Scuola. A settembre si tornerà ancora con le mascherine e il distanziamento. Ma resta la questione del tracciamento e dei trasporti

di redazione 05/07/2021 CULTURA E SOCIETÀ
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A settembre si tornerà a scuola con la mascherina e rispettando il distanziamento; e vista l’incertezza dello scenario epidemiologico, vanno individuate già adesso le misure di massima da applicare per gli istituti a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa. È quanto ha risposto il Comitato tecnico scientifico ad una serie di quesiti posti dal ministero dell’Istruzione per programmare l’inizio del prossimo anno scolastico.

Le questioni relative alla scuola, secondo quanto si apprende, sono state affrontare nella riunione del 25 giugno scorso al termine della quale gli esperti hanno sottolineato che in linea generale “le misure da applicare per l’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 dovrebbero essere le stesse previste all’inizio del precedente anno scolastico”. Il Cts ricorda infatti che molto probabilmente le vaccinazioni porteranno ad una riduzione della diffusione del virus e che l’immunizzazione del personale scolastico (che ad oggi è al 73% del totale, ndr) ridurrà ulteriormente i contagi nelle scuole. Ma nonostante questo al momento non è possibile, dicono gli esperti, prevedere quanti minori saranno stati vaccinati a settembre. Nel parere, infine, il Cts ritiene “non plausibile” l’utilizzo del green pass in ambito scolastico: per questioni di privacy e perché non esiste l’obbligo vaccinale. Tra i 12 e i 19 anni al 25 giugno hanno avuto le due dosi di Pfizer solo 555.578 mila ragazzi ovvero quelli della maturità.

Limitarsi a dire che l’avvio dell’anno scolastico sarà con mascherine e distanziamento, quindi esattamente come nel 2020, non è sufficiente”, lamenta il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Ed in effetti così pare: si va verso una ripartenza simile a quella dello scorso anno. Ciò che potrebbe fare la differenza nell’anno scolastico 2021/22 è la vaccinazione, che, tuttavia, prosegue ma dalla quale restano esclusi i più piccoli.

Settembre è dietro l’angolo, più di un anno di pandemia e di continui stop nell’attività didattica in presenza, eppure nulla pare essere cambiato sul piano della ripartenza delle lezioni del prossimo anno scolastico.

Questo è quanto si prospetta dopo la riunione del Comitato tecnico scientifico: si tornerà a scuola con la mascherina e rispettando il distanziamento. Uno scenario epidemiologico incerto che porta a correre ai ripari pensando a soluzioni mirate a seconda del rischio delle aree bianca, gialla, arancione o rossa. A preoccupare maggiormente è la diffusione della variante Delta, che potrebbe portare tra qualche mese a un rapido aumento dei casi, specie con l’abbassarsi delle temperature.

La linea del Cts, ovvero la stessa dello scorso anno, non convince Sasso, che chiede chiarimenti sul tema del monitoraggio e del tracciamento del virus. “Bisogna necessariamente completare la vaccinazione del personale della scuola – sottolinea Sasso – e c’è da definire uno dei nodi più delicati in assoluto, quello dei trasporti. Ci vuole un cambio di passo perché il tempo stringe e farsi trovare impreparati all’appuntamento con il ritorno in classe sarebbe imperdonabile“.

In Campania, la regione che per prima ha chiuso tutte le scuole lo scorso anno tenendo anche i più piccoli in Dad, si inizia ad organizzare l’avvio del nuovo anno scolastico pensando a un mix di alunni in presenza e in didattica a distanza. “L’orientamento – afferma l’assessore all’istruzione Lucia Fortini – è di far iniziare con prudenza l’anno scolastico con lezioni al 50% per valutare l’effetto sulla curva epidemiologica”.

Rispetto all’anno scorso non è cambiato niente a livello organizzativo“, commenta Antonello Giannelli, presidente Anp, e per questo sarà inevitabile il ricorso alla Dad.

C’è poi la questione vaccini, la vera novità rispetto all’a.s. 2020/21 e che potrebbe fare la differenza, ma “nella fascia 12-19 abbiamo l’82,6% non vaccinato” sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, secondo il quale “la vaccinazione è un’arma che dovrebbe essere utilizzata“.

Si apre quindi l’ipotesi dell’obbligo della vaccinazione per il personale scolastico. “Credo che in questa fase serva una forte moral suasion verso i reticenti, ma che in prospettiva si debba andare verso l’obbligo di vaccinazione per chi sta a contatto con gli studenti” spiega Agostino Miozzo, consulente del ministro Bianchi ed ex coordinatore del Cts. “Se hai la possibilità di vaccinarti e ti rifiuti, non puoi andare in classe” rimarca a La Stampa.



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