Ex Ilva. Il Tribunale del Riesame di Taranto "L'Altoforno 2 non deve essere spento"

di redazione 07/01/2020 AMBIENTE
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Scongiurato lo spegnimento dell'Altoforno 2 dell'ex Ilva. Il Tribunale del Riesame di Taranto, in sede di appello, ha accolto il ricorso presentato dai commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria, annullando la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga dell'uso dell'impianto.

L'Afo2 fu sequestrato nel giugno 2015 dopo l'incidente costato la vita all'operaio 35enne Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente.  Il 10 dicembre scorso il tribunale di Taranto aveva negato la proroga chiesta da Ilva in amministrazione straordinaria per l'uso dell'altoforno 2 al fine di fare gli ulteriori lavori di sicurezza, ordinando lo stop all'attività dell'impianto dell'acciaieria tarantina. 

Si era trattato di un verdetto a sorpresa, considerando che lunedì 9 dicembre la procura aveva espresso parere favorevole alla proroga. I commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria hanno quindi presentato ricorso e il tribunale del Riesame lo ha accolto. Con questa decisione, quindi, l'altoforno 2 non deve essere più fermato.

"Il Tribunale non condivide le valutazioni del Giudice monocratico, nonostante l'indubbia consistenza dell'impianto motivazionale della relativa ordinanza, e ritiene invece fondati i termini essenziali dell'appello proposto da Ilva in As", scrive il Tribunale. I giudici (presidente Licci, relatore Carolil, a latere Lotito) hanno concesso altro tempo all'Ilva in As per ottemperare alle prescrizioni imposte dal custode giudiziario.

L'accoglimento del ricorso, sottolinea il Tribunale del riesame, "dipende dal doveroso adeguamento del 'giudicato cautelare' del 17 settembre 2019 alle sopravvenienze, tutte documentate dall'appellante ed invece trascurate o non valutate correttamente dal Giudice monocratico".

 "Grande soddisfazione" è stata espressa "dalla struttura commissariale, che ha sempre mantenuto la sua fiducia nei confronti della magistratura". Lo si apprende da fonti vicine ai commissari dell'Ilva.


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