Commissione europea. Almeno 2 miliardi di dosi di vaccino prodotte in Europa per il 2021. Intanto non si esclude che l'Unione possa costringere le società a condividere le licenze

di redazione 25/02/2021 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Il commissario Ue responsabile della task force sui vaccini anti Covid, Thierry Breton, promette "2-3 miliardi di dosi" prodotte nell'Unione europea "entro fine 2021": intervistato questa mattina ai microfoni di radio Europe 1, Breton ha assicurato che l'Unione è al lavoro per accelerare la produzione di vaccini sul suolo europeo.
    "Se le cose si svolgono bene, e si svolgeranno bene, 2-3 miliardi di dosi annuali potranno essere prodotte entro la fine dell'anno", ha detto il commissario.


    Secondo Breton, l'Ue è impegnata in una "lotta" per il vaccino che si svolge in due fasi. "Prima, la fase scientifica.
    Su questo abbiamo guadagnato terreno, con un vaccino prodotto in dieci mesi. Un exploit". La seconda fase riguarda invece la produzione. "Dobbiamo assicurarci che i vaccini vengano prodotti, il che è più complicato", ha puntualizzato, aggiungendo che in Europa le industrie farmaceutiche sono "numerose". Il che in prospettiva favorisce la produzione sul territorio dell'Unione. Ma per questo bisogna fare in modo che ciascuna di esse si "adatti alle specificità dei vaccini", procurandosi, in particolare, il materiale necessario all'elaborazione dei flaconi.
    "Il vaccino necessita 400-500 diverse componenti da assemblare in tempo reale. Se manca una sola di esse, tutta la catena viene interrotta", ha avvertito.

La strada scelta dall’Unione europea nella produzione di vaccini “è quella della cooperazione e non della coercizione”, in particolare per aumentare i siti produttivi in Ue, ma “qualora non dovesse funzionare, ci sono degli strumenti stabiliti dai Trattati, come l’articolo 122” che permette, in caso di gravi difficoltà nell'approvvigionamento di determinati prodotti, di intervenire anche con obblighi o divieti. Lo ha dichiarato un alto funzionario Ue in vista del summit di domani tra i leader europei.

“La produzione di vaccini è un processo estremamente difficoltoso e cambiare la catena di approvvigionamento è molto complicato”, ha chiarito intanto la fonte Ue che non esclude l’attivazione dell’articolo che assegna maggiori poteri a Bruxelles e agli Stati membri. 

Un altro strumento messo in campo dell'Unione europea per controllare meglio la produzione dei vaccini è il meccanismo di trasparenza e autorizzazione di export delle dosi. "Finora non c'è stato alcun blocco delle esportazioni. Le aziende sono tenute a rispettare i loro impegni e finché lo faranno non ci sarà alcun bando", ha spiegato la stessa fonte di Bruxelles.  

Nel frattempo,  i premier di Spagna, Belgio, Danimarca, Polonia e Lituania hanno scritto una lettera al Consiglio dell'Ue in cui esprimono "urgente bisogno di integrare e guidare strategicamente la nostra catena del valore per aumentare le nostre capacità di produzione di vaccini in Europa”.  

“Dobbiamo lavorare, insieme alla Commissione, a stretto contatto con tutti i potenziali produttori di vaccini in Europa, rafforzando i partenariati pubblico-privato lungo l'intera catena del valore per aumentare gli sforzi di ricerca e sviluppo, accelerare e adattare la capacità di fornitura”, è la conclusione dei cinque leader, che domani parteciperanno al summit con gli altri capi di Stato e di Governo.



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