Incidenti stradali. Cresce il numero delle vittime. I più a rischio, pedoni motociclisti e anziani

di redazione 23/07/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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 In Italia - secondo i dati 2017 Istat - ci sono stati più morti rispetto all'anno precedente (+2,9%), nonostante un lieve calo di sinistri e feriti (rispettivamente -0,5 e -1%). E' questa l'impietosa fotografia di un mondo che ha costi sociali pari a 19,3 miliardi di euro l'anno, l'1,1% del Pil,

Numeri (presentati finalmente con maggiore tempestività rispetto al passato, lode all'Istat su questo fronte perché altrimenti è inutile lavorare sulla sicurezza stradale con statistiche vecchie) che parlano chiaro: nel 2017 ci sono stati 3.378 lenzuoli bianchi stesi sull'asfalto contro i 3.283 del 2016. E, come dicevamo, con 174.933 incidenti rispetto ai 175.791 dello scorso anno c'è stata una piccola riduzione dei sinistri. Stesso discorso per i feriti (246.750 erano 249.175 nel 2016: -1%), stabili i feriti gravi (oltre 17.000: 5 ogni vittima, 68% uomini, 32% donne). Scende così da 5,3 a 5,1 il rapporto feriti gravi/decessi.

Insomma il Rapporto ACI-ISTAT, ci propone una situazione a tratti sorprendente, dove si scopre che gli anziani (75-79 anni) sono le prime vittime visto che rappresentano il 7,8% del totale. Ma è per i motociclisti (+11.9% di morti) e pedoni (+5,3%) che suona l'allarme. In compenso diminuiscono le vittime fra ciclomotoristi (-20,7%, ma solo perché il mercato di cinquantini di fatto non esiste più) e ciclisti (-7,6%).

Nel 2017 è calato poi anche il numero di incidenti su alcune arterie (130.461; -0,5% su strade urbane; 35.077, -0,7% su quelle extraurbane), mentre è aumentato in autostrada, (9.395; +0,4%), analogamente sono diminuiti anche i feriti in città e sulle strade extraurbane (174.612 e 56.294 rispetto a 176.423 e 56.962 del 2016, pari a -1%, e -1,2%). Crescono, invece, (+8,0%) i morti su autostrade (incluse tangenziali e raccordi) e strade extraurbane (+4,5%), mentre diminuiscono (-5,8%) quelli all’interno dei centri abitati dei grandi Comuni.

“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime sulle nostre strade - ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia - dopo la flessione del 2016, forse complice anche il positivo contesto economico associato alla crescita delle prime iscrizioni e delle percorrenze. La rete viaria nazionale è davvero vasta, in molti casi obsoleta, non aggiornata nei sistemi di sicurezza passiva quali guard-rail, asfalto e aree di sosta. Mi auguro che a breve venga avviato un piano strategico di riordino dell’intero sistema infrastrutturale, nelle città così come per le grandi arterie. Un contributo fondamentale per la sicurezza - conclude Sticchi - potrebbe essere fornito dagli ADAS, tanto che l’ACI auspica da tempo la loro obbligatorietà su tutti i nuovi modelli”.

Ma torniamo alla tipologia delle vittime. Anziani a parte, nel 2017 si sono registrate 6 morti in meno tra i bambini 0-14 anni (43 rispetto ai 49 dell’anno precedente: -12,2%), ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo “vision zero” stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2020.

"Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti - spiegano all'Istat - è particolarmente alto il numero di giovani tra 20 e 29 anni (19,3%) ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più anziani. Tra questi ultimi, peraltro, è notevole la quota di quanti perdono la vita nell’incidente. Il rischio di rimanere coinvolti in un incidente risulta più elevato tra giovani e giovanissimi e inizia a decrescere solo dopo i 25 anni di età, per poi tendere ad aumentare nuovamente dopo i 70 anni".
 
Grave come dicevamo poi la situazione di motociclisti e pedoni: i primi hanno contato 735 vittime (+11,19%), i secondi 600 (+5,3%), Gli utenti vulnerabili nel complesso rappresentano circa il 50% dei decessi (1.681 su 3.378).
 
Precisa anche l'analisi delle cause: "Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata - spiega il Rapporto Aci-Istat - si confermano le prime tre cause di incidente (complessivamente il 40,8% delle circostanze). Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza (21.463), manovra irregolare (15.932), comportamento scorretto del pedone (7.204): rispettivamente il 9,6%, il 7,1% e il 3,2% del totale.
Sulle strade urbane la prima causa è il mancato rispetto di precedenza o semafori (17,1%), seguito dalla guida distratta (14,6%); su quelle extraurbane la guida distratta o andamento indeciso (20,1%), velocità troppo elevata e mancata distanza di sicurezza (14,6% per entrambi)".
 
E le multe? Invariate: al primo posto il superamento dei limiti di velocità (2.843.552, +6,9%), seguita dall’inosservanza del rispetto della segnaletica (391.369, +7,8%), dal mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (202.993, +3,4%) e ai ciclisti per comportamenti errati (+3,8%). Segno meno per le sanzioni relative al mancato uso di lenti o l’uso improprio di telefoni cellulari o cuffie (145.815, -8,0%) e quelle elevate ai pedoni (3.191, -12,1%). Un dato che deve far riflettere.


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