John Swab: Run with the hunted. Un film sciatto e superficiale che sfocia nel ridicolo.

Festa del cinema di Roma. In Concorso

di EMILIANO BAGLIO 24/10/2019 ARTE E SPETTACOLO
img

Oscar (Mitchell Paulsen) ha dodici anni ed è in fuga da casa.

Giunto in città incontra Peaches (Kylie Rogers) che lo introduce in una gang di ragazzini scippatori che vengono "allenati" da Sway (Mark Boone Junior) sotto il controllo di Birdie (Ron Perlman).

Quindici anni dopo Oscar (Michael Pitt), che è diventato capo di quella gang, e Peaches (Dree Hemingway) sono cresciuti ma la loro vita cambierà quando in città arriverà Loux (Sam Quartir), la ragazza a cui Oscar aveva salvato la vita.

 

Ci sono i film brutti, realizzati male, non riusciti, di serie z, realizzati da incapaci o volutamente trash.

Poi ci sono opere come Run with hunted, secondo lungometraggio di John Swab, che risultano semplicemente sciatte e superficiali.

Nonostante le buone intenzioni, le potenzialità ed un inizio convincente, alla fine c'è poco o nulla che funzioni in questo film.

Il problema principale è rappresentato da una sceneggiatura lacunosa che non approfondisce né i personaggi né i rapporti tra loro.

Certo, lo spettatore, capisce benissimo che i protagonisti di questa storia sono legati tra di loro e che molte delle azioni che compiono possono essere spiegati così, ma di fatto Swab non si preoccupa minimamente di costruire un edificio capace di stare in piedi.

Ad esempio, perché Loux giunta in città si fa assumere dall'investigatore Lester? È a conoscenza che quest'ultimo si sia già occupato del caso di Oscar o è solo un caso. E cosa lega Lester a Birdie, un rapporto di parentela o qualcos'altro?

E va bene quindici anni prima la polizia ha lasciato andare via Oscar perché corrotta e complice ma la questione proprio non meritava di essere approfondita un po' di più?

Tutto in Run with hunted va avanti meccanicamente e per inerzia, i fatti invece di essere legati tra loro creando un intreccio si susseguono uno dopo l'altro senza che a nessuno freghi nulla di ciò che accade, spettatori in primi.

Lasciamo poi perdere il fatto che a quindici anni di distanza nessuno sia minimamente invecchiato (a parte Oscar e Peaches), qui siamo nel regno del pressapochismo spicciolo che diventa ridicolo in scene come quella del doppio colpo di pistola (a voi scoprire chi spara a chi).

Meno male che almeno c'è Dree Hemingway, già apprezzata in Starlet di Sean Baker e Dear Mr. Fantasy dei Traffic sui titoli di coda.

 

EMILIANO BAGLIO


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali