Inchiesta Consip. Arrestato Romeo. L'indagine in corso riguarda anche Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, e il ministro dello Sport Lotti

di redazione 02/03/2017 POLITICA
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In foto l'ad di Consip Marrini, accusatore di Romeo e Tiziano Renzi

L'imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato dai carabinieri e dalla guardia di Finanza in relazione ad un episodio di corruzione nell' ambito dell' inchiesta Consip. Nei confronti di Romeo il gip del tribunale di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dal comando Carabinieri tutela ambiente, dai militari dell'Arma di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli.

L'inchiesta è scaturita da un'indagine che era stata avviata nei mesi scorsi dalla Procura di Napoli per presunte irregolarità nelle assegnazioni di alcuni appalti. Un'indagine condotta dai pm della Dda, John Woodcock e Celeste Carrano: il fatto che il procedimento sia condotto dai magistrati dell'Antimafia è motivato dal presunto collegamento ai clan di alcuni dipendenti della ditta di pulizia, che fa capo al gruppo Romeo, che ottenne l'appalto per svolgere tale servizio all'ospedale Cardarelli di Napoli.

 Dagli accertamenti svolti dai magistrati emerse un presunto sistema di tangenti in riferimento sia all'appalto nell'ospedale Cardarelli che per altri lavori pubblici a Napoli. Gli sviluppi più importanti dell'indagine sono collegati alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altre attività, come sequestri e perquisizioni (a Roma furono trovati in una discarica dei pizzini sui quali secondo l'accusa Romeo avrebbe annotato importo e destinatari delle mazzette) che hanno portato all'apertura del filone sugli appalti della Consip, la centrale di spesa della pubblica amministrazione. Ciò ha comportato una trasmissione, per competenza territoriale, di buona parte degli atti, alla Procura di Roma che sta operando in stretto contatto con i colleghi della Procura partenopea.

 Secondo i Pm, Tiziano Renzi e  l’imprenditore Carlo Russo si facevano promettere soldi, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni", ad di Consip, "si facevano promettere indebitamente" "da Alfredo Romeo", "che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell'erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di gare. E' quanto si legge nella contestazione riportata nel decreto di perquisizione a carico di Russo.

 "Nessuno mi ha mai promesso soldi, né io ho chiesto alcunché. Ho 65 anni e non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato dalla procura di Genova", spiega Tiziano Renzi. "Confermo la mia fiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano e della magistratura", ha aggiunto.

Tiziano Renzi ha anche detto: "Gli unici soldi che spero di ottenere sono quelli del risarcimento danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi. Sono contento del fatto che il 16 marzo finalmente inizieranno i processi contro chi mi ha diffamato. Non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato dalla procura di Genova", sottolinea.

Ma secondo il Gip, si tratta di una lotta imprenditoriale a suon di tangenti per aggiudicarsi gli appalti che, a detta degli stessi indagati, "sembra essere gestita a suon di tangenti" o attraverso la "ricerca di appoggi all'interno dell' 'alta politica'". Lo scrive il Gip di Roma Gaspare Sturzo nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Romeo. Dalle indagini, dice il Gip, è emerso un "gravissimo quadro di possibile infiltrazione criminale in Consip, almeno quanto ad alcune gare" tra cui la Fm4, il facility management del valore di 2,7 miliardi.
"La forza corruttiva di Romeo è ampliata dalla sua conclamata 'rete' di conoscenze istituzionali 'ad altissimo livello', conoscenze che, all'evidenza, utilizza in modo spregiudicato per orientare a suo vantaggio l'agire della pubblica amministrazione".

Soldi Romeo a dirigente, asservimento funzioni  -  Alfredo Romeo ha consegnato somme di danaro, circa 100 mila euro, all'ex dirigente Consip Marco Gasparri per acquisirne l'asservimento della sua funzione in relazione alle sue attività imprenditoriali e con particolare riferimento ad uno dei lotti più prestigiosi del mega-appalto FM4 (facility management) da 2,7 miliardi di euro. E' questa l'accusa contestata dai pm all'imprenditore napoletano finito oggi in carcere per corruzione. Lo stesso Gasparri è indagato a piede libero per corruzione.

Nei confronti di Marco Gasparri è stato disposto il sequestro patrimoniale di 100 mila euro: secondo gli investigatori di Carabinieri e Guardia di Finanza e gli inquirenti della procura di Roma, si tratta del provento della corruzione.

Per cautelarsi dall'ipotesi di intercettazioni, l'imprenditore Alfredo Romeo ed il dirigente Consip Marco Gasparri hanno cominciato ad un tratto a comunicare tramite pizzini. Poi,esauriti i dialoghi contenenti accenni al passaggio di danaro tra loro, venivano strappati e gettati nella spazzatura. Sono stati i carabinieri del Noe a recuperarli ed a rimetterli insieme. Ora fanno parte del carico di prove dell'avvenuta attività di corruzione al vaglio del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi.

Alfredo Romeo è anche l’imprenditore che nel 2013 finanziò con ben 60.000 euro la Fondazione renziana Open, in occasione della campagna elettorale per le primarie del PD. Renzi era al corrente di questa donazione e sapeva benissimo chi era Romeo, già all’epoca condannato in primo grado per corruzione.

Sull’inchiesta all’attacco il Movimento 5 Stelle che dal blog di Grillo fa sapere “nell’inchiesta Consip il Giglio magico renziano ci sarebbe dentro fino al collo: Lotti è accusato di aver spifferato all’ad Consip, Luigi Marroni, che c’era un’inchiesta in corso; Marroni stesso è stato nominato alla Consip proprio da Renzi e prima di questo incarico è stato direttore dell'Asl di Firenze quando Matteo Renzi era presidente della Provincia e poi sindaco, e poi è diventato anche assessore del Partito Democratico alla sanità della Toscana; oltre a Lotti ad avvisare i vertici Consip dell’inchiesta sarebbe stato, sempre secondo i pm, anche il comandante dell'Arma dei Carabinieri generale Tullio Del Sette, appena riconfermato da Renzi. Poi c’è Carlo Russo, giovane imprenditore toscano e amico della famiglia Renzi: secondo quanto rivelato dal governatore della Puglia Michele Emiliano, che sarà ascoltato nei prossimi giorni dagli inquirenti, l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Lotti avrebbe caldeggiato un suo incontro proprio con Russo, anche lui indagato nell'inchiesta Consip. Ad oggi l'inchiesta ci rappresenta un sistema di corruzione, appalti illeciti, nomine, mazzette che si sarebbero consumati ai danni dello Stato e, dunque, dei cittadini”.

Per quanto riguarda gli altri indagati

Bocchino, l'ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, consulente di Alfredo Romeo, e Carlo Russo, imprenditore farmaceutico di Scandicci, amico di Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, sono indagati dalla procura di Roma per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta su Consip. Le abitazioni di entrambi sono state perquisite dai carabinieri del Noe e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli.

 "Sono tranquillissimo". Queste le uniche parole che il ministro dello sport, Luca Lotti, si è limitato a dire uscendo dai suoi uffici, in merito all'inchiesta Consip che lo vede coinvolto.


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