Casal Bruciato. Casapound alza il tiro della tensione contro i rom destinatari di case popolari.

di redazione Roma 07/05/2019 ROMA
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Ancora tensione a Casal Bruciato dove un gruppo di cittadini insieme ai militanti di CasaPound ha protestato contro l'assegnazione di una casa popolare in via Satta a una famiglia rom. Nel primo pomeriggio si è alzata la tensione per l'arrivo nel palazzo del movimento di sinistra Asia, che ha manifestato in strada in solidarietà dei rom. Intanto i militanti di CasaPound, nel cortile del palazzo insieme ai residenti, ha urlato slogan come: "Il quartiere non vi vuole. Buffoni". "Hanno il permesso di stare lì dentro al presidio? Fascisti di m..." urlano i manifestanti di Asia dall'altra parte del cancello.

Intanto una madre e un bimbo della famiglia nomade sono entrate nel palazzo a Casal Bruciato scortate dalle forze dell'ordine dall'ingresso laterale di via Satta. "Dovete andare via", ha urlato qualcuno tra i manifestanti. Subito dopo le forze dell'ordine hanno chiuso gli accessi al palazzo e non hanno consentito di entrare neanche agli abitanti. "E' una vergogna", dicono alcuni inquilini. "Aprite - dice un altro - così non mi fate andare a casa dai miei figli che sono soli". Poco prima dell'arrivo della famiglia alcuni attivisti si sono opposti all'intervento del reparto mobile che stava sgomberano l'ingresso della palazzina. Alcuni manifestanti sono stati spostati fisicamente dall'area antistante il portone mentre gli agenti stavano scortando alcuni membri della famiglia rom durante il loro rientro all'interno dell'androne della palazzina. La polizia è intervenuta per allontanare la ressa di attivisti di CasaPound e cittadini che si opponevano al passaggio della mamma bosniaca di circa 40 anni, con in braccio una bambina. La donna all'ingresso nel palazzo è stata sommersa di insulti irripetibili: "Andate via!".

Il padre di una famiglia rom, ricordando i momenti di tensione che sarebbero avvenuti con alcuni residenti ieri sera, supportati dai militanti di Casapound, riferisce: "Ci hanno detto che noi, con le nostre famiglie e i bambini, dovevamo subito uscire da casa. E ci hanno minacciato dicendoci che ci avrebbero tirato bombe e ci avrebbero picchiati. I miei figli hanno visto e sentito tutto questo e ora, con queste persone sotto casa, hanno paura. Tanto che per fare la spesa siamo stati scortati dalla polizia. Ma a questa casa ne abbiamo diritto, ce l'ha assegnata il Comune". 

"Non ti far più vedere, se torni qui ti ammazziamo di botte". Dopo una lunga notte trascorsa dentro l'appartamento spoglio e senza l'allaccio della corrente, Senada e Imed, la coppia rom di origini bosniache legittima assegnataria dell'appartamento in via Satta, a Casal Bruciato, stamani aveva incassato ulteriori minacce dai residenti in presidio permanente nel cortile delle case popolari.  "Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati" dicono alcune donne radunate nel cortile condominiale proprio di via Satta.  "A mio nipote quando aveva 11 anni gli hanno puntato un coltello alla gola per rubargli un euro" racconta una residente. "Richiamiamo Mussolini che è morto?", dice un'altra ironicamente. "Magari" rispondono altri in coro.


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