Manifestazione davanti Montecitorio. Scontri e tafferugli. La Protesta di commercianti e ristoratori. "Siamo imprenditori, non delinquenti"

di redazione 06/04/2021 POLITICA
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Momenti di tensione nel pomeriggio davanti Montecitorio, con scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine schierate in assetto anti sommossa. A manifestare davanti la Camera c'erano da alcune ore diverse categorie di esercenti commerciali le cui attività sono ancora chiuse per le norme anti Covid, tra cui ristoranti, palestre, ambulanti. Avvistata anche qualche bandiera blu di Italexit, il movimento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone, e un manifestante con il copricapo di pelo, le corna e il viso dipinto col tricolore italiano che richiamava uno dei capi dell'assalto di gennaio al Congresso Usa. 

Mentre nelle prime fase della manifestazione la situazione sembrava tranquilla, con le proteste che si limitavano a cori e urla nei megafoni, la tensione è salita quando dalla folla è partito un lancio di fumogeni e alcuni manifestanti hanno tentato di sfondare le transenne a protezione della piazza. Le forze dell'ordine hanno contenuto i tentativi di sfondamento, fermando alcuni manifestanti. Oltre ai fumogeni, sono state lanciate anche alcune bottiglie.

In precedenza in piazza Montecitorio aveva preso la parola al microfono, tra gli altri, il deputato di Forza Italia Vittorio Sgarbi. Molti dei presenti non indossavano la mascherina.

Un poliziotto sarebbe rimasto ferito durante i disordini che sono scoppiati in Piazza Montecitorio: la polizia ha effettuato una nuova carica quando i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell'ordine.

 

 

Secondo quanto si è appreso ci sarebbero dei manifestanti fermati.

Tra i manifestanti le bandiere blu di Italexit, il movimento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone, e un uomo vestito come l'appartenente al movimento Q-Anon che fece irruzione al Congresso Usa a Washington. 

In precedenza aveva preso la parola al microfono, tra gli altri, il deputato di Forza Italia Vittorio Sgarbi. Molti dei presenti non indossano la mascherina.

"Siamo imprenditori, non delinquenti". È quanto urlano ai megafoni in piazza Montecitorio i commercianti e ristoratori che manifestano chiedendo riaperture. Al grido "libertà", decine di persone si sono avvicinate al cordone delle forze dell'ordine con le mani alzate, intonando cori e chiedendo di potersi avvicinare a Palazzo Chigi. In piazza si alternano momenti di tensione a slogan contro il governo.

Anche tanti militanti di CasaPound in piazza Montecitorio a Roma si sono uniti alla protesta dei ristoratori di #ioapro. "Siamo qui - spiega Luca Marsella, consigliere municipale di Cpi intervenuto dal palco - per dare sostegno a italiani che non si arrendono e che hanno il coraggio di opporsi ad una gestione criminale dell'emergenza sanitaria del governo, anche rischiando in prima persona. Noi siamo al loro fianco e non solo a parole, ed anche se è politicamente scorretto sostenere chi non ha intenzione di sottostare alle folli imposizioni del governo, crediamo che sia assolutamente necessario ed inevitabile ribellarsi a Dpcm, già dichiarati incostituzionali dai giudici, che calpestano il diritto al lavoro. Quella di oggi è una protesta sacrosanta come lo è la loro rabbia. Non intendiamo vedere il nostro popolo - ha concluso Marsella - morire un Dpcm alla volta".

È venuto a manifestare davanti a Montecitorio indossando lo stesso cappello dello sciamano Jake Angeli, noto per l'assalto al Campidoglio Usa, perché - dice - "bisogna far fare il giro del mondo a questa manifestazione, così come è successo negli States". Ermes, 51 anni, è un ristoratore modenese che ha una figlia di 20 anni e che dice di essere "aperto da gennaio, perché da un anno non è cambiato nulla, nonostante tutte le chiusure". E con il volto truccato con i colori della bandiera italiana aggiunge: "Siamo esasperati. Nessuno ci ha mai ascoltato. Mi sono dovuto vestire da pagliaccio per attirare l'attenzione. Spero che ora qualcuno si accorga di noi e ci ascolti. Ho dovuto pagare gli strozzini per pagare i dipendenti".

"Ormai lavoro per un euro all'ora. Gli investimenti di una vita erano nel mio bar". Lorena, 62 anni, è in lacrime e in ginocchio davanti al cordone della polizia alla manifestazione dei commercianti a Montecitorio e ad un certo punto uno degli agenti si accovaccia vicino a lei per consolarla ed aiutarla a rialzarsi. "Sono qui per me e per i miei figli. Noi siamo come voi - dice la donna agli agenti - Non siamo negazionisti vogliamo solo lavorare e poter riaprire". Lorena, che ha "investito tutti i suoi soldi nel suo bar a Bologna aperto 15 anni fa" spiega che la sua è disperazione: "ero qui per una protesta che non perdesse il rispetto delle istituzioni, io ci credo ancora ma dovete ascoltarci", dice dimostrando forza nonostante le lacrime dietro gli occhiali.



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