Riaperture scuole con presenza al 100%. E' realistica? La questione dei trasporti, degli orari e degli spazi. L'Associazione nazionale presidi "Molto difficile al momento garantire per tutti gli studenti sicurezza e presenza in classe"

di redazione 19/04/2021 CULTURA E SOCIETÀ
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Da Viale Trastevere, negli ultimi giorni giunge un’accelerazione per la riapertura delle scuole prevista dal Governo a partire dal 26 aprile: il rientro in classe è senza dubbio uno dei temi portanti che riguardano le aperture che il governo sta provando ad adottare in tutto il Paese. Tuttavia, anche questo, ennesimo rientro in classe, appare piuttosto complicato e non lascia tranquilli tutti.

Il ritorno a scuola in presenza in zona gialla e arancione al 100% per tutti e alle superiori al 50% in zona rossa, fa parte del “rischio ragionato, non folle” secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha definito l’istruzione “architrave della nostra società“.

Rimane sempre il dubbio: la scuola è sicura? Secondo una statistica riportata dal quotidiano Il Tempo, in coincidenza della riapertura scuole i contagi fra la popolazione in età scolare sarebbe più alta di altre fasce d’età. Secondo il quotidiano Il Tempo, infatti, nelle prime due settimane di aprile, in base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i contagi nella fascia 0-3 anni sono cresciuti del 10,18%, la percentuale più alta, seppur in numeri assoluti minimi. Nella popolazione tra i 3-5 anni i nuovi positivi sono aumentati dell’8,79%, mentre tra i 6-10 anni del 7,92 e tra gli 11-13 del 7,35. Incremento lievemente superiore nella fascia 14-19, con un aumento percentuale del 7,47 per cento.

Il ritorno in classe sembra aver mantenuto ad ogni modo dei problemi già precedenti, come i trasporti e il sovraffollamento delle aule: il primo punto in effetti è molto delicato e riguarda proprio nello specifico le scuole secondarie di secondo grado. “Qualsiasi programma di riapertura deve prevede un miglioramento dei trasporti pubblici locali”, ha detto il Ministro che ha spiegato: “la competenza è dei Comuni e delle Regioni ma ciononostante oggi pomeriggio ho convocato i presidenti della Conferenza regionale, delle Province e dei Comuni per discutere di come organizzare i trasporti sicuri“.

Sul secondo tema, quello del distanziamento delle aule, il presidente dell’ANP Giannelli è categorico: “La scuola è un luogo naturale di assembramento. Se si torna al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni. Bisogna valutare questo rischio”.

Un messaggio tranquillizzante al Paese, quello del Governo, unito a tanto  ottimismo che trasudava dalle dichiarazione dei politici di tutti gli schieramenti con la raccomandazione però cautela, aprire con cautela è la parola d’ordine.

Il problema è che queste aperture sono molto pericolose in quanto non si sono vaccinati tutti i fragili, gli ottantenni, i settantenni e i sessantenni, e rischia di compromettere i sacrifici fatti e di non farci uscire dalla terza ondata, vista l’aggressività della variante inglese che oggi costituisce oltre il 90% dei casi in Italia e mente si affacciano nel nostro Paese sia la variante brasiliana sia quella sudafricana.

Per la scuola con non tutti gli insegnanti vaccinati, per la sospensione delle vaccinazioni disposte da Figliuolo, si tratta di far impennare la curva dei contagi essendo le classi luoghi chiusi quelli in cui il virus si trasmette e certo classi con 25 alunni e più non possono garantire quelle distanze (2 metri) che ora sono necessarie per l’aggressività del virus.

“La responsabilità non può ricadere sui presidi”. “La scuola pensava di arrivare a fine anno seguendo una linea di stabilità, non variando sulla percentuale di presenza dal 50 fino al 75% sui cui gli istituti superiori si erano orientati nei loro sistemi di funzionamento in emergenza. Con la riapertura al 100% nelle regioni gialle e arancioni, prevista dal governo per lunedì 26, la preoccupazione è tanta. Perché, nei fatti, si tratta di una questione impossibile da risolvere. A dirlo Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) del Lazio, in un video postato sulla sua pagina Facebook.

“Da un lato ci sono, infatti – spiega Costarelli – le norme di distanziamento che contemplano il metro di distanza minimo tra due studenti, a cui si aggiunge la circolare di aprile del Ministero della Salute che suggerisce di arrivare, ove possibile, a due metri di distanza; dall’altro ci sono i piani di affollamento di aule che possono accogliere 20 alunni dove ne dovremmo mettere 30. Si tratta di una dicotomia materialmente insuperabile”. “A questo – rimarca la numero due di ANP Lazio – si sommano i nodi non risolti: dal tracciamento fino all’aumento dei casi positivi negli istituti, cosa che comporta disservizi per l’organizzazione scolastica per l’indisponibilità di docenti”. “Chiediamo di avere soluzioni a portata di mano – conclude Costarelli – per superare la dicotomia tra distanziamento e necessità prevista di far tornare tutti gli studenti, e che davanti a situazioni di non accoglienza di parte dei ragazzi in classe le responsabilità non ricadano sui dirigenti scolastici”



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