuso in Regno Unito e Svizzera negli anni successivi.  Il progetto si fonda su tre pilastri fondamentali: la centralità della vita della persona più importante di ogni altra cosa, la responsabilità che sancisce la condivisione tra chi viaggia e chi gestisce strade e traffico e i limiti di velocità, definiti a seconda della tipologia di strada. 



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