Nocturama. Un film straordinario che è uno spietato atto di accusa alla perdita di valori del nostro mondo.

di Emiliano Baglio 22/01/2018 ARTE E SPETTACOLO
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Un gruppo di giovani, ragazzi e ragazze, vaga, apparentemente senza meta, per le strade di Parigi. Appartengono ad etnie e classi sociali diverse. Entrano ed escono dai vagoni delle metropolitane, una ragazza pulisce la statua di Giovanna d’Arco, altri esplorano un palazzo semi abbandonato. Un’altra ancora prenota una stanza d’albergo pronunciando le uniche tre battute dei primi 15 minuti del film.

Chi sono, cosa stanno facendo, hanno qualche legame che li lega? Allo spettatore non viene fornita nessuna informazione, nessun appiglio, nessuna possibilità di comprendere cosa stia accadendo.

Il folgorante inizio di Nocturama di Betrand Bonello è un immenso omaggio a Pickpocket (Diario di un ladro), film del 1959 di Robert Bresson.

Al posto dei dettagli delle mani che rubano portafogli un silenzioso gioco di sguardi ed una telecamera che segue i protagonisti.

Poi improvvisamente, del tutto slegato dalla narrazione arriva un flashback che comincia a darci qualche informazione sui terribili atti che stanno preparando i ragazzi.

Si tratta del primo esempio di come il regista rifiuti la costruzione classica e lineare della narrazione hollywoodiana per recuperare il montaggio di pellicole come Fino all’ultimo respiro di Godard.

L’azione spesso viene spezzata in momenti diversi, ci viene mostrata più volte durante il film alternando i punti di vista e costringendoci a ricostruire noi la giusta sequenza temporale.

Così, ad esempio, ad un certo punto qualcuno spara ad uno dei protagonisti. La sua morte ci viene mostrata molto tempo dopo ripresa dal punto di vista non di chi ha ascoltato la colluttazione ma dal punto di vista di chi ha sparato.

Una volta compiuti i folli gesti, i nostri protagonisti si rifugiano in un grande centro commerciale del lusso.

Con un destino già scritto, inevitabile ed ineluttabile, i ragazzi di Nocturama richiamano alla mente i morti viventi di Zombi di Romero.

Come i corpi putrefatti del regista americano anche questi giovani europei sono dei (già) morti che si aggirano senza scopo nel tempio del consumismo ripetendo meccanicamente i gesti che compivano da vivi.

Bonello punta il dito contro la nostra società dei consumi, non ci da nessuna spiegazione degli atti compiuti dai giovani, “Prima o poi doveva succedere” dice ad un certo punto una ragazza.

Non c'è nessuna motivazione religiosa o ideologica per quanto perversa dietro la scia di orrore.

Siamo messi di fronte all’horror vacui che permea la nostra società, dinnanzi alla perdita totale di qualsiasi ideale o di qualsiasi orizzonte.

Al tempo stesso Bonello, mentre accusa il sistema capitalista, se ne serve egregiamente per finanziare occultamente il suo film mostrando sempre ben visibili i grandi marchi, dalla Vitra alla Lacoste passando per Fendi e Chanel. Pubblicità esplicita con la quale finanziarsi il proprio film.

Chiusi nel grande magazzino i personaggi continuano a vagare incapaci di vere relazioni umane, ognuno chiuso nel suo mondo.

Sino all’inevitabile finale in cui torna il montaggio di cui abbiamo già parlato.

L’assalto della polizia al luogo in cui si sono rifugiati i protagonisti viene mostrato ancora una volta frammentando l’azione, con scene che si ripetono secondo diverse angolazioni mostrandoci spesso il prima ed il dopo ma quasi mai il durante.

Qualcuno spara, poi vediamo chi è stato colpito da un altro punto di vista ma mai il momento dell’impatto del colpo sul corpo.

Addirittura in alcuni momenti salienti l’azione ci viene mostrata attraverso le diverse telecamere del circuito chiuso della vigilanza.

Lo spettatore è costretto a scegliere cosa guardare ed inevitabilmente qualcosa sfugge, l’azione non è chiara né intellegibile.

Bonello ci chiama direttamente in causa, da semplici spettatori passivi ci costringe a costruirci il nostro film compiendo così il più politico dei suoi atti, rendendoci parte in causa, complici di ciò che sta accadendo.

Il regista ci dice che non possiamo semplicemente stare a guardare ciò che accade ma che siamo anche noi parte in causa.

Nocturama è un film semplicemente straordinario in cui al suo regista basta mostrarci una ragazza che balla sulle note di Call me di Blondie per fare grande cinema.

Ma Nocturama è anche un film maledetto, destinato a rimanere invisibile.

Realizzato nel 2016, il film si situa dopo gli orribili attentati di Parigi del 2015, la cronaca ha travolto la finzione e nessuno ha avuto il coraggio di proiettare il film che è stato rifiutato a Cannes ed è passato praticamente sotto silenzio alla Festa del cinema di Roma.

La pellicola però è comunque visibile su Netflix e si trova in rete ed è un’esperienza indimenticabile


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